Capitolo 12

184 16 1
                                    

"Sei sicuro di non voler sposare il mio papà?"

Queste sono le parole che frullano nella testa di Harry da almeno una settimana. Le ha pronunciate Alan, mentre stavano per entrare in classe proprio quel giorno in cui ha fatto ritardo.

In quel momento, con una porta a separarlo dal suo lavoro e un'altra a separarlo dall'uomo che ama, il maestro non è riuscito a trovare le parole adatte.

Tutto quello che doveva dire al bambino era: "No, ma non dire sciocchezze!" e in segreto covare per sempre ciò che il cuore voleva dire.

"Sì! Anche oggi, anche subito! Anche con questi semplici vestiti, anche con i capelli bagnati. Anche con gli anelli di carta, come canta Taylor Swift."

Queste parole le ha nascoste nell'angolino più sicuro della sua mente, riparato dalla pioggia, dalle cattive giornate e da tutte quelle persone che potrebbero giudicare. Lì non c'è spazio per ciò.

Invece, tutto quello che è riuscito a fare, oltre ad evitare lo sguardo curioso di Alan, è stato sorridere. Come un'idiota, sì. Ma non gli è importato granché al momento. Ha aperto la porta, tornando con Niall e gli altri bambini, e non ha risposto alla sua domanda.

Ora questa stessa continua ad essere il centro dei suoi pensieri, quando non ha cose in particolare a cui pensare oppure anche quando scrive la lista della spesa.

E cosa si fa in questi casi? Beh, Harry questo non lo sa, ma spera tanto che non sia così doloroso come può immaginare.

***

Passarono giorni e Leyla non si fece più vedere. Louis ne era sollevato, ma non smetteva di essere all'erta.

Per un periodo di tempo non ha lasciato che Alan restasse a casa senza di lui, nemmeno se era solo con Jaclyn.

Quest'ultima si è domandata il perché e, una volta che Louis le ebbe spiegato la situazione, è andata su tutte le furie. Il suo consiglio, però, è stato poco d'aiuto.

«Dovresti denunciarla» aveva detto, dopo aver trovato la calma necessaria per affrontare l'argomento.

Louis scosse la testa. «Non se ne parla» disse fermamente. «Me lo porterebbero via. Si tratta di sua madre, cazzo!»

La denuncia è l'ultimo dei suoi pensieri ed è disposto a sporgerla solo in caso di disperazione. Odia dover dire una cosa del genere, ma non sopporterebbe l'idea di aver facilitato per la stronza l'ottenimento della custodia di Alan.

La rabbia in qui giorni era accecante, tanto che se solo ci pensava iniziava a tremare e vivere con l'ansia addosso in quel modo era impossibile.

Anche Harry, dopo quella esperienza traumatica, non perde di vista Alan per un attimo, sia dentro che fuori la scuola. Se gli altri genitori iniziassero ad insinuare che il figlio di Tomlinson fosse il suo preferito, poco importava.

Sapeva che gli altri non avrebbero capito, ma qui c'è di mezzo un bambino, diamine. Non si tratta di un gioco.

Anche i loro incontri erano notevolmente diminuiti, tranne per quando Harry restava a dormire da Louis e al riccio stava bene così.

Proprio ciò, nell'ultimo periodo sembrava essere diventato quasi di routine, tanto che Harry aveva deciso di lasciare un suo pigiama nell'armadio dell'avvocato.

A quest'ultimo non sembrava dare fastidio, anzi. La sua presenza rendeva la casa più luminosa e piena e Louis non capiva se si trattasse di un superpotere o altro.

Ecco, dopo questa piccola parentesi, è arrivato il momento di raccontarvi proprio ciò che accadde durante una di queste sere.

Verso tardo pomeriggio Harry si presenta a casa di Louis, portando con sé un vecchio libro. È tutto sorridente quando oltrepassa la porta e il liscio, seppur sia tentato nel chiedergli il motivo di ciò, si limita a baciargli con ardore quel sorriso, con il risultato di averlo accentuato.

Teach Me How To Love Again || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora