capitolo 14 Violet

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Porto una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio destro, il resto è un cumulo di onde morbide fissate con forcine in una bella acconciatura alta.
Fisso la mia immagine allo specchio e non mi riconosco affatto nella ragazza riflessa.
I miei occhi sono contornati da ombretto scuro sfumato, le ciglia più lunghe grazie al mascara, le labbra invece molto evidenti a causa del rossetto rosso fuoco.
"I vestiti sono già stati selezionati e abbinati alle borse, sono anche disposti già in sequenza. Vuoi una mano per indossarli?"
Chiede Jessy mentre riordina i trucchi e la piastra per capelli nel suo enorme borsone grigio.
"L'aiuto io con i vestiti."
Patty risponde al mio posto, visibilmente entusiasta, di certo più di me per questo shooting.
Saluto e ringrazio la professionista inviata dall'agenzia pubblicitaria che si è occupata di tutto, mentre io sto già ammirando i sei outfit appesi a delle grucce sparse nel mio ufficio,accarezzo il tessuto di seta liscia del primo che richiama i colori delle ninfee di Monet.
Il lilla che si scontra con il blu, qualche sprazzo di verde misto al bianco, sparsi qua e là.

"Sono bellissimi questi vestiti, come ti invidio."
Sul volto della mia amica è evidente la sua voglia di essere al mio posto, io non sono molto entusiasta di aver accettato, o meglio, essere stata costretta a farlo.
"Se vuoi ti cedo il mio posto."
Vado a sedermi sulla poltroncina ampia posta di fronte alla scrivania.
Mi ci getto con un senso di ansia che mi stringe lo stomaco.

"Il tuo caro Mr. Ritratto ha voluto te, vogliamo parlare di questo piccolo particolare? Senza aggiungere il fatto che tu abbia accettato."
Le sopracciglia sottili e nere di Patty si muovono su e giù, lo sguardo non lascia dubbi su cosa stia pensando al momento.
"Non è come pensi, lui non ha un reale interesse per me, ed io lo sai che ho dovuto accettare perché la Signora Tally mi ha costretto a farlo."
Ricordare quella conversazione con il mio capo non mi fa piacere per niente, credo sia la prima volta in cui l'ho vista entusiasta e, allo stesso tempo, diabolica.

Flashback

"Non posso credere di avere questa opportunità."
La Signora Tally, avvolta nel suo tubino rosso di Valentino, si siede sulla sua sedia di pelle nera dietro alla scrivania del suo ufficio, poggia le spalle e il capo allo schienale e sorride vittoriosa fissando il soffitto.
La sua espressione quasi trasognata mi fa capire di essere quasi invisibile al momento per lei, almeno fino a quando non mi fissa ad un tratto con due occhi ridotti a fessure e l’indice rivolto minacciosamente verso la sottoscritta.
«Tu, mia cara, sei il mio Jolly per riuscire ad ottenere una mostra intera dedicata alle sue opere.»
Batte frenetica i tasti del suo Laptop, la stampante al suo fianco si avvia e sputa fuori un foglio che indica, mi avvicino ad essa e lo recupero, non appena ne leggo il contenuto lei fa eco ai miei pensieri.
«Mostra fotografica di Aiden Stewart, la prima in assoluto, al Met, a cura di Jaden Tally.»
La sua voce sembra leggermente stridula quando arriva a pronunciare il suo nome facendomi sussultare , ma i brividi arrivano quando mi inchioda con quello sguardo sospettoso.

«Violet, io non so cosa ci sia fra te e lui adesso, ma so cosa ci sarà.»
Alzo le mani come se volessi respingere le sue allusioni.
«Non c’è nessun rapporto fra me ed Aiden, ed io…»
Vengo però interrotta dalla sua ira.
«E tu allora lo sedurrai, lo farai innamorare, non mi importa se dovrai addirittura andarci a letto, ma tu farai in modo che Aiden Stewart farà una mostra fotografica con noi.»

Sgrano gli occhi e non voglio credere di aver sentito bene le sue parole, ma lei resta seria quindi mi riprendo dal mio stato di shock.
«Spero sia uno scherzo ciò che ha appena detto Signora Tally, io non andrò a letto con un uomo solo per convincerlo a...»
« Andiamo, sii onesta, come lui ha buttato l’occhio su di te, è impossibile che tu non abbia fatto lo stesso, è un gran pezzo di ragazzo, affascinante e pieno di talento, immagino non solo dietro l’obiettivo.»
Strizza l’occhio rendendo ancora più chiare le sue allusioni.

