capito 1 Aiden

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Aiden

Deposito una rosa bianca sulla pietra grezza, ne accarezzo il contorno sentendo sotto i polpastrelli un freddo che penetra attraverso la mia pelle e che, arriva fino al cuore.

«Avresti dovuto vedere quell’idiota di Brian, la voglia di prenderlo a pugni a volte era davvero tanta, anche tu lo avresti strigliato per l’idiozia che stava per commettere.»
Fisso i suoi occhi chiari e mi sembra di intravedere quel solito sguardo seccato.

«Ricordi quando non ci parlammo per una intera settimana?»
Ridacchio al pensiero del nostro stupido orgoglio.

«Io ero ostinato a credere di aver ragione, caparbio nel non cedere per primo, a evitarti.»
Infilo una mano fra i capelli nero corvino e li scompiglio, sentendomi un pò a disagio per quel ricordo.

«A dirla tutta non ricordo nemmeno per quale stupido motivo iniziò tutto.»
Ammetto ad alta voce, con la fronte corrucciata, continuando a cercare di scavare nella mia mente alla ricerca di un motivo, ma non ci riesco.

«So solo che poi, nel vederci, ci ritrovammo contemporaneamente a correre l’uno dall’altro, bastò uno sguardo ed eri già fra le mie braccia.»
Il tenero sorriso che si forma sulle mie sottili labbra, purtroppo dura poco, perché ne segue un silenzioso rimprovero verso me stesso per essere stato così stupido da perdere anche solo un istante lontano da lei, credendo scioccamente di avere tutto il resto dei miei giorni.

Noi esseri mortali commettiamo sempre il solito errore, crediamo di avere a disposizione tutto il tempo che desideriamo, ma non è così, non possiamo sapere quando il count down inizia.

Scuoto la testa sofferente e cerco di scacciare quei pensieri, o almeno fingo di farlo.
«Per fortuna è rinsavito il nostro amico e non si è lasciato sfuggire l’amore della sua vita, perché sarebbe stato un peccato.»

Mi sembra quasi di udire il suo sospiro che fa eco al mio.

«Già! Lo so piccola, lo so.»

Non  aggiungo altro, non c’è bisogno di dire ad alta voce che noi non avremo questa fortuna.

Le mando un bacio volante e le prometto come sempre che ritornerò il mese prossimo, non appena mi volto, le prometto che continuerò a vivere la mia vita, ma questa è una promessa che non riesco mai a fare guardandola dritta negli occhi, perché so che è una menzogna.

Attraverso il cancello di questo posto, ormai mi fa sentire un po’ a casa, perché qui c’è lei, e mi dirigo al mio caro camarano blu, amo le auto d’epoca, è una eredità di mio nonno e ne sono molto geloso.

All’inizio venivo qui ogni santo giorno, non potevo farne a meno, poi mi sono convinto a farle visita solo ogni settimana, sotto suggerimento della psicologa, appuntamento fisso, ora, a distanza di due anni, mi obbligo, con grande sforzo, a venire a trovarla solo ogni mese, esattamente il ventitre, il giorno in cui ci siamo messi insieme, quasi per ricordare qualcosa che non tornerà più ma che mi ostino a non dimenticare.

Come si può dimenticare l’amore della tua vita?

Io e Susanne eravamo perfetti insieme, le stesse passioni, ovvero la fotografia, gli stessi gusti musicali, culinari, gli stessi principi, a volte l’uno finiva le frasi dell’altro, e poi scoppiavamo a ridere di quanto fossimo mielosamente incastrati bene fra noi.

Se solo quel maledetto incidente avesse portato via anche me, ora, almeno, staremmo insieme anche nell’aldilà, invece, io, sono sopravvissuto.

La rabbia mi corrode le viscere ogni santa volta che rivivo quei maledetti momenti, ogni volta che in piena notte mi sveglio gridando il suo nome, ogni volta che rivedo i fari di quell’auto venirci addosso, sfondare il posto del guidatore dove c’era lei.
Magari se avessi guidato io non sarebbe successo, se solo non ci fossimo distratti anche se eravamo fermi a quel maledetto semaforo, forse lo avrei visto in tempo, avrei sterzato, sarei riuscito a fare qualcosa.

Appuntamento con il destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora