L'Ultima Battaglia

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Le profezie avevano parlato di un drago a sette teste che avrebbe fronteggiato un cavaliere dall'armatura candida e dal mantello rosso, grondante del sangue dei fedeli. Un'ultima battaglia alla fine del mondo che avrebbe posto fine al male per sempre.

Nessuno aveva mai parlato di come Bestia e Soldato di Dio avrebbero passato molto tempo, l'uno di fronte all'altro, a fissarsi in attesa di adempiere al loro destino ultimo.

La Bestia aveva abbandonato il guscio mostruoso in cui si era rifugiata e, negli ultimi istanti, era tornata l'angelo che era stata un tempo, solo vagamente toccato dall'oscurità che aveva rappresentato per eoni; il Soldato aveva tolto l'elmo, mostrando un viso tanto afflitto quanto simile a quello del suo avversario.

C'era stato un tempo in cui Michael e Helel erano stati profondamente diversi l'un dall'altro, uno il rovescio della medaglia dell'altro, tanto nell'aspetto quanto nella forza e negli ideali che rappresentavano. Ma in quel momento non potevano essere più simili, tornati com'erano all'origine delle loro sembianze proprio nel momento in cui tutto avrebbe avuto fine.

Michael in sfolgorante armatura bianca, austero e triste; Helel in armatura pesante e nera come la notte, un sorriso beffardo sul viso e due occhi da drago carichi di stanchezza. Michael fissò l'ala da pipistrello che il fratello sfoggiava là dove, millenni addietro, c'era stata quella da angelo strappatasi nel corso del loro primo vero scontro.

"Cosa c'è, fratello? Pentimenti dell'ultimo minuto?" chiese, beffardo, Helel mentre attorno a loro gli ultimi rumori di morte e devastazione si spegnevano. Lo scontro era ormai finito, il Male era stato sconfitto e il Mondo distrutto. Rimaneva solo un'enorme faglia avvolta di fiamme, un ingresso per l'Inferno che, poco prima, era stato prontamente dato al fuoco purificatore dell'Onnipotente. Helel non aveva più nulla a cui tornare e il suo destino, scritto da tempo, si stava tristemente compiendo.

"Ho sempre avuto pentimenti, fratello... ho sempre sperato che questo giorno non sarebbe mai arrivato" disse, affranto, Michael, ondeggiando pigramente la spada. Fissò suo fratello con infinito dolore, presagendo che ormai l'ora fosse giunta più che abbondantemente e soffrendo quasi fosse lui stesso in cammino verso la fornace.

"Allora davvero l'Onnipotente vi ha permesso di provare più sentimenti senza che questo venisse catalogato come ribellione... incredibile, forse a qualcosa la mia Caduta è servita!" ribatté Helel, ridendo e mettendosi in posizione per l'ultima battaglia col fratello tanto amato e odiato.

"Ti prego, Helel... pensiamoci un attimo, forse c'è un modo per... un modo per..." borbottò l'Arcangelo e Helel rise di lui: "Ti sembra il momento di cedere ai sentimentalismi, Michael?! È finita, ho perso... strappato del mio nome, delle mie ali, sono solo l'Avversario sconfitto, pronto per essere gettato nella fornace ed essere cancellato..."

Michael ricordò quelle parole, ricordò di averne dette di simili molti, moltissimi anni prima, e fece qualcosa che nessun angelo aveva mai fatto prima di allora: cominciò a piangere, lacrime d'oro, splendenti come il sole, ma pur sempre lacrime...

"Avanti, non fare la mammoletta proprio ora! Lasciami morire con dignità invece di darmi ragione ora e volerti ribellare a tutto questo solo a disastro compiuto! Fammi danzare, fratello... fammi... – la faccia tosta di Helel, Stella del Mattino, cominciò a perdere pezzi mentre l'angelo caduto si faceva più pallido e il suo volto più tirato – fammi combattere un'ultima volta come ci meritiamo!"

Michael fissò il fratello e ondeggiò la sua spada: sapere di vincere, per una volta, non lo infuse di alcun tipo né di gioia, né di coraggio: "Ne è valsa davvero la pena, fratello?"

Helel sorrise, triste ed euforico allo stesso tempo: "Non mi pento. Questa è la mia scelta" e sulla sua guancia cadde una solitaria lacrima. Una lacrima d'oro, splendente come il sole, come quelle di suo fratello.

Urlarono e caricarono, l'uno contro l'altro, Helel pronto ad un attacco folle e sconsiderato, esposto ad ogni tipo di controffensiva ma carico di una potenza mostruosa; Michael invece con la spada in alto, pronto a deviare e sfruttare la prima apertura possibile.

Si dissero qualcosa, all'unisono, che andò perso nel frastuono della fornace che reclamava il suo ultimo pasto. Le spade guizzarono, una volò via, la lama nera come la pece.

Un'ultima lacrima cadde sul terreno dal viso dello sconfitto e Michael, mentre abbracciava il corpo ormai esanime del fratello, non poté non maledire la sua maledetta mente. Mescolatasi con rosso del sangue che impregnava anche il terreno, l'ultima lacrima di Lucifero, splendente come l'oro, divenne leggermente rosata e al comandante delle schiere angeliche sembrò tanto simile alla Stella del Mattino che perdurava con il sorgere del sole, quando ancora il sole esisteva, ovviamente.

"Eri mio fratello... ti ho amato con tutto me stesso..." mormorò Michael, portando il corpo di Helel verso la fornace. Sul suo viso spiccava un sorriso beffardo, l'ultimo scherno rivolto al fratello. Mentre il corpo spariva nel fuoco e il mondo affrontava il suo destino finale, l'Arcangelo fissò la cittadella celeste, sentendosi sconfitto.

"Ne sarà valsa davvero la pena?" si chiese infine Michael, sancendo in qualche modo un'ultima, triste vittoria del fratello che era stato libero e ribelle fino alle sue estreme conseguenze. 

Mitovembre 2024 - SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora