•Ranch, barbecue
country e il colore arancione.FLAME:
🔥«Sei forte» questa fu la prima frase, quando
avevo solo undici anni.I ragazzini mi prendevano in giro, dicevano che avevo un nome ridicolo, sostenevano che i miei genitori venivano da Marte, che erano degli alieni e mi avevano rapita, per quello non avevo una vera famiglia.
Ero troppo bizzarra, con i capelli poco più lunghi del pollice, gli occhi grandi a palla; mettevo in imbarazzo gli altri bambini.
«Sei forte, Flame. Vedrai che passerà anche oggi, domani è un altro giorno» mi aveva detto mia madre, vedendo che optavo per un mutismo selettivo, non le raccontavo le mie giornate con entusiasmo e le avevo categoricamente vietato di prendere a pugni tutti i "mangia caccole" che le capitavano a tiro.
«Tu sei la cosa più bella che ci potesse capitare» mi sussurrava mio padre, me lo ripeteva con le parole e con gli occhi, ogni giorno.
Quando mi svegliai, il giorno dopo, il sole era già alto in cielo.
Mi stiracchiai e provai da subito un senso di nostalgia, mi resi conto che mi mancava la mia vecchia casa.
Fort Worth non era di certo piccola, ma caratteristica e per me rimarrà sempre la città più autentica del Texas.
Per quanto amassi i paesaggi e i caratteristici saloon western, la cittadina era chiusa e la gente che ci viveva lo era ancora di più.
I miei genitori nonostante fossero riservati e inclini a starsene per i fatti loro non sdegnavano mai il saluto a nessuno, aiutavano sempre gli anziani e si divertivano come pazzi, avevano l'amore nel cuore e si vedeva riflesso negli occhi.
Nonostante il loro passato burrascoso, non si perdevano mai d'animo, nemmeno quando le mie crisi si palesavano e le giornate negative mi incupivano, cercavano di portarmi sempre il sole.
Vorrei dire che non mi abbiano mai fatto mancare niente, che sono cresciuta con gli arcobaleni negli occhi e il sorriso sempre stampato, mi piacerebbe tanto potermi descrivere in questo modo.
Non ero mai stata quel tipo di bambina, ero più il "maschiaccio"che tornava con i vestiti incrostati di fango, che si divertiva a immaginare di essere un supereroe piuttosto che giocare con le barbie, nonostante le avessi.
Ogni giorno avevo una passione nuova; rientravo con le ginocchia sbucciate e sanguinanti perché se mi impuntavo su una cosa, cadesse il cielo, l'avrei ottenuta.
C'era un uomo, un signore anziano, che si sedeva sempre al solito posto nell'angolo a destra del bar con i gomiti puntati sul bancone come a sorreggerlo.
Posso ancora vedere la sua immagine vivida davanti a me, veniva sempre deriso, ero piccola, ma non scema.
Sentivo quello che le persone dicevano sul suo conto, che era un ubriacone fallito, devoto più alla birra che alla sua casa.
Solo e triste, perso tra i suoi più cupi pensieri e mi ritrovai in quegli occhi annacquati.
Lui aveva perso fiducia nella vita e io nelle persone, ci separava un'intera vita, ma seppi fin da subito che ci saremmo capiti.
Un giorno decisa mi avvicinai, avevo ancora lo zaino da scuola e la divisa con la gonnellina a scacchi blu che tiravo costantemente verso il basso, ho sempre odiato le gambe scoperte.
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𝙿𝙾𝙲𝙾 𝙿𝚁𝙸𝙼𝙰 𝙳𝙴𝙻𝙻' 𝙰𝙻𝙱𝙰
عاطفية" 𝙿𝚛𝚎𝚝𝚎𝚗𝚍𝚘𝚗𝚘 𝚒𝚕 𝚏𝚞𝚘𝚌𝚘 𝚍𝚊 𝚖𝚎, 𝚖𝚊 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚖𝚘𝚕𝚝𝚘 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚘. " ~ 𝗦𝗣𝗜𝗡-𝗢𝗙𝗙 Tutto inizia con una notizia inaspettata, qualcosa che potrebbe rivelarsi anche stimolante per chi non vive con l'interruttore dell...