Pochi giorni da caduto avevano lasciato profondi segni nello spirito di Gabriel, divenuto in pianta stabile solo e soltanto il messaggero dell'Onnipotente dopo il suo breve atto di sommessa ribellione e, proprio da questa, aveva imparato qualcosa di estremamente importante: la linea che demarcava il confine tra bene e male stava cominciando ad essere meno invalicabile di quanto non fosse stata in passato.
Gabriel non sapeva dare una spiegazione sul perché una legge così assoluta si stesse stemperando, poteva solo ipotizzare che forse il Creatore avesse posto delle regole ferree solo per instradare il creato nelle sue prime fasi e poi lasciare che qualcosa di nuovo nascesse dal disordinato mutare degli eventi. Possibile che l'Onnipotente volesse l'evoluzione del mondo in qualcosa di così complesso?
L'arcangelo pensò molto e ritenne anche che la sua capacità di pensare, riflettere, rimuginare e scegliere a cosa credere fosse parte di quel cambiamento, essendo gli angeli nati come semplice estensione della volontà del Creatore e nulla più.
Spinto da questa teoria, Gabriel vagò a lungo, cercando di annunciare a chiunque ne avesse bisogno come le cose stessero cambiando, come forse tutti stessero diventando depositari di una libertà di scelta senza precedenti... e nel suo vagare, Gabriel ricordò una delle creature che più aveva amato e per cui più aveva sofferto.
Pochi giorni da caduto avevano lasciato profondi segni nello spirito di Gabriel... ma anche la conoscenza di vie segrete per accedere nel regno del fratello, vie dallo stesso Helel condivise nei momenti di più oscura tentazione. Il messaggero volò lesto e penetrò nel buco nero del creato dove il ribelle fratello era stato scaraventato, unica fulgida luce nella tenebra di Pandemonium. E, senza temere le ombre che ne avevano percepito la presenza, chiamò un nome con tutto il potere che aveva in corpo, si sedette su una roccia ed aspettò.
Erano passati secoli dalla creazione... Lilith quasi non ricordava più come fosse sentire il proprio nome pronunciato da un servitore dell'Onnipotente che non la odiasse.
Si presentò molte ore dopo di fronte all'angelo, nonostante le proteste di un marito che, in verità, non era mai stato capace di imporle alcuna scelta, al massimo una dose sana di cautela. Lucifero temeva Gabriel, Lilith lo sapeva, quasi più di Michael stesso.
Gabriel, diceva sempre Stella del Mattino, avrebbe potuto essere un sovrano dell'Inferno ben più crudele di lui.
La madre di tutti i diavoli e di tutti gli spiriti maligni si presentò all'arcangelo emergendo dalle tenebre e in una sembianza quanto più umana possibile, sebbene artigli, occhi dorati e ali tradissero la sua natura diabolica. Ammantata di un abito di pura ombra e con sul capo una corona di oro splendente, la regina dell'Inferno guardò Gabriel con superiorità mal celata.
"È trascorso il tempo in cui l'arcangelo Gabriel poteva chiamare così impunemente il mio nome come fece all'inizio dei tempi, quando aveva autorità di imporli... quale spiacevole dovere ti conduce nel reame infero?" disse, altezzosa, la Prima.
Gabriel si alzò dalla sua roccia e guardò Lilith come un padre che rivede la figlia dopo anni di distanza: "Volevo... parlarti... ci sono cose di cui vorrei discutere, con te e forse anche con Helel!"
Lilith fece un passo indietro: "Non c'è nulla da dire e nulla di cui discutere, Gabriel..."
"Ma è importante! Sai cosa mi è successo? Sai che cadere non è più qualcosa di definitivo?" disse, con veemenza, l'arcangelo. Lilith scosse la testa per l'impazienza: "Per un mese mio marito è stato più impegnato a tentarti che a sventare il colpo di stato di Satanachia... certo che lo so!"
"Satanachia?"
"Solo un pervertito come tanti, lascia perdere... ci ho pensato io a lui!" ringhiò Lilith e Gabriel preferì non sapere cosa avesse fatto la regina dell'Inferno.
"Ma allora saprai che non sono del tutto caduto! Che ho scelto di poter tornare nella Grazia! Le cose sono cambiate, forse c'è..." ma l'entusiasmo di Gabriel fu immediatamente smorzato dalla furia di Lilith: "Scelta, Gabriel?! Stai forse dicendo che ora c'è scelta?! E all'inizio della creazione dov'era finito il diritto di scegliere?!"
"Helel è stato affrettato nel suo giudizio, se avesse aspettato e avesse visto come gli umani avrebbero..." azzardò Gabriel ma Lilith lo fissò con occhi così carichi di dolore da farlo quasi fisicamente rimpicciolire.
"STO PARLANDO DI ME, ANGELO! Lucifero ha scelto e ha scelto l'odio, è stata una scelta stupida e puerile perché eravate tutti stupidi e puerili, appena nati come tutto il resto del mondo... MA LA MIA SCELTA DOV'ERA?! SOTTOMESSA, RIDOTTA ALLA SEMPLICE PUTTANA DI ADAMO? È lassù, vero, il mio caro marito, a godersi il Paradiso nonostante abbia provato a umiliarmi in ogni modo possibile?"
Gabriel si ricompose e fissò Lilith, divenuta sempre più bestiale man mano che lasciava il suo odio scorrere: "Il passato non posso cambiarlo, ma nel presente forse c'è modo di scegliere..."
Lilith pronunciò il Vero Nome di Dio, facendo tremare l'Inferno: "... avrebbe dovuto concedere questo vero libero arbitrio molto prima! Facendo così, dimostra solo come tutto l'universo sia solo il suo giocattolo e io non ho intenzione di piegarmi a questo cambio di regole. Prova a fare questo discorso a Lucifero, magari lui ti ascolterà per più tempo prima di strapparti un'ala come vorrei dannatamente fare io ora per farti capire quanto irrevocabili siano certi errori!"
L'arcangelo spiegò le ali con fare minaccioso e, per automatismo, ringhiò: "Come osi dire che l'Onnipotente ha sba... oh no..." si interruppe, infine, vedendo il largo sorriso sardonico della prima donna.
"Visto? Sei ancora la sua mano sinistra, volente o nolente, con un'illusione di scelta e nulla più, come tutti noi... va' via, angelo... ci rivedremo alla fine dei tempi..." e la regina dell'Inferno prese a sprofondare nella sua stessa ombra.
"Io vi ho amato... tutti voi umani... fin dal primo momento..." mormorò Gabriel.
"Eppure quanti di noi hai dovuto sterminare prima di capire cosa fosse realmente giusto o sbagliato?" disse Lilith, sparendo definitivamente dalla vista dell'angelo.
Gabriel chinò il capo e volò via, lontano dall'Inferno: sapeva che il piano ineffabile non prevedeva solo sangue e decisioni sommarie, lo aveva provato sulla sua stessa anima... ma capì anche che certi eventi non potevano essere cancellati con poche parole dopo millenni di agonia.
Avrebbe riprovato più in là, si disse, quando con la sua nuova mansione unica avrebbe dimostrato la vera direzione del piano divino... ma sapeva già in cuor suo che nulla avrebbe evitato a suo fratello e all'essere la cui nascita aveva visto con i suoi stessi occhi la rovina e la distruzione finale nella battaglia di cui ormai tutti erano ben a conoscenza e i cui preparativi erano in moto già da molto, moltissimo tempo...
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Mitovembre 2024 - Sequel
FantasyRaccolta di Racconti scritti per il "Mitovembre - Sequel", pubblicati sul canale youtube "Mitologicamente..."