L'inaspettato

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Il giorno dopo siamo tutti in fila indiana davanti al pullman, ciascuno ha un piccolo zainetto con le proprie cose e il porta pranzo
«bene bambini andate sopra a prendere posto» saliamo uno ad uno, quando mi siedo aspetto Noelle ma invece mi trovo davanti Leon
«è occupato?» giro la testa verso il finestrino «a quanto pare no » si risponde da solo, cerco di evitare ogni suo sguardo
«ti va se ci riproviamo? Scusami...» la mia faccia è scettica, affianco a lui vedo Eden fissarmi per poi distogliere l'occhiataccia
«non penso sia il caso»
«ti farò ricredere».

Andremo in un paesino vicino casa nostra per due giorni, penso sia un piccolo villaggio. La sera appena arrivati ci sediamo in un tavolo lunghissimo, sono affianco a Noelle e Elias. Il proprietario del villaggio è appassionato sulla cultura Giapponese, è pieno di decorazioni tra incensi, lanterne, ombrelloni e maschere. Addirittura a cena mangiamo ramen di manzo, ma non mi dispiace come idea. Tess si avvicina per sussurrami qualcosa all'orecchio, ha un abito rosa rispetto a me che indosso una maglietta azzurra senza spalline e una gonna fucsia
«mi sembrava giusto dirti che io e Leon volevamo metterci insieme, è un problema?» alla faccia di chi voleva riprovarci...
«no te lo lascio volentieri» mi alzo dal tavolo con un sorrisetto, spero davvero che questa volta gli scherzetti di Leon siano finiti. Sento qualcuno rincorrermi da dietro
«Rhea fermati» sto andando verso la mia stanza condivisa con Noelle e Ava
«Lasciami stare Elias» mi blocca dalla spalla
«Questa idea non è stata di Tess » toccando con le dita il viso mi accorgo che stanno uscendo delle lacrime, le asciugo in fretta senza pensarci
«È Eden ad aver parlato con Leon, così Tess non ti avrebbe dato più il tormento» metto le chiavi nella serratura pronta a dormire e dimenticare tutto
«Perché sei venuto a dirmelo?» non mi fido di Elias, né degli amici di Eden sono sempre stati arroganti con le femmine.
«Non sono solo amico suo, mi dispiace vederti soffrire» annuisco ringraziandolo, dopo la cena ci dovrebbe essere della musica al primo piano apposita per le feste. Elias se ne va, decido di andare un attimo al bagno per sistemarmi e poi scendere.

Ancora non hanno iniziato, Eden ha messo le cuffie per isolarsi come al suo solito, gliele stacco con prepotenza
«Ma che ti prende?» si alza in piedi rabbioso, istintivamente faccio qualche passo indietro
«Hai detto a Leon di provarci con Tess»
«dovresti ringraziarmi»
«no dovevi stare al tuo posto, non puoi fare cupido» mi avvicino a lui per tirargli uno schiaffo ma l'intrattenitore spara la musica ad alto volume e tutti i bambini si mettono a ballare spingendoci uno contro l'altro. Siamo praticamente invisibili per gli altri, anche la maestra Angelina balla con i suoi colleghi. Eden si scompiglia i capelli cercando di sistemarseli, lo guardo con aria di sfida. Sembra non importargliene perché la sua presenza si fa sempre più vicina, le sue dita sfiorano le mie e una scossa elettrica mi pervade tutto il corpo.
Guardiamo tutti e due le nostre mani che si toccano di sfuggita.
Una bambina non dovrebbe sentire cose del genere giusto? Perché mi batte il cuore come se avessi corso una maratona di mille metri...
Mi mordo il labbro, alzando gli occhi verso di lui noto che fa la stessa cosa.
Il suo contatto si fa più deciso quando mi prende per mano e mi porta fuori sedendosi per terra, dove strappa alcune erbacce
«Scusami»
«Aspetta non ho sentito bene» mi avvicino sorridente a lui con aria sfrontata
«Non dovevo, scusami se mi sono intromesso» faccio il balletto della vittoria, mi muovo davanti a lui sorridendo perché per la primissima volta Eden è stato sincero con i suoi sentimenti. 
Faccio la serie mettendomi vicino a lui, sembra che si senta davvero in colpa
« Questo...è per te» mi rivolge il cioccolatino
«ma è lo stesso di San Valentino?» si copre la faccia con la mano destra nel mentre quello sinistra è aperta con sopra il dolciume, lui annuisce come se potesse nascondere il rossore sulle guance
«quindi quella che ti piaceva ha detto di no?» mi fa tenerezza, non l'ho mai visto così imbarazzato. Penso che si vergogni perché è stato rifiutato e per fare pace con me mi ha regalato ciò che gli è rimasto da San Valentino
«Qualcosa del genere...» prendo il cioccolatino, mi avvicino a lui senza che se ne renda conto e appoggio le labbra sulla sua guancia.
«Grazie Eden, è davvero importante per me» gli sorrido, ha la bocca socchiusa, chissà cosa sta pensando
«non c'è di che» è rosso in faccia, per questo non riesco a trattenere le risate mentre lui si nasconde il viso.

Eclissi di luna e soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora