capitolo Aiden

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Infilo i jeans scuri e cerco la mia t-shirt nera, perlustro con lo sguardo tutta la stanza ma non la trovo.
"Cercavi questa?"
Eloise sventola il suo trofeo a mezz'aria con uno sguardo seducente.
Mi avvicino a lei, che resta semistesa sul suo letto, afferro ciò che mi appartiene e la indosso.
"Potresti restare a dormire."
Il mio viso si deforma nell'udire questa proposta e so che questo è il campanello d'allarme per mettere fine alla storiella di sesso di turno.

"Io non dormo con nessuna, non porto a casa mia nessuna e non avrò una relazione fissa con nessuna."
Questa filastrocca la ripeto ogni volta che conosco una donna per mettere in chiaro i miei propositi, purtroppo devo ripeterla ogni qualvolta faccio la cazzata di andare a letto per più di una volta con la stessa ragazza.
Errore mio, lo so, questa è stata la nostra seconda scopata quindi è ovvio che si sia illusa.

Perché le donne sono così?
Non riescono a capire che noi uomini siamo sinceri quando le avvisiamo che siamo alla ricerca di sesso e nient'altro.

"Ti lascio il mio numero, così sarà più facile vederci la prossima volta."
Altro campanello d'allarme.
"Eloise, cara Eloise, non è il caso."
Dopo aver indossato le scarpe sono pronto con il telefono in mano a correre via da tutto questo.
" Ma non possiamo aspettare di incontrarci per caso al Club del tuo amico, come è successo fin'ora."
Porto una mano fra i capelli per scompigliarli dato che gli occhi mi cadono allo specchio ovale posto su un'anta dell'armadio noce.
"È stato bello Eloise, ma non cerco altro da te o da qualunque altra donna su questa terra, e non vado mai oltre quello che c'è già stato fra noi, quindi è meglio se non ripetiamo la cosa."
Nonostante non la stia guardando, riesco a percepire la stizza nei suoi movimenti mentre si alza dal letto e cerca i suoi vestiti.
Si avvicina con un volto livido di rancore e intercetto appena in tempo la sua mano che prova a schiaffeggiarmi riuscendo a bloccarla.
"Sei un vero stronzo."
Leggo nei suoi occhi rabbia ma non mi sento in colpa.

"Sono stato chiaro fin dal primo momento, cercavo solo sesso occasionale e nient'altro, non ti ho mai presa in giro, non sono responsabile delle fantasie che ha partorito la tua mente su noi due."
Lascio andare il suo polso e mi incammino verso l'uscita di casa sua, non ho visto traccia di sentimenti in lei, solo un ego ferito.

Appena sono in strada la notte mi avvolge nella sua oscurità, cammino per le strade deserte di una città che mi ha visto crescere, mi ha visto fare cazzate, ha assistito al mio amore e anche al mio dolore.
Alcuni clochard dormono su cartoni a terra, in un angolo, e penso a quanto il mondo ed il genere umano sia orribile ed ingiusto.

Dopo tre isolati arrivo al parcheggio di fronte il Last soul, il Club di Brian, è qui che avevo lasciato la mia auto un paio di ore fa, prima di andar via  con la bionda, diretti a casa sua.

Lo scorcio del Manhattan bridge che si scorge da qui è sempre bellissimo, ogni volta ho l'istinto di cercare la mia fidata macchina fotografica, ma è uno scatto che ho fatto miliardi di volte, eppure, trovo nei paesaggi sempre qualche particolare diverso.
Delle risate mi distraggono e nel girarmi vedo uscire i ragazzi che lavorano al Club finire il proprio turno, saluto tutti con un cenno del capo e un sorriso di cortesia, in lontananza vedo il mio migliore amico accendersi una sigaretta.
Non posso esimermi dall'avvicinarmi e prenderlo in giro.
"Come giustificherai ad Iris la puzza di tabacco quando salirai a casa?"
I suoi occhi azzurri mi intercettano nella notte, un sorriso strafottente lo accoglie quando mi viene pigramente incontro.
"È un vizio terribile  a cui sto cercando di rinunciare, ma ho bisogno di un po' di tempo per riuscire a vincere la tentazione di accendermene una."
Ho sempre odiato questo suo vizio.
"Oggi è la terza sigaretta, sono a buon punto."
Mi compiaccio, nel periodo in cui aveva perso la donna che ama non faceva altro che fumare, a volte bere e isolarsi dal mondo.
"Dicono che devi buttare il pacchetto e basta."
Ridacchia, i capelli biondi un po' troppo lunghi finiscono sugli occhi e lui li sposta con una mano.

Appuntamento con il destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora