-Quante volte te lo devo dire che questo è un SOL, razza di un'idiota che peggio non mi poteva capitare!- sbraitò la signorina Wilkinson dopo due ore ininterrotte di pianoforte. Harry sbuffò stanco e poggiò la testa sui tasti dello strumento provocando un suono dissonante.
-E ora vuoi distruggere anche il pianoforte? Alza subito quella testa!- urlò nuovamente la signora.
Harry ubbidì svogliatamente e riposizionò le dita sui tasti pronto a ricominciare quella variazione tanto lenta quanto noiosa, che probabilmente avrebbe sbagliato ancora una volta per colpa di qualche nota birichina incapace di rimanere ferma al suo posto nel pentagramma.
Mentre stava per attaccare con le prime note, sentì un leggerissimo colpetto contro il vetro della finestra. Sperò che quel Peter Pan del suo amico Louis arrivasse per rapirlo e portarlo via dalle grinfie della signorina Rottenmeier*, ma quando si voltò non vide nulla.
-Vogliamo concentrarci? Non abbiamo tutta la vita!- per fortuna, pensò Harry, che si riposizionò pronto per l'inizio della canzone.
Al tre della signorina Wilkinson era ripartito, ma un nuovo colpetto alla finestra lo fece distrarre ancora una volta. Provò a girarsi per vedere cosa fosse, ma questa fu la goccia che fece traboccare il vaso della pazienza della sua insegnante.
La signorina Wilkinson impettita prese la sua borsa e inveendo contro Harry uscì dalla sua stanza.
Il ragazzo finalmente poté precipitarsi alla finestra per vedere cosa provocasse quei leggeri colpettini.
-Oh, ce l'hai fatta finalmente!- esclamò la sua vocetta acuta preferita.
-Lou..Louis! Che... che ci fai qui?-
-Scendi, ti porto a fare un giro.- disse lui sorridendo.
-U...un giro?- chiese incredulo il riccio.
-Sì! Hai presente? Quando due persone escono di casa e fanno una passeggiata parlando del più e del meno!-
-Sì, so c...cosa v...vuol dire andare in giro!- esclamò Harry. Sua sorella Eleanor andava sempre in giro con gli amici.
-Allora dai, scendi!- lo esortò. Harry non se lo fece ripetere due volte, in un attimo mise le scarpe ai piedi, l'inalatore in tasca e si fiondò giù per le scale.
Proprio mentre stava per afferrare la maniglia della porta di casa una voce severa lo fece arrestare di colpo.
-Dove credi di andare, signorino! La signorina Wilkinson è molto delusa da te!- disse Des con quel vocione che non prometteva niente di buono.
-Io... L...Louis... io vo...vorrei.... lui m...mi..-
-Io...lui...mi..- lo scimmiottò il padre. -Che cavolo stai dicendo! Parla come le persone normali!-
-Des, calmati.- lo rimproverò Anne. -Harry caro, prendi un bicchiere di coca cola e poi riprova più lentamente, nessuno ti mette fretta, tesoro.- disse sua madre accarezzandogli la schiena e porgendogli un grande bicchiere di coca cola.
Harry accettò molto volentieri e bevve la bibita rinfrescante tutta ad un fiato, tanto che quando finì i suoi occhi iniziarono a lacrimare e uno strano pizzicore iniziò a formarsi all'apice del suo naso.
-Vi saluto! Non voglio sprecare tutta l'estate per parlare con un ritardato!- sbottò Des alzandosi dalla poltrona e dirigendosi nel suo studio.
Il rumore del bicchiere caduto a terra fu l'unico suono percepibile in quella casa.
Harry era pietrificato con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite. Mai nella vita suo padre aveva usato quell'appellativo con lui, sapeva che per lui era un punto debole e l'aveva sempre difeso quando gli altri gli sputavano addosso quel titolo.
STAI LEGGENDO
Remember to see the lighthouse
FanfictionUna vacanza per abbattere ogni pregiudizio. Una vacanza per dimostrare la propria personalità. Una vacanza per cambiare. Harry, diciassettenne timido e impacciato con le ali tarpate dai genitori troppo severi e oppressivi. Louis, ventunenne ribelle...