«e’ contro ogni morale e serietà professionale da parte sua dirmi di…»
Per l’ennesima volta il mio capo mi interrompe, questa volta tendendo la mano verso di me.
«cara ragazza, non devi prendermi proprio alla lettera, se non vuoi, ciò che voglio dire è solo che se riuscissimo a convincere il Sig. Steward, per noi, e soprattutto per te, sarebbe grandioso e... sinonimo di promozione.»
Stringo le mani in due pugni e non posso credere che Aiden sia l’unico ostacolo fra me e la mia promozione.

«Il primo passo è guadagnare la sua fiducia, professionalmente parlando, accettando di rappresentare il Met posando per alcuni scatti, in fondo l’artista va sempre assecondato.»
Fine flashback

L'idea di fare da modella non mi entusiasma affatto, ho passato la vita a cercare di passare inosservata, perché quando ero al centro dell'attenzione, lo ero per motivi sbagliati, per via della mia malattia.
Ma al solo pensiero di passare del tempo con lui, di sentirmi il fulcro delle sue attenzioni, una parte di me è elettrizzata.
Mi dico di restare con i piedi per terra, di non credere che lui possa provare le mie stesse emozioni quando siamo nella stessa stanza, quando siamo vicini.

È solo un gioco per Aiden, deve esserlo anche per me.

Questa verità dovrà diventare il mio mantra, soprattutto quando incontro i suoi occhi, perché in quegli istanti rischio di soffocare sotto un cumulo di ghiaccio.

Il telefono sulla scrivania suona, guardo l'orologio di pelle al mio polso, l'orario di chiusura del museo è passato da appena dieci minuti, gli ultimi visitatori saranno già in coda per l'uscita.
La mano tremante arriva alla cornetta e la porto all'orecchio, Giuly, la ragazza all'accettazione, proprio come immaginavo, mi informa dell'arrivo di Aiden.
Un tonfo mi fa voltare, ispeziono la stanza ma Patty non si è accorta di nulla, continua a guardare i vestiti che indosserò, mi rendo conto di aver sentito solo io quel frastuono, era il mio cuore che pompava con irruenza facendo un gran rumore.

Dopo aver ringraziato la receptionist riaggancio, ingoio il nodo in gola e so che il tempo per potermi abbandonare alle emozioni e ai dubbi è finito.
Di fronte a lui dovrò essere impassibile, dovrò indossare una maschera, quella di donna sicura di sé, pronta a giocare .
Beh, non posso nascondere che la seduzione con Aiden ha un buon sapore, un gusto dolce, ed io non sapevo di esserne così golosa.
Io, proprio io che non sono stata mai capace di sedurre nessuno, nemmeno di andare oltre un appuntamento, oltre un bacio.

"Forza, Violet, risvegliati dai tuoi sogni ad occhi aperti, vieni ad indossare il primo abito."
Scrollo la testa per tornare alla realtà, una che prevede me, lui, altri professionisti pronti per questo shooting fotografico e la mia migliore amica.
Raggiungo Patty e inizio a sfilarmi la gonna nera, per passare poi al top verde, che poso sulla poltroncina.
Afferro il vestito dalle sue mani ma la sua espressione diventa severa.

" Che succede?"
Chiedo confusa, ma è già con le mani sulla mia schiena pronta per sganciare il mio reggiseno.
"Questi bellissimi abiti vanno senza questo, forza Violet, renditi conto per una volta tanto che sei bellissima."

Autostima.
Mi è sempre mancata, forse perché non ho fatto altro che cercare di restare nell'ombra dati tutti gli sguardi che si posavano su di me, perché non erano mai di ammirazione, bensì di pietà.
Le mie esperienze con l'altro sesso sono piuttosto scarse, anche quando finalmente al college non ero conosciuta come la ragazza malata, ma ero una qualunque, eppure, ogni sguardo o apprezzamento che ricevevo, mi sembrava falso.

Indosso l'abito, le spalline sottili rischiano di scivolare, il seno è messo in leggera evidenza dallo scollo a V, accarezzo  la gonna che dal girovita in giù è molto ampia e arriva fino al pavimento, la seta è molto liscia e fresca sotto il mio palmo.
Patty mi porge dei sandali gioiello neri con un tacco vertiginoso e so già che farò una grande figuraccia.

Dopo averle indossate a malavoglia e aver preso la prima borsa da sponsorizzare, raffigurante le ninfee di Monet, siamo in pochi minuti nella sala principale.
Non appena vedo Aiden, il mio stomaco si contorce, nonostante lui sia di spalle e stia sistemando l'asse delle luci.

Ad un tratto si volta dalla mia parte, forse richiamato dal rumore di tacchi.
La sua espressione, il modo in cui i suoi occhi accarezzano tutta la mia figura, il modo in cui le sue labbra si schiudono e come il resto del corpo si immobilizza, mi fa sentire per la prima volta in vita mia, bellissima.

Appuntamento con il destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora