PiperPer l'ennesima volta nell'arco di cinque minuti, voltai gli occhi al cielo. «Mamma, non capisco ancora perché sei nella mia lista di contatti se non hai un secondo per chiedere a tua figlia come sta.»
«Mi hai solo chiamato in un momento inopportuno, tesoro. Lo sai che alle undici ho il brunch. Oggi sono con la signora Middler e sua figlia, Clodette.»
Mi morsi l'interno della guancia. Non era una novità che amasse gli eventi come quelli. Sciocchezze solo per mostrarsi al pubblico e farsi delle false amiche.
Sapevano tutti che la figlia della signora Middler era stata beccata a farsi scopare da suo cugino Mike al ballo di fine anno. A mia madre piaceva solo giocare sporco e quando le cose si mettevano male, escogitava strani piani.
«La signora Middler?»
«Sì. Suo marito ha ricevuto un proficuo finanziamento dallo stato di New York per quel progetto del nuovo centro commerciale, o qualcosa del genere.»Soldi. Non faceva altro che parlare di stupidi soldi, nonostante sua figlia camminasse sul filo del rasoio.
«Bene, allora divertitevi.» Poggiai la testa al muro, tenendo il telefono fisso attaccato all'orecchio. «E non disturbarti a venire qui a trovare tua figlia. Tanto non ne ho bisogno!» Portai la cornetta alla bocca e agganciai con violenza subito.
Non sapevo nemmeno perché continuassi ad arrabbiarmi. Ai miei genitori non fregava un cavolo di me. Se gli avessi sbraitato contro, perdendo tempo, non sarebbe comunque servito a nulla.
Avevo appena avuto una seduta di gruppo. Non tutti frequentavamo le stesse attività, pensai dipendesse dal disturbo. Per questo forse Ethan era con me.
Nessuno dei due aveva detto molto. Ethan era stato zitto a sbuffare per la maggior parte del tempo, io avevo iniziato a fare domande di ogni tipo. Ne avevo approfittato giusto perché fosse l'unica sede in cui gli altri si decidevano a rispondermi.
Ero stata distratta per lo più del tempo dall'osservare Ethan e suoi strani comportamenti. Una gamba aveva preso sua vita, tremando tutto il tempo e chiunque gli rivolgesse una parola, lui continuava a fissare il soffitto senza dire niente.
Quando varcava le porte delle stanze della Riverside, e si sedeva su una di quelle scomode sedie di legno, diventava tutto l'opposto di quel ragazzo divertente e solare che avevo conosciuto.
Tornando alla realtà, il grosso petto di un ragazzo si scontrò con il mio volto. Per poco non mi volò via il piercing dalla faccia.
Strofinai la punta del naso, arrabbiata. «Guarda dove cazzo vai la prossima volta.» Nemmeno alzai gli occhi per guardarlo.
Speravo fosse Tate? Forse solo un po'. Avevo un grosso conto in sospeso con lui e non l'avrebbe passata liscia facilmente.
«Apri gli occhi tu la prossima volta, strega» disse una voce sconosciuta che mi fece sollevare solo le pupille verso l'alto. Lentamente.
Un ragazzo dalle iridi color cioccolato, e il ciuffo più scuro della notte, mi guardava dal suo metro e ottanta, circa. Il suo viso rigido e dalla mascella scolpita, mi indicava quanto fosse infastidito dal nostro incontro.
«Come mi hai chiamata?» Quasi urlai. Ma chi diavolo credeva di essere. In quella clinica si comportavano tutti come se avessero sette vite e nessuno potesse toccarli.
Voltò gli occhi verso il soffitto. «Strega. Sei sorda?»
Gli puntai un dito contro. «Ti ho sentita, idiota. Intendevo dire che non mi sembra opportuno chiamare una ragazza che non conosci strega.» Virgolettai con le dita l'ultima parola.
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AFTER HIM
רומנטיקה"A volte, per trovare la luce, devi prima perdere tutto nel buio." Piper, tormentata dalla colpa per la morte del suo ragazzo, viene costretta dai genitori a entrare nella Riverside Clinic, un luogo che ospita adolescenti spezzati come lei. Lì, inco...