Quindi ricapitolando: Louis va a quella stramaledetta cena per colpa di Lennie, si annoia a morte e non vede l'ora di tornarsene a casa, senza togliere la fottuta pioggia e Liam che lo minaccia silenziosamente di riaccompagnare Harry visto che "abita da quelle parti". Che cazzata! Ci vogliono almeno quindici minuti in macchina.
Ed è proprio per tale motivo che i due giovani si ritrovano nella macchina di Louis, avvolti da un silenzio a dir poco imbarazzante.
«Allora, Avvocato» rompe l'atmosfera il più piccolo, con tono canzonatorio.
Louis alza gli occhi al cielo: trova infinitamente irritante quel "nomignolo", non può prendersi gioco di lui ricordando quell'episodio ogni volta che provano ad avere un rapporto civile.
«Abiti da queste parti?» continua.
Il ragazzo dagli occhi blu si volta, osservandolo solo per qualche secondo, troppo poco tempo per leggere la sua espressione.
Con la fronte aggrottata riporta lo sguardo sulla strada. Odia non poter guardare in faccia qualcuno quando parla, lo rende irrequieto. Può parlare? Può fidarsi?
«Perché t'interessa?» non usa un tono cattivo, è solo allerta.
Lo vede alzare le spalle.
«Per fare conversazione.»
Cala il silenzio per un tempo imprecisato, potrebbero essere secondi, minuti o ore, durante il quale Louis pensa all'incredulità di quella situazione.
E al suo piano di restargli il più lontano possibile che lentamente sta andando in frantumi. Sembra che tutti si siano messi contro di lui, perfino la fottuta pioggia.
«Victoria Street» decide di rispondere infine, mentre svolta l'angolo.
«Oh, dove vivono gli snob!»
Louis avrebbe dovuto sicuramente aspettarsi una risposta del genere, ma «Ehi!» esclama.
Si volta di nuovo, cogliendo Harry a un passo dallo scoppiare a ridere.
«Scusa, scusa.»
Ci prova a smettere, davvero, ma proprio non ce la fa. Sembra quasi carino con quella espressione offesa.
«Oh fanculo!»
Potrebbe averla presa un po' troppo sul personale.
Nel giro di pochi minuti, tra le risa malamente nascoste di Harry e l'orgoglio profondamente ferito di Louis, arrivano a casa del primo.
Louis ferma la macchina. L'idea è quella di far scendere il giovane dalla sua macchina il prima possibile e chiudersi nel primo locale che trova.
Ma il suo piano va in frantumi appena sente le parole di Harry.
«Uhm...» comincia incerto. «Ti andrebbe di entrare?»
Inaspettato. Talmente inaspettato che Louis si gira di scatto, forse troppo violentemente. Talmente inaspettato da pensare di esserselo immaginato. Ma Harry lo guarda negli occhi e sorride. Per la prima volta nota le sue fossette. Tentenna.
Non ci pensa davvero ma...
«Okay» annuncia.
L'altro continua a sorridere mentre si sgancia la cintura per scendere dall'auto. Louis ci mette qualche secondo in più ma alla fine esegue gli stessi gesti del riccio.
Arriva fino al piccolo portone, dove lo vede armeggiare con le chiavi in cerca di quella giusta.
Ed è buffo che a un semplice gesto come quello, Louis porta la sua mente a pensare a tutta la sua vita. A tutte le combinazioni che ha provato per cercare la persona giusta, a tutte le chiavi che ha usato per il lavoro, quante chiavi che ha rotto, ha forzato, ha sottovalutato. A quanto la serratura del suo cuore rimanga sempre intoccata, protetta da alti muri e filo spinato.
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Teach Me How To Love Again || L.S.
RomanceQual è la soluzione ai propri problemi? Louis è da tutta la vita che se lo chiede. Ha cercato la risposta ovunque. Nel suo lavoro, che gli ha insegnato che fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Nella sua famiglia, che è sempre stata poco presente...