10. run, John

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Toc-Toc.

Cosí era iniziata la mia mattinata.

«Tesoro, sei sveglia?» chiese mia madre entrando nella stanza buia «Senti, Ward vuole parlarti».

Io, ancora assonnata, alzai lentamente il capo dai cuscini rosa ricoperti da una federa di seta.

«A quest'ora? Mamma, andiamo, sono solo le sei e un quarto!» dissi, dando uno sguardo alla sveglia digitale appoggiata sul tavolino di legno che emetteva luce.

Perché diavolo Ward Cameron parlarmi alle sei del mattino?

La donna, appoggiata sullo stipite della porta, mi lanció un'occhiata storta e, facendosi intendere, uscí dalla stanza.

Rassegnata, mi alzai, mi diedi una sistemata veloce guardandomi allo specchio nel corridoio e, seppur malvolentieri, scesi le scale.

I due adulti stavano seduti sul divano, probabilmente in mia attesa.

Alla vista della mia figura infatti, l'uomo si alzó dal bracciolo del divano grigio.

«Lèa, senti, oggi andró alle Bahamas, con Sarah» disse «So che è poco preavviso, ma senti, mi chiedevo se volessi venire con noi, a Sarah farebbe piacere non essere sola con me».

La proposta mi lasció di stucco.
A Sarah avrebbe fatto piacere?

Mi aveva fatta svegliare alle sei del mattino, per chiedermi una stronzata simile?

«Tesoro, credo ti farebbe bene andartene dalle Outer Banks per un po'» questa volta parló mia madre «Sai, dopo la faccenda di tuo padre...» lasció il discorso a metá, facendomi intendere cosa intendesse.

«Verró» dissi dopo alcuni minuti di silenzio, facendomi venire un'idea «Ma ad una condizione: signor Cameron, faccia tornare a casa Rafe, ne ha davvero bisogno, è perso senza di voi, senza di lei».

«Sará fatto, in fondo Rafe è un bravo ragazzo, oltre che mio figlio» rispose sorridendo, per poi aggiungere di farmi trovare alle 18 alla pista.

«Hai fatto la scelta giusta, figlia mia» disse mia madre accarezzandomi dolcemente la guancia e stampandomi un dolce bacio in fronte «Io e Ward abbiamo appena parlato, l'operazione è andata in porto, papà sarà presto a casa».

La guardai quasi confusa e, senza fare domande, accompagnata dalla mia solita calma, tornai in camera mia.

Preparai al volo una borsa con della roba e, con la speranza di aver preso abbastanza cose per la mia permanenza, tornai a dormire.









Le ore passarono velocemente e, come se fossero trascorsi solo pochi minuti, mi trovai alla pista di decollo.

Il piccolo jet privato dei Cameron era azzurro con delle strisce blu ed era circondato da uomini che caricavano numerose valigette argentate.

Ma che cavolo stavano portando alle Bahamas?

«Lèa, vedo che sei giá qui!» esclamó una voce maschile alle mie spalle.

«Lèa?»

Mi girai di scatto.
Non avevo ancora realizzato che l'avrei incontrata.
Onestamente, pensavo che la ragazza si sarebbe rifiutata di vedermi e che, alla fine, sarei rimasta nelle Outer Banks.
Infondo, nei suoi panni, probabilmente l'avrei fatto anche io

Rain || JJ MAYBANKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora