Ci penso io a te!

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Anche quella mattina il vecchio Nathan si svegliò tossendo. Prese qualche sorso di rum che riusciva a farlo respirare regolarmente per un po' di tempo, e si alzò zoppicando dal letto.

Da un po' di settimane la sua tosse era peggiorata, la notte non dormiva quasi per niente per questo motivo e da qualche giorno il suo catarro aveva preso uno strano colore rossiccio.

Aveva provato ad andare nella clinica ospedaliera, ma siccome era una piccola struttura ed era l'unica in tutto l'arcipelago, nessuno badava ad un vecchio con un po' di tosse; i pochi medici che vi lavoravano preferivano prendersi cura dei casi più gravi e dolorosi.

Nathan non voleva far preoccupare suo nipote. Louis era molto protettivo nei suoi confronti. Non avrebbe mai potuto scordare quando il suo piccolo lupetto di mare, a soli quattro anni, si era improvvisato infermiere stando giorno e notte accanto alla caviglia slogata del nonno, lasciando addirittura bacini e leggere carezzine.

Louis sarebbe diventato pazzo se avesse scoperto di quel suo malessere persistente, così aveva deciso semplicemente di omettere, anche se era sicuro che suo nipote, sveglio come era, se ne sarebbe accorto molto presto.

-Buongiorno nonno! Ti ho preparato la colazione, io vado al mercato a vendere questi!- disse Louis indicando una cassa di pesce freschissimo.

Nathan si accorse solo in quel momento che erano già le 8.00 di mattina, erano settantanni che non si svegliava così tardi! Stava davvero invecchiando.

Diede una pacca sulla spalla di Louis e lo guardò mentre, agilmente, si recava al mercato con la sua bicicletta.

Come avrebbe fatto quando Louis sarebbe tornato a scuola? Sicuramente quel santo di suo nipote lo avrebbe aiutato lo stesso facendo le levatacce anche durante i giorni scolastici, oppure, peggio, avrebbe rinunciato a studiare per star dietro alle incombenze del faro e del mercato.

No, non glielo avrebbe mai permesso. Louis era brillante. Era uno dei più bravi a scuola, a detta dei suoi professori. Non poteva rinunciare allo studio per dedicarsi ad un lavoro così poco stimolante.

Louis non glielo diceva, non glielo avrebbe mai detto, perché era buono come il pane e non voleva offendere suo nonno, ma la vita al faro era troppo stretta per lui.

Louis era un gabbiano. Doveva volare via da quell'isoletta, doveva scoprire il mondo, doveva immortalare tutti i nuovi posti con i suoi occhi blu, tanto diversi da quelli di Nathan.

Il vecchio prese una decisione, sarebbe stata difficile da accettare, sia per lui che per Louis, ma poi il ragazzo l'avrebbe saputa sfruttare a suo vantaggio e per Nathan, beh, lui era vecchio, tra un po' non ci sarebbe stato più, non ne avrebbe sofferto.

Così si vestì di fretta e si diresse verso il centro della città. Camminò per viette strette e colorate, finché raggiunse la casetta che stava cercando.

Bussò tre volte e attese al sole. Con un cigolio la porta si aprì mostrando la signora Dalpon, una sua vecchia amica d'infanzia.

-Buongiorno mio caro, cosa ti porta qui?-

-Buongiorno a te, vecchia amica, mi chiedevo se potessi farmi usare per qualche minuto quell'apparecchio del demonio che ti permette di parlare con gente lontana.-

-Oh Nathan, lo so che sei vecchio, ma potresti anche modernizzarti un po'! Si chiama telefono, e sì, te lo farò usare. Solo se mi dici a che ti serve!- disse la donna più pettegola dell'isola. Forse Nathan aveva sbagliato a chiedere proprio a lei, ma d'altronde era l'unica di cui si fidava, almeno un pochino.

Margaret condusse il vecchio Nathan per la sua fastosa dimora fino a che raggiunse un mobiletto di ebano con sopra un vecchio telefono. Nathan lo guardò con circospezione, poi si rivolse a Margaret e disse:

Remember to see the lighthouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora