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Aprii gli occhi, lentamente, sperando che quello che era accaduto fosse stato solo un brutto sogno.

Era completamente buio e per un attimo non seppi distinguere ciò che guardavo da quando tenevo gli occhi chiusi.
La condizione di buio che tanto odiavo era arrivata, sapevo che non ci avrebbe messo molto.

Ero sola in quella stanza, non percepivo nessun altro.

Mi era difficile muovermi, probabilmente per via del paralizzante che mi aveva messo Calum nel bicchiere.

Traevo le mie conclusioni, ma nonostante tutto, ancora non capivo come avrebbe potuto fare una cosa del genere.

Dopo poco, uno spiraglio di luce fece intravedere la figura slanciata del ragazzo.
La mia tachicardia era facilmente udibile.
Cosa mi avrebbe fatto?

-"Asia?... tutto bene?"chiese lui. Una domanda retorica che non avrebbe avuto risposta.

Sono assolutamente lontana dallo stare bene.

Una lacrima solcó il mio viso, ripensai a mia madre e la mia strana famiglia ,in generale.
Sentivo il peso delle ore addosso e ancora non sapevo cosa avrebbero pensato di me, se avessi detto tutto, oppure no.

-"Mia madre si preoccuperà" dissi flebilmente ,a causa della voce che sembrava morirmi in gola.

Calum aprì una piccola finestra e strizzai gli occhi dopo aver provato un leggero fastidio.

-"Tranquilla, ci ho pensato io" disse senza mantenere un contatto visivo.

-"Come? Ci hai pensato tu? Posso chiamarla?" chiesi, sperando di ottenere quello che volevo.

Lui semplicemente mi lasció un frullato accanto al mio giacilio.

Sbuffai. Volevo cercare di non mangiare, così forse Calum,l'avrebbe presa come una forma di protesta.

Ma avevo solo un enorme buco nello stomaco che aspettava di essere colmato.

Bevvi in fretta la mia "colazione" e mi alzai per vedere fuori dalla piccola finestrella.

Avevo le mani legate e la corda creava un fastidioso sfregamento sui miei polsi.

Sentii l'aria fresca e un sole caldo. Una perfetta combinazione di cose diverse che si completano, che si sostengono.

Calum era deviato, spezzato da un qualcosa che gli impediva di essere intero.
Mi hanno sempre insegnato che esiste un completamento, la cosiddetta "anima gemella".
Ma ció che ho davvero imparato é che 2 pazzi,insieme, sono solo 2 pazzi.
Avrei voluto essere pazza, con lui.

Non piansi. Non lo feci perché mostrare le debolezze non é una cosa forte in sé, come tutti dicono.

Piangere davanti a qualcuno ti abbassa lo scudo e quel qualcuno potrebbe approfittarne per trafiggerti. Una sola e ultima volta.

Calum non tornó nel seminterrato quel giorno.
Il pensiero di mia madre era fisso, mi chiedevo costantemente dove fosse.

Perché nessuno mi aveva cercata?

Mi guardai intorno e notai uno scaffale con diversi pezzi di alluminio.

Cercai di afferrarne uno e posizionarmelo tra le ginocchia, provai a sfregare e la corda cedette dopo alcuni tentativi.
Di certo quello di Calum non era un crimine ben studiato.

Un grande sollievo arrivó dai miei polsi,lasciando trasparire dei segni rosacei su questi ultimi.

Una parte di me, quella che ascoltavo spesso, mi disse di provare a fuggire da quella tortura.
Mentre un'altra, la parte più debole e suggestionabile, mi diceva di restare, per quel ragazzo che avevo conosciuto poco tempo prima e che mi era piaciuto.

Questa parte vinse.

Il rimpianto non era ancora arrivato, ma in certi momenti é meglio non pensare ,perché se pensi troppo rischi di essere inghiottito da qualcosa chiamata solitudine.

E per una volta non volevo perdere tutto.

Hibrystophilia∽C.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora