Il moltiplicatore del male 2/3

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N.A. lo so, il capitolo è lungo, ma non potevo interromperlo, capirete presto il perché.
Non disperate.

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Enid strinse ancora più forte la vita di Mercoledì mentre erano in sella alla loro cadaverica moto verso la Nevermore e sentiva il battito dell'Addams troppo accelerato rispetto al suo solito.
-Qualcosa non va Merc? Non ti stai divertendo? Sono qui.- La rassicurò e Mercoledì non le rispose a voce, fece solo scivolare un suo braccio dietro di lei per stringerla, guidando con una sola mano.

Enid non fece in tempo ad approfondire i suoi dubbi che, appena varcati i cancelli della Nevermore, qualcosa piombò a grande velocità su una loro ruota, che si frantumò all'impatto e le due scivolarono sull'erba secca dei giardini all'ingresso.
-Che diavolo era?!- Enid controllò che il vestito nero di Morticia che aveva indosso non si fosse strappato.

-Una freccia d'argento.- Le rispose Mercoledì aiutandola ad alzarsi, ma fu Enid a preoccuparsi quando vide che sulla tempia della corvina si era aperto un taglio.

-Mercoledì, dobbiamo...-
Non c'era tempo, Mercoledì spinse Enid dalla parte opposta e tra loro passò un'altra fischiante freccia, così le due si nascosero dietro il muretto della fontana spenta.

Le due videro che c'era un demone dalle sembianze femminili che dalla tettoia all'ingresso della scuola le aveva prese di mira con il suo arco incantato.

Ma si accorsero anche di Ifem, davanti alle porte d'ingresso, che guardava la scena senza alcun tipo di emozione, vuoto, come sempre.

-Signor Preside!- Gli urlò Enid, sempre rimanendo nascosta mentre le frecce continuavano a saettare verso di loro ed abbattevano anche il marmo.
-Ifem! Canaglia! Noi ti abbiamo risparmiato la vita!- Mercoledì non si risparmiava più per nessuno ormai.

-Non sto dalla parte di tuo fratello, Addams, non preoccuparti. Solo che non posso contraddirlo, lui sa tutto.- Quello che disse il preside si sentì a malapena sotto il rumore delle frecce.

-Per una volta la smetta di fare il codardo e ci aiuti!- Enid era molto più diretta, ma l'uomo non si mosse e la demone con un balzo arrivò vicino alla fontana distrutta, per scagliare la sua freccia finale.

Ma, improvvisamente, anche un lupo mannaro entrò in scena, prese l'arciera tra i denti e la lanciò lontano, così Mercoledì capì subito che si trattava di Eudora, era venuta a difenderla, sattamente come aveva fatto nel lago, salvandole la vita.

-Ti manca il coraggio Ifem? Come al solito.- Il lupo parlò con voce gutturale e sembrava stesse ridendo, mentre guardava il Preside.

-Chi... Chi diavolo sei?- L'istinto fece avvicinare Ifem alla lupa, mentre cercava di decifrare il suo sguardo.

-Ma non capisci?! È Eudora!- Enid gli urlò e l'uomo si animò subito, finalmente si vedeva un'espressione sul suo volto, così Eudora si trasformò in una ragazza che Mercoledì ed Enid non avevano mai visto, ma che Ifem conosceva bene, era quella nativa magica dei boschi di cui secoli prima si era innamorata, era davvero lei.

-Ifem.- Gli disse, ma non si avvicinò a lui, per paura che la rifiutasse di nuovo, come aveva sempre fatto, invece l'uomo corse subito da lei e l'abbracciò.

Vedendo quella scena Enid strinse più forte la mano di Mercoledì.

-L'anno scorso stavamo perdendo la vita per questo.- Le mormorò Enid, con voce tremante, per la paura nel vedere davanti a sé la donna che l'aveva uccisa.
Mercoledì avrebbe voluto rassicurarla e dirle che quella volta non sarebbe andata così, ma non poteva, Mercoledì doveva morire secondo la profezia.

Quella sua oscura luce - Parte II - WenclairDove le storie prendono vita. Scoprilo ora