Capitolo 12 Un bacio che sa di te

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Riaccompagno Morgana al cottage. Il viaggio e stato silenzioso, nessuno dei due ha più parlato dopo quel... bacio.

L'ho baciata, e cazzo se mi è piaciuto, avrei continuato per tutta la notte. Quelle labbra piene e carnose, quel rossetto che sapeva di pesca, rendendo tutto dolce ed erotico.

Quando mi sono staccato da quelle labbra, l'unica cosa a cui pensavo, era che avevo fatto la più grande cazzata della mia vita. Baciandole la fronte le avevo chiesto silenziosamente scusa, e ora mi trovavo teso come una corda di violino, pronto a scattare.

La lascio fuori alla porta, aspettando che rientri. E poi come un codardo vado via, senza dire una sola parola.

Entro in camera mia, chiudendomi la porta alle mie spalle. Lasciando cadere la giacca sulla poltrona, afferrando la cravatta e allargando il nodo. Per poi lasciarmi cadere sul materasso, piegato sulle ginocchia.

In uno scatto di ira lancio la cravatta contro la parete davanti a me, come mi è saltato in mente di baciarla, mi ero ripromesso che non lo avrei fatto, non l'avrei sporcata. Morgana non si merita le mie ombre, l'oscurità che mi circondava per colpa del mio lavoro, lei era così luminosa. La luce che ogni giorno, da quando è era arrivata, illuminava tutto quello che mi circonda. E io non voglio vederla spegnersi per colpa mia.

Afferro il cellulare e lo metto in carica, guardando quella foto che di nascosto avevo messo come widget del mio cellulare. Sarebbe stata questa, una piccola foto.

Il mattino arriva trascinandomi fuori dal letto. Una doccia fredda e subito al piano di sotto, un caffè al volo ed esco. Salgo sulla jeep e vado in città, avevo bisogno di alcuni oggetti per mettere in ordine alcune cose nel fienile.

Mi tengo occupato, cerco di non pensare a quelle labbra, che toccano le mie, a quelle mani che stringevano la mia giacca. Il mio cazzo pulsa nei miei pantaloni. Sbraito comandi a destra e sinistra, sono ingestibile. Ed e passata solo mezza giornata.

Il mio cellulare suona, una notifica, lo prendo dalla tasca dei miei pantaloni.

-Turista: terra chiama Cowboy, dove sei?-

-Simon: sono occupato Morgana. Non ho tempo-

-Turista: ok..-

E mi sento subito un coglione, ma devo mettere un po' di distanza, se no rischio di farle del male. Anche se così faccio del male più a me che a lei.

Non mi fermo neanche per un secondo. Lavoro fino all'ora di cena. Quando rientro lei e li seduta a tavola, capisco subito che mi stavano attendendo. Vado in bagno, senza dire una parola.

Mi guardo allo specchio, appoggiando le mani sul lavandino. Chiudo gli occhi e cerco di riprendermi, mi è bastata guardarla per tentennare. Non posso permettermelo, non ora...

Mi siedo a tavola, cenando discutendo con mio padre di alcuni lavori di manutenzione da fare nel ranch, informandolo che avrei iniziato l'indomani.

"a che ora domani mattina?"

Mi blocco, voltandomi verso di lei. Merda, le avevo promesso di portarla io a Dallas. Rimango in passibile, guardando i suoi occhi diventare di un verde più scuro, la delusione. la potevo toccare con le dita, l'avevo delusa.

"ti posso accompagnare fino alla corriera."

"nessun problema..."

Stringo il pugno sotto al tavolo, ero bravo a fingere, di tenermi tutto dentro. Era il mio lavoro, dovevo nascondere qualsiasi emozione che provassi.

Mi allontano dalla cucina dove mia madre e Morgana lavano i piatti chiacchierando, e quella serenità mi sta confondendo. L'invidio, vorrei prenderla con filosofia, viverla. Ma ho il terrore di rimanerci, di perdere anche l'ultimo briciolo del mio cuore. Perché Morgana lo tiene stretto, e so che appena metterà piede su quell'aereo se lo porterà con sé.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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