Capitolo diciottesimo

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Dall'altura, ormai irriconoscibile dal basso, dalla quale era caduta, si era ritrovata su un mucchio d'erba incolta facente parte di quello che notò essere un immenso giardino. Fece un passo in avanti, uscendo dal pertugio che la sovrastava. D'innanzi a lei zampettava un uccellino, lo osservò gonfiare con grazie il petto minuto, prima che si voltasse a guardarla e, con un cinguettio, scappò via alto nel cielo davanti a se. Alida si riscosse, le era parso, erroneamente, pensò, che quell'uccellino le avesse parlato. Era partita da casa col buio, ma ora, in quel luogo sconosciuto, i raggi del sole, dolci ma ardenti, la riscaldavano. Decise di prendersi un momento per se stessa e posò la borsa, togliendo i vestiti di ricambio con i quali era partita indosso ed infilandoli nella sacca, per poi prendere un sorso d'acqua e mangiare, nel tentativo di calmare il cuore che batteva veloce. Seduta sul prato, si osservò intorno.

Le foglie erano morbide e fresche come seta. Gli alti alberi che circondavano la radura non lasciavano trasparire esattamente cosa vi fosse intorno, ma Alida vide solo distese di prati incolti come quello in cui si trovava, unica eccezione per un sentiero, o almeno così ipotizzò lei, composto da arbusti che forse, tempo fa, potevano esser stati cespugli quadrati e ben curati.

A causa della caduta prolungata, le sue vesti erano impregnate di sudore. Mentre finiva di rifocillarsi scorse una figura alla fine di quell'antico sentiero, subito si rizzò a sedere chiudendo la borsa.

<<Aspetta!>> urlò, vedendo la figura correr via. Le andò dietro, muovendosi il più velocemente possibile sino a metà percorso.

<<Finalmente ne è arrivata un'altra!>> disse la figura, mentre Alida si avvicinava. La ragazza che aveva di fronte aveva un aspetto maturo nonostante la giovane età.

<<Come dici?>> chiese Alisa, avvicinandosi con le mani in alto per farle capire di non essere pericolosa.

<<Dov'è il tuo assistente, prescelta?>> chiese lei. Alida rimase sconvolta da quelle parole. La stavano aspettando. Si schiarì la voce.

<<Sono solo io.>> mormorò, avvicinandosi sempre più. Una volta che la ebbe davanti notò che la ragazza era poco più alta di lei, portava un vestito bianco in contrasto con i ricci capelli corvini, e lunghi guanti bianchi. Ma la cosa che la stupì maggiormente furono le orecchie. Al lato del capo scendevano lunghe e pelose orecchie bianche da coniglio. Non aveva mai visto un essere simile, ma ricordava, dalle storie sul regno di Unshantry, che il luogo era popolato da esseri bizzarri e semi umani. La ragazza fece un espressione infastidita e sospirò.

<<Come ti chiami?>>

<<Alida, tu?>>

<<Mime. Bene Alida, seguimi. E' ora di andare, e siamo già in ritardo.>> disse la ragazza, controllando un orologio di ottone da taschino. Alida non riconobbe i simboli scrittivi sopra, ma non ebbe il tempo di pensarci su poiché Mime prese a correre tra gli alti alberi le cui fronde scendevano fin quasi a toccare terra. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2024 ⏰

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