11| IL SOLE E LA LUNA

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•Una nuova sensazione; il mio corpo e la
mia mente che vorrebbero
rallentarmi, e io che non li ascolto.

FLAME:
🔥

«Vuoi che ti accompagni?» sistemo le ultime cose all'interno della borsa e mi acciglio guardando mio padre «non ho dieci anni, penso di potermela cavare da sola», in realtà la tensione mi mangia viva, ma lotto contro me stessa per tenere a bada le emozioni.

«Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami» annuisco, portando meccanicamente lo sguardo oltre il veicolo e puntandolo poi nell'edificio interamente fatto di grandi vetrate.

Dopo qualche attimo, in cui lo passo ponendomi domande che non faranno altro che incasinarmi ancora di più il cervello, metto la mano sulla maniglia e apro la portiera, saluto mio padre e mi incammino lungo il tragitto che conduce all'entrata del campus.

Noto già le prime ragazze che indossano la divisa della scuola, consiste in una gonna a scacchi bianca e azzurra con la sua camicia chiara abbinata; non me la sentivo di mettere quel genere di indumento, perciò ho optato per i miei soliti pantaloni scuri e una maglietta semplice, abbastanza lunga da coprirmi le mani fasciate.

L'outfit perfetto per passare inosservata.

Vedo che non sono l'unica ad aver avuto questa idea, a qualche passo da me c'è una ragazza con folti capelli biondi intenta a gesticolare e ridere, indossa una gonna striminzita con degli stivali che le arrivano poco sopra il ginocchio con un tacco vertiginoso, mi fanno girare la testa solo a guardarli.

È Rosy, non so cosa fare.

Non la vedo dalla festa, sono combattuta se raggiungerla oppure se farmi gli affari miei e dirigermi direttamente in portineria.

Un rombo di una moto mi desta dai miei pensieri, intravedo in lontananza la sagoma di Aaron che la sistema nel parcheggio quando subito dopo viene raggiunto anche dai suoi amici.

Noto come molte ragazze, e qualche ragazzo, si perdono ad osservare ogni movimento che fanno, bisbigliando e ridacchiando.

Sono decisamente consapevoli della loro bellezza, non nascondono neppure gli atteggiamenti presuntuosi e sicuri di sé; vedere il mio vicino in un ambiente diverso mi fa capire quanto siamo lontani anni luce l'uno dall'altro.

Come la luna e il sole, non so ancora bene chi interpreti cosa, rimane il fatto che non possiamo essere compatibili, nemmeno lontanamente.

L'unico che risulta sempre composto è Eros, nasconde ancora il suo volto sotto al casco scuro, poco dopo Layla si catapulta nelle braccia di Ace che rimane indecifrabile.

«Buongiorno! Allora non sei morta» sgrano gli occhi e mi volto in direzione della voce, trovandomi Rosy al mio fianco, non l'ho nemmeno sentita arrivare.

Aggrotto la fronte «perché dovrei essere morta?» lei sorride, ed è perfetta, con il trucco impeccabile già di prima mattina e i capelli con le onde appena accennate, «non ti ho più sentita, ho provato a mandarti qualche messaggio, dove eri finita?» tiene il broncio come una bambina.

«Ero, beh...» veniamo interrotte da un'altra voce squillante, che proviene dalle nostre spalle «Ciao, stronzette!» Layla, insieme ai tre, ci raggiunge piombandomi praticamente addosso, come se fossimo amiche da una vita, mi pietrifico quando intravedo Aaron oltrepassarmi senza nemmeno degnarmi di un saluto.

Spalanco appena gli occhi, mi rimane solo che osservare la sua schiena avvolta dalla giacca di pelle mentre si allontana, non riesco a nascondere il mio stupore sotto alla solita maschera di indifferenza.

𝙿𝙾𝙲𝙾 𝙿𝚁𝙸𝙼𝙰 𝙳𝙴𝙻𝙻' 𝙰𝙻𝙱𝙰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora