Capitolo 6

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Il giorno del suo compleanno viene svegliato da tre piccoli pesti che saltano sul suo letto. "Auguri Lou!" e "Auguri papà!" urlano.

Diciamo che non è proprio il suo risveglio preferito.

Si rigira tra le coperte affondando di più il viso nel cuscino e mormorando qualcosa che dovrebbe significare "Grazie ragazzi".

Non ha dormito granché stanotte, sia per l'evento di ieri sera sia perché ha difficoltà a prendere sonno in una casa non sua.

L'essere lontano dalla sua città e dalla sua quotidianità non lo ha mai fatto impazzire. Piuttosto, preferisce vivere la vita di tutti i giorni, cercare di sopravvivere nella stessa monotonia di sempre.

Solo che oggi, non solo è la vigilia di Natale, ma è anche il suo compleanno. E questo risveglio così diverso dal solito glielo ha ricordato.

«Forza dormiglione, alzati» si aggiunge una quarta voce oltre a quella dei bambini ed è proprio sua sorella Lottie a parlare.

«Mh, no» si lamenta Louis.

«Vuoi passare tutto il giorno del tuo compleanno sotto le coperte?» lo prende in giro lei.

«Ah-ah» annuisce.

Potrebbe giurare di aver visto sua sorella alzare gli occhi al cielo se solo non fosse troppo addormentato per farlo.

«Non se ne parla invece» ridacchia Lottie che si rivolge poi ai bambini. «Forza ragazzi, svegliatelo voi.»

Questi ultimi non se lo fanno ripetere due volte e, dopo essere saltati qualche altra volta sul suo materasso, Louis sbuffa.

«E va bene! Mi alzo, un secondo.»

«Sì!» urlano i piccoli e l'avvocato pensa che quello non è proprio un toccasana per le sue orecchie.

Con lentezza estenuante riesce a staccarsi dal calore delle coperte e cerca di infilarsi le pantofole.

«Forza vecchietto» lo prende in giro Lottie. «Io e i ragazzi ti aspettiamo giù.»

Quando finalmente escono dalla stanza, Louis si ributta a peso morto sul letto.

Giusto altri cinque minuti.



Quelli che dovevano essere cinque minuti si trasformano in venti.

Insomma, gli è consentito almeno nel giorno del suo compleanno, no?

Fatto sta che, dopo aver perso altro tempo per lavarsi, vestirsi e prepararsi a livello psicologico, esce da quella che sarà la sua camera per il resto delle vacanze e che è stata sua anche durante il fiore dei suoi anni.

Infatti è la stessa camera dove è cresciuto, dove ha attaccato i poter dei suoi calciatori preferiti, dove ha visto il suo primo porno, dove lui e sua sorella litigavano ogni giorno.

Da allora è cambiata molto.

I poster devono essere stati staccati, tutti i suoi effetti personali erano stati buttati chissà dove in soffitta, lui stesso non viveva più qui.

E riusciva a sentirlo quanto di sé in quella camera non ci fosse rimasto più nulla, riusciva a sentirla vuota.

Louis non è il tipo che prova nostalgia, non è nemmeno il tipo che si ferma a pensare al passato. Per lui quel che è stato è stato e non va rivissuto.

Non ha mai trovato conforto nei ricordi, ha sempre trovato solo demoni in essi. È come se tutti i momenti belli fossero stati spazzati via da tutto il male che ha ricevuto.

Teach Me How To Love Again || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora