13. MEMORIES

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Nota dell'autrice:

Ehi,
Volevo solo prendermi un momento per avvertirti che questo capitolo tocca argomenti sensibili, come pensieri suicidi, disturbi mentali, abuso di alcol e farmaci, e autolesionismo. Se ti senti a disagio o vulnerabile leggendo di queste cose, va benissimo fermarsi e prendersi cura di sé. Non c'è fretta, non sei solo/a in questo. Ricorda, c'è sempre qualcuno disposto ad ascoltare.


La lettura di questo capitolo è fortemente sconsigliata a un pubblico di minori.



Piper

12 dicembre 2023.

Il vento era gelido quel giorno, tagliente come le mie emozioni.

Mi avvolsi meglio nel cappotto nero che sembrava inghiottirmi, facendomi sentire ancora più piccola, insignificante.

Il rumore delle foglie che frusciavano sotto le scarpe dei presenti era l'unica cosa che sentivo, come un mormorio distante.

Gli altri parlavano, piangevano, ma per me c'era solo il vuoto.

Guardavo la bara di legno scuro, troppo scuro, mentre la terra sembrava pronta a inghiottirla.

Il corpo di Hunter era lì dentro, ma per me non c'era alcun corpo.

Lui era stato strappato via, e con lui tutto il calore che avevo conosciuto.

La vita si era fermata quella notte, in quell'incidente, e da allora non avevo più ripreso a respirare davvero.

Mi tremavano le mani.

Le unghie affondavano nei palmi, lasciando segni profondi, ma il dolore fisico non era nulla rispetto al buco nero che mi divorava dentro.

Fissavo quella cassa, incapace di accettare che fosse lui lì dentro.

Hunter, il ragazzo che mi faceva ridere, che sapeva sempre come riportarmi alla realtà quando il mondo sembrava troppo pesante.

Le parole del prete scivolavano via come acqua.

«Hunter è stato un giovane amato. Un ragazzo che ha toccato la vita di molti, lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile...»

Non sentivo più nulla.

Tutti questi discorsi in onore di Hunter mi sembravano inutili, vuoti.

Nessuno di loro sapeva veramente chi fosse.

Nessuno sapeva cosa significasse perdere lui, la sua presenza, quella luce che riusciva sempre a dissipare anche le mie giornate peggiori.

Mi girai verso il gruppo di persone radunate attorno alla fossa.

Volti spenti, pieni di lacrime, sguardi perduti.

Come potevano essere qui, a piangere per lui, quando la verità era che nessuno, nessuno lo aveva amato come l'avevo fatto io?

Le parole mi si bloccavano in gola, e il dolore si trasformava in una rabbia sorda.

Mi sembrava tutto così sbagliato.

«Non è giusto,» mi ripetevo in continuazione.

Non riuscivo a fermare quel pensiero.
La sua vita non sarebbe dovuta finire così.

«Mi dispiace tanto, Piper.»

Una voce femminile mi riportò alla realtà.

Mi voltai e vidi una donna con gli occhi pieni di lacrime.

Forse una parente di Hunter, o una sua vecchia amica.

Annuii meccanicamente, incapace di rispondere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 20 ⏰

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