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Quella mattina Gemma si era alzata molto presto, svegliata bruscamente da un tiepido raggio di sole che aveva deciso di espandersi proprio sui suoi occhi.

Lanciò uno sguardo divertito a suo fratello che era ancora addormentato, con una mano sulla pancia e la bocca completamente spalancata. Gli scattò una foto da inserire nella cartella "foto compromettenti di Polpetta" e poi sistemò meglio le tende per permettergli di continuare a dormire.

Scese giù e si accorse con disappunto che la casa era già in piena attività,  c'erano camerieri che pulivano, altri cucinavano e apparecchiavano. Gemma voleva solamente un po' di tranquillità, così,  dopo essersi infilata i suoi comodi sandaletti,  uscì fuori.

Era in quell'isola solo da 15 ore, non conosceva benissimo quei luoghi,  così si incamminò per una stradina ombrosa,  costeggiata, da una parte, dal mare e dall'altra, da alberi stracolmi di frutti maturi.

Con suo enorme disappunto,  alla fine della stradina una trentina di persone urlavano e parlavano a voce alta.  Era arrivata al mercato.

Stava quasi per tornare indietro, l'unica cosa che desiderava era un posto tranquillo per iniziare bene la giornata. Eleanor le aveva detto che non c'era vita in quell'isola, sapeva che sua sorella di solito tendeva ad ingigantire le cose, ma così era eccessivo!

Ad un certo punto notò un volto familiare. Il ragazzo delle farfalle, stava parlando con un vecchio dietro un banchetto del pesce.

Immediatamente lo raggiunse. Voleva conoscerlo meglio, non avrebbe mai lasciato che il suo Harry diventasse amico di uno sconsiderato,  e, anche se si fidava ciecamente dell'opinione del suo fratellino, voleva essere sicura della correttezza del ragazzo.

-Buongiorno Lewis!- richiamò la sua attenzione.

-Buongiorno a te, Gemma. Il mio nome è Louis. Cosa posso fare per te?- chiese il ragazzo.

-Devo parlarti. Ora.- disse con quella voce che non ammetteva repliche, quella voce degna di suo padre.

-Bene!- acconsentì Louis, poi lanciò uno sguardo a suo nonno che gli diede il permesso.

Il ragazzo si lavò le mani sporche di pesce e poi si avvicinò alla ragazza.

-C'è un posto tranquillo in quest'isola?- chiese la ragazza sbuffando. Louis ridacchiò prima di annuire e condurla verso un piccolo parchetto con fontane e aiuole.

I due si sedettero su una panchina all'ombra e solo allora Gemma iniziò a parlare.

-Che intenzioni hai con Harry?- chiese di punto in bianco.

-Siamo amici, è simpatico e mi trovo bene con lui.- disse Louis prontamente. La famiglia di Harry per alcuni aspetti era molto attaccata al ragazzo. Cercavano in tutti i modi di proteggerlo da tutti e da tutto. A Louis non era mai capitata una cosa del genere.

-Mh... Harry è molto ti è molto affezionato, parla molto spesso di te. Ti prego non farlo soffrire. So che mio fratello non è il prototipo di amico che tutti vorrebbero avere, ma è dolce e tenero e non voglio vederlo triste.-

-Lo so. Non ho intenzione di farlo rattristare.-

-Sei un bravo ragazzo, Louis. Mio fratello non è stupido, non diventerebbe mai amico di uno sconsiderato. Mi fido di te perché mi fido di Harry.-

Louis annuì con un leggero sorriso, non sapendo che dire.

I due rimasero un po' in silenzio a godersi gli uccellini che cinguettavano sopra le loro teste.

-E' sereno con te!- esordì Louis. -Un po' ti invidio, sai? Mi piacerebbe che si fidasse di me come si fida di te.-

-Ricordati sempre che sono sua sorella! È ovvio che abbia un rapporto speciale con me!- disse la ragazza con un'espressione ovvia.

Remember to see the lighthouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora