7 - All'Alba delle 6

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Angie

Ma chi si crede di essere. E' lì che mi fissa da un'ora e mi sta parecchio infastidendo. Ma non voglio cambiare locale, mi sto divertendo con i miei amici. Stefano per tutta la serata ha evitato il contatto visivo con me, anche se ha provato a non darlo troppo a vedere per non insospettire Fabio.

-Continua a guardarti- dice a un certo punto Fabio.

-Chi?- chiede Stefano. So bene a chi si sta riferendo. Me ne sono accorta ma faccio finta di nulla.

-Emis, è da quando è venuto al nostro tavolo che ci fissa. Secondo me ha messo gli occhi sulla nostra amica Angie- e ovviamente lui deve sempre dire quello che gli passa per la testa, giusto o sbagliato.

-Ma la pianti?!- rispondo senza voltarmi.

-Devi ammetterlo-

-Cosa?-

-Che è interessato a te- ribatte Fabio.

Guardo di fronte a me e Stefano ha gli occhi piantati nei miei. Sembra infastidito. Poi sposta lo sguardo di lato, verso il bancone bar.

-Ha ragione. Vuole te- esclama ritornando con lo sguardo su di me.

-Vedi?!- si intromette Fabio.

-Siete insopportabili- sbuffo. Non mi piace la piega che sta prendendo la serata, stavamo così bene prima, perché si è dovuto mettere in mezzo quel deficiente?

-Mi spieghi perché non ci vuoi andare a letto?- Fabio con le sue domande sta rovinando tutto.

-Perché ci dovrei andare scusa?! Lo trovo arrogante, spocchioso. Crede che tutto gli sia dovuto- rispondo stizzita.

-Altre pagherebbero oro per essere guardate come lui guarda te- mi giro nella sua direzione e lo trovo sempre a fissarmi. Stavolta mi sorride e credo mi abba fatto anche l'occhiolino. Non ne sono del tutto certa, le luci stroboscopiche del locale mi accecano e non riesco a vedere bene.

Mi rigiro verso i miei amici e trovo Stefano con i pugni chiusi sul tavolo, lo sguardo basso e ha una gamba che non sta ferma un attimo.

-La natura chiama- esordisce Fabio andando verso il bagno. Ne approfitto per parlare con il mio migliore amico.

-Ste- richiamo la sua attenzione e alza gli occhi verso di me.

-E' tutto apposto- risponde.

-Non è tutto apposto. Mi dici che ti prende? Sembri arrabbiato-

-No-

-Non sai mentre. Specialmente a me- tengo un tono basso, quasi dolce per cercare di convincerlo a parlarmi.

-Mi da fastidio che lui ti giri intorno nonostante tu gli abbia detto di sparire-

-Lascialo nel suo brodo, da me non avrà nulla-

-Prima o poi cederai- fa una smorfia, fissando nella sua direzione.

-La smetti?- per quanto cerchi di restare calma, questo suo atteggiamento non mi piace.

-Dico solo la verità- continua a non guardarmi.

-Ste te lo avevo detto che era solo una cosa fisica per me- tiro fuori l'argomento che è alla base del suo stato d'animo di questa sera.

-Lo so-

-Eppure sembra che tu ci sia rimasto male, quasi sei geloso che un altro ragazzo mi guardi-

-Non sono geloso- si volta finalmente verso di me. I suoi occhi marroni vengono attraversati da una scintilla verde ogni volta che la luce bianca illumina il suo viso.

-Stasera sei strano- affermo.

-Certo- alza gli occhi al cielo e sto per ribattere. Ma in quel momento arriva Fabio e devo rinviare la conversazione a più tardi.

-Ragazzi che ne dite di andarcene?- chiede il ragazzo seduto vicino a me.

Quasi come se ci avesse letto nel pensiero, ci alziamo, recuperiamo le giacche e usciamo. Una volta usciti posso tornare a respirare aria fresca, là dentro si moriva di caldo, c'era puzza di fumo misto a sudore. Nauseante.

