violet

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Violet
Spazzolo i capelli, constato fra me e me che forse sono un po' troppo lunghi, poso la spazzola e liscio il vestito che indosso e che Patty ha scelto per me.
Sono più di dieci minuti che trovo difetti in ogni cosa.
Le spalline troppo sottili, il color corallo, i sandali gioiello, persino la borsetta credo sia eccessiva.

Lo sguardo mi cade sul New York Times gettato sul letto, in copertina proprio lui, Aiden, insieme ad altri tre famosi fotografi, che verranno premiati come tali a Brooklyn, proprio la sera della mostra alla galleria.
Scioccamente mi sento delusa perché so che non sarà presente in una serata per me così importante.
In verità non sa nemmeno della mostra che si terrà questo sabato e di quanto sia importante per me.
Lui, comunque, sarà a questo gala per ricevere il suo meritato premio, mentre io sarò indaffarata a supervisionare la mostra che sto organizzando per la prima volta tutta da sola e che mi permetterà di mostrare al mio capo ciò di cui sono capace.
La speranza è che vada tutto per il meglio, deve essere tutto perfetto per avere finalmente la mia promozione, sperando che il mio capo si tolga dalla testa di farmi convincere Aiden, con ogni mezzo, di permetterci di esporre i suoi lavori.

Sono ore che i miei occhi vengono calamitati sempre su quel giornale, sul suo volto, sui suoi occhi.

Un piccolo urlo di frustrazione accompagna i miei passi verso l'armadio dove afferro il cappotto e la borsetta.
Con passo deciso esco dalla mia stanza e poi da casa, diretta al mio appuntamento.
William mi sembra un bravo ragazzo, in questi ultimi tre giorni abbiamo scambiato diversi messaggi e non è stato mai insistente o sgarbato.
Ed è anche sexy, lo ammetto.

Mi ha fatto molto ridere quando aprendo il messaggio di stamattina mi sono ritrovata la sua faccia triste mentre indicava una bella macchia di caffè sulla camicia bianca.
"Pensarti mi distrae molto."
È stata carina la dicitura scritta sotto.

Peccato che avrei tanto voluto che il mittente fosse qualcunaltro.

Di Aiden nessuna notizia, non che abbia il mio numero per contattarmi, probabilmente non lo avrebbe nemmeno fatto avendolo, di certo sono stata la quasi scopata di una sera per lui.
Tutto qui.

Il luogo scelto dal mio accompagnatore per il nostro appuntamento è il Club Last soul.
Ha detto "quale posto migliore per il primo appuntamento se non quello in cui ci siamo baciati".
Di sicuro sono felice che si tratti di un posto semplice e questo la dice lunga su  chi sia William, nonostante la sua famiglia.
Ebbene, Patty ha scoperto che è il figlio di uno degli imprenditori più ricchi di tutta New York.
A me non importa proprio nulla dei suoi soldi, ma i miei genitori ne sarebbero lieti se lui diventasse per me qualcosa in più.
Adoro che non abbia cercato di far colpo su di me scegliendo un posto lussuoso con piatti gourmet e dress code obbligatorio.
Non amo lo sfarzo come i miei genitori, quelle poche volte in cui ci vediamo sono costretta a cenare con loro in ristoranti stellati e di lusso, o partecipare a feste dell'alta società, fingendo di essere una famigliola felice.

Avrei dovuto proporre un altro posto, giuro che stavo per farlo, poi mi sono detta "cavolo, Violet, perché dovresti? ".
L'unico problema è che starò tutto il tempo in ansia di poter vedere Aiden, oppure passerò la serata a cercarlo.

Quando varco la soglia del Club viaggio con lo sguardo fra i vari commensali fino a trovare Will con gli occhi fissi su di me e un sorriso coinvolgente.
Mi avvicino trattenendo il respiro perché è tutto ciò che ho desiderato da quando il ragazzo della scuola accanto la nostra venne a prendere Patty per portarla al ballo di fine anno.
Un'altra esperienza che ho vissuto attraverso la mia migliore amica.
Qualcuno che mi guardasse con trasporto e ammirazione, io che ho ricevuto nella mia vita sono occhiate di compassione.
Lo stesso sguardo lo riconosco ora negli occhi di William.

"Ciao Violet."
La sua mano avvolge la mia schiena e posa un bacio sulla mia guancia, mi sento stranita ma è un po' stupido da parte mia dato che ho già baciato questo ragazzo.

Prendiamo posto e ordiniamo da bere e un ottimo cheeseburger con patatine, mi sento molto a mio agio con lui, stranamente.
In realtà, in genere, mi sento fuori posto, sono taciturna, di certo non l'anima della festa o la ragazza espansiva che fa amicizia con tutti, quella è Patty.
Ma lui riesce a mettermi a mio agio con un sorriso sincero.
Poi, chiacchierare di arte con lui è davvero piacevole, il tempo ci scorre addosso senza sentirlo, è molto quello che abbiamo in comune.
"Devo passare a trovarti, in fondo la galleria per cui lavori