9. ONE DAY, THREE AUTUMNS

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Piper

1° agosto 2022.


«Guardali. La smetteranno mai di rincorrersi come due bambini?» Taylor abbassò gli occhiali da sole. «Quella palla sarà la loro rovina.»

Non aprii nemmeno gli occhi per guardarli. Risi godendomi il sole Californiano. Il fatto che il padre di Taylor le avesse regalato un'intera villa in riva al mare a Malibu mi portava a rivalutare il prossimo regalo da chiedere al mio.

Mi sarei limitata a una semplice borsa, ma ripensandoci...

«Che intenzioni avete tu e Bud?»

«Intenzioni?» Tay sorseggiò il suo cocktail all'ananas. «Nessune.»

«Bud lo sa?» Da come Hunter mi raccontava, il suo migliore amico era davvero cotto di lei.

Taylor si ficcò la cannuccia direttamente in gola per non rispondermi.

«Diavolo, Tay. Troverai mai un ragazzo con cui vorrai qualcosa di serio?»

Taylor scrollò le spalle. I suoi lunghi capelli neri ondeggiarono con il leggero vento caldo. «Non è colpa mia se mi capitano solo casi umani. Insomma, tu hai Hunter, non puoi capire.»

Mi sollevai sui gomiti. «Scusa? Cosa significa che non posso capire?»

Vidi Tay voltare gli occhi oltre gli occhiali da sole.

«Il tuo ragazzo è un cazzo di Dio sceso in terra. È perfetto, non riesco a trovare un difetto in lui. È sempre dolce, premuroso e non è minimamente interessato ad altre ragazze. Si è promesso a te quando avevate dieci anni e da quel giorno non ha mai nemmeno pensato una sola volta di lasciarti. E credimi, stare con te non è facile, Piper.»

«Sono indecisa se tirarti un pugno o annegarti appena entrerai in acqua, lo sai?» Borbottai per tornare a prendere il sole, ignorandola.

«Parlavo proprio di questo. Sei intrattabile alcune volte e pensi sempre di avere ragione.»

«Ho sempre ragione.» Forse. O sì, non saprei. Ma nella maggior parte delle volte avevo ragione. «E per la cronaca, nemmeno essere fidanzati con Hunter è semplice. Vive solo per giocare a football.»

«Per il football e per amare te. Football e Piper. Non l'ho mai sentito parlare di altro.» Sbuffò, imitando il becco di una papera con la mano. «A volte fingo di ascoltarlo annuendo, ma il mio unico pensiero sono gli addominali di Buddy che mi aspettando il sabato sera nella sua auto.»

Dio. A volte desideravo che quei due neuroni dormienti le si attivassero da un momento all'altro.

«Va bene, anche se fosse così, non abbiamo mai dato a vedere i nostri problemi. Non è sempre tutto rose e fiore tra noi. Nella maggior parte del tempo sì, ma capita a tutti di litigare.»

«Preferirei litigare per quale tappezzeria scegliere nella sua stanza del college, piuttosto che disperarmi per un ragazzo che non sa tenerselo nei pantaloni.» Guardò Buddy.

Lo indicai, sconvolta. «Buddy?»

Annuì. «È uscito con Victoria. Dubito che le abbia solo offerto un semplice caffè latte. Ci avrà inzuppato abbondantemente il suo biscottino in quella tazza...»

Che assurdità. Buddy mentiva a Hunter o Hunter mentiva a me? Avrei tirato le orecchie a entrambi nel dubbio.

«Quando lo hai scoperto?»

«Prima di venire qui.» Si sistemò sulla sua sedia. Poggiò il cocktail sul tavolino e chiuse gli occhi con la testa rivolta al sole, come se niente fosse.

AFTER HIMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora