Inusuali colori ctoni

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"Ehi ragazzino, ma ce la fai davvero a portare quella bestia tutto da solo o aspetti che venga ad aiutarti il tuo paparino?"

Questa era stata la frase che un gruppo di Biker aveva rivolto al giovane motociclista che aveva incontrato poco prima in una stazione di servizio e che, in quel momento, li stava sorpassando con una grazia invidiabile e senza dimenticarsi di fare un saluto pieno di scherno a chi, poco prima, dubitava delle sue capacità.

Il giovane, dalla carnagione olivastra e dai lunghi capelli scuri contenuti solo in parte dal casco, era effettivamente molto gracile, specialmente in confronto alla sua moto, eppure si muoveva sulla lunga strada immersa nelle pianure desertiche con una grazia che non molti altri motociclisti avevano mai posseduto.

Certo, l'essere un dio lo aiutava a sopperire a quelle che erano difficoltà fisiche solo apparenti.

Pochi anni prima Anubi, dio egizio dell'Oltretomba, aveva cominciato ad ammirare da lontano tutti quegli umani che, in sella ai loro bolidi, si imbarcavano in lunghi viaggi senza meta, godendosi il vento sul viso e il rombo del motore che scalpitava tra le loro gambe. Fu uno dei pochi momenti di bambinesca ammirazione di un dio che era stato davvero per troppo poco tempo un infante e, proprio per questo, Osiride gli aveva proposto di provare a fare un salto nel regno degli uomini per tentare di domare quei "nuovi destrieri", come li aveva definiti lo stesso figlio di Nut e Geb.

Una prova divenne due prove e quelle due prove divennero ben presto una sorta di vacanza annuale di una decina di giorni che Osiride concedeva al figlio per provare l'ebbrezza di una libertà assoluta che non aveva mai potuto assaporare. Sentimento che lo stesso giudice supremo della Duat aveva capito fosse particolarmente condiviso tra i vari "colleghi" di Anubi.

Era stato Ade il primo a farsi avanti, ad uscire paradossalmente dall'ombra e ad andare alla ricerca di chi, divinità ctonia come lui, avesse cominciato a far visita al mondo dei vivi nello strano tentativo di afferrare meglio cosa fosse la vita... e dopo aver scoperto che Hel era impegnata nella sua attività di maestra, il signore del Tartaro aveva scoperto come molti altri dèi del sottosuolo avessero voluto sperimentare quel tipo di gioie.

Anubi era stato l'ultimo di una lunga lista di divinità ad essersi accodato al proliferare di inusuali passioni che avevano spinto le divinità ctonie ad abbandonare i loro tetri domini per avere un assaggio di cosa potesse essere la normalità e, spinti proprio dalla volontà di essere normali, avevano cominciato a fare ciò che gli umani da soli nel vasto mondo avevano sempre fatto: cercarsi e riunirsi in un piccolo gruppo.

Tra colleghi c'era stato sempre rispetto, ma dal saluto cordiale nei tristi meandri del regno delle anime al voler disperatamente correre via per raggiungere il luogo designato per il prossimo incontro tra amici passava un abisso!

Anubi, che non si era premurato di inventarsi un'identità mortale, perlomeno non ancora, sfrecciò per le strade degli Stati Uniti, superò il confine con il Messico e corse verso il luogo di incontro, un'anonima tavola calda dove sapeva già che alcuni suoi compagni lo attendevano, cosa di cui ebbe conferma non appena ne ebbe varcata la soglia.

Erano in tre, seduti ad un tavolo mentre sbocconcellavano la loro colazione: Ade, nel classico abito grigio da "dottor Cronis", sorseggiava un caffè nero, rigorosamente amaro; Hel, in un elegante tailleur scuro, consumava quella che doveva essere stata una colazione continentale di cui rimaneva ben poco nel piatto; dall'altro lato del tavolo c'era invece una donna dall'aspetto più maturo e dall'espressione decisamente più compita, i capelli ingrigiti legati in una crocchia e con indosso un completo sui toni del marrone.

Ereshkigal era stata tra le prime a farsi trovare dopo che Ade e Hel si erano fortuitamente incontrati e il dio greco aveva scoperto fosse impegnata a girovagare per il mondo a fare la psicologa: aiutava specialmente chi dovesse accettare lutti in famiglia, soprattutto consolare chi avesse perso il proprio compagno di vita. Un dolore che la dea conosceva fin troppo bene.

Mitovembre 2024 - SequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora