PiperAnni fa aspettavo l'estate come si attendeva il giorno di Natale da bambini. Contavo i giorni di scuola che mi speravano dalle vacanze e mi sentivo così felice nel lanciare fogli e libri giù dall'enorme scalinata che quasi non mi sembrava vero.
Il sole e i falò notturni. Miami e le gite in barca spensierate in cui l'unico problema era scegliere su quale letto dormire e litigare per un sorso di birra con i propri amici al tramonto.
L'estate mi rendeva felice, ma quell'anno, come quello passato, mi sembrava che nella mia vita fosse calato improvvisamente l'eterno inverno.
«Ashley, è passata una settimana. La mia punizione non durata abbastanza?» Passò nella stanza indossando le sue solite ciabatte terrificanti, facendomi cenno di chiudere la bocca.
Oltrepassò la porta del bagno e mi lasciò con un dito medio.
Mi alzai dalla mia scrivania accanto al letto e rimasi con il mascara applicato su un solo occhi. Ci avrebbero permesso di truccarci quella sera, non potevo farmi sfuggire un'occasione del genere.
«Ti prego, ho fatto tutto ciò che volevi per il ballo e non me la sono presa nemmeno per il caffè che mi hai lanciato in faccia. Non è stata nemmeno colpa mia, perché te la prendi così tanto con me?»
Ashley lanciò lo spazzolino nel bicchiere. «È questo il tuo problema: è sempre colpa degli altri per te.»
«Tate entra di nascosto in camera nostra e la colpa è mia?» Alzai le mani all'altezza delle spalle. «Anch'io sarei gelosa, va bene. Ma è stato lui a venire qui non puoi prendertela con me.»
«Piper, vaffanculo.»
«Cristo, Ashley. Tutti qui sanno che hai un debole per lui, ma non puoi prendetela con me. Voglio solo essere tua amica.» Dissi. In fondo quella era la verità. Tate era solo un bastardo che volevo mettere in riga e sì, da una parte mi infastidiva sapere che non gli piacessi.
Io piacevo alla maggior parte delle persone che incontravo e ricevere un rifiuto da qualcuno mi faceva prendere parte a una sfida in automatico. Ma non avevo alcun interesse da quel punto di vista.
Volevo solo fargli capire di che stoffa ero fatta.
«Nella mia vecchia scuola, le ragazze come te non facevano altro che prendermi in giro e farmi dispetti solo per divertimento. Perché tu dovresti essere diversa da loro?»
Rimasi interdetta. Era arrabbiata con me perché delle stronzette la prendevano in giro al liceo?
«Non puoi riversare su di me i tuoi problemi esistenziali. Ti ho dimostrato più volte che non ho intenzione di farti del male, voglio solo proseguire il mio percorso e conoscere nuove persone.»
Ashley mi guardò, distogliendo poi lo sguardo e oltrepassandomi per tornare nella stanza.
«Dammi un'altra possibilità di esserti amica. Tate non m'interessa, è solo uno stronzo e anche tu dovresti stargli alla larga.»
La raggiunsi e notai che si stava infilando il vestito bianco che aveva scelto per la festa che avevamo organizzato per quella sera. Ero contenta di essere riuscita a convincere Michael a fare qualcosa di diverso, ma improvvisamente non avevo più voglia di giocare.
«Cosa dovrebbe portarmi a fidarmi di te? Mi hai pugnalata alle spalle e stai continuando a negare l'evidenza. Non voglio che Tate torni da me, voglio solo che tu capisca solo quanto mi abbia ferita vedervi insieme dopo tutto ciò che ti ho raccontato.»
Tirò fuori la testa dal vestito e si misi seduta sul suo letto. «Il liceo è stato un inferno per me, non voglio che sia così anche qui. Per questo sono sempre rimasta alla larga da tutti.»
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AFTER HIM
Romansa"A volte, per trovare la luce, devi prima perdere tutto nel buio." Piper, tormentata dalla colpa per la morte del suo ragazzo, viene costretta dai genitori a entrare nella Riverside Clinic, un luogo che ospita adolescenti spezzati come lei. Lì, inco...