-Giretto?- chiede Stefano.

-Io sono a piedi- si gratta la nuca Fabio e mi guarda.

-Oh no. Lo sai come la penso- metto subito le mani avanti.

-Ma Emis lo hai fatto salire..- borbotta.

-Vieni con me- interviene Stefano. Lo ringrazio con lo sguardo ma lui rimane impassibile.

I due ragazzi salgono e partiamo. Facciamo il solito giro, poi riportiamo a casa Fabio per poi fare ancora un pezzo di strada insieme. A un incrocio ci dobbiamo salutare, ma lui si ferma e mi fa segno di scendere. Si toglie il casco e viene verso di me.

-Che succede?- chiedo e lui si avvicina dandomi un bacio a stampo.

-Angie mi dispiace. Non riesco a essere tuo amico ma al tempo stesso ignorare ciò che provo per te-

-Io però ti avevo avvisato- rispondo.

-Lo so e credevo di farcela. Ma avevi ragione tu: ero un po' geloso del fatto che lui ti guardasse. Sapere che prima o poi tu avresti ceduto e che con lui poteva esserci qualcosa mi ha fatto salire una rabbia. Con me stesso, perché ho creduto come uno stupido di poter riuscire a starti vicino solo come amico- ha gli occhi lucidi.

Per quanto faccia male vederlo così, non posso mentirgli.

-Ste ci scanniamo dal giorno alla notte, siamo sempre a litigare e tirarci frecciatine. Come possiamo pensare di stare insieme? Litigheremo comunque- provo a farlo ragionare ma a questo punto non so a quanto possa servire.

-Non ci abbiamo mai provato. Non puoi sapere- sta cercando di convincere me, ma anche se stesso che la cosa possa funzionare.

-Dormiamoci sopra e domani mattina a mente lucida ne parliamo va bene?- sono esausta, ho sonno e rischierei solo di peggiorare la cosa. Lui annuisce e lo abbraccio.

-Buonanotte- mi stampa un bacio fra i capelli, anche se sa che mi da fastidio e risale sulla moto. Aspetta che anche io sia sulla moto, ci salutiamo con gli occhi e poi lo vedo andare nella direzione opposta alla mia.

Ho una brutta sensazione, come se fosse un addio. Se domani non lo rivedessi?

Improvvisamente il sonno mi abbandona e faccio la strada più lunga per tornare a casa, prima però mi fermo in una piazza poco distante dal mio appartamento. Mi sfilo il casco e mi siedo sulla prima panchina che trovo libera. Prendo il telefono per guardare l'ora: le due di notte.

Mi guardo intorno nella piazza deserta, solo un gatto che si aggira, nessuna anima viva a parte me. Apro Instagram e cerco la causa di tutto: Emis Killa. Apro la chat e gli mando un messaggio, sputandogli in faccia tutto quello che ho da dirgli. Spero davvero che lo legga.

Rimetto il telefono in tasca e sono pronta a tornare a casa. Sento un bip provenire dalla mia giacca. Prendo il telefono e compare una notifica. Instagram. Emis Killa mi ha chiesto di seguirmi. Accetto e poco dopo mi risponde al messaggio.

"Dove sei?" tutto qui davvero? Dopo tutte le cose che gli ho scritto riesce solo a scrivermi questo? Col cavolo che ti dico dove sono.

"Vaffanculo" gli rispondo.

"Guarda che mi hai scritto tu" che nervoso.

"Non potevi farti i cazzi tuoi e andare da qualcun'altra?!" rimetto il telefono in tasca e vado a casa. Per colpa sua rischio di perdere l'amicizia con Stefano.

Arrivo davanti al mio garage ma non lo apro. Rimango ferma immobile a fissare quel portone grigio un po' sbiadito. Vado da lui o no?




Fuoco e BenzinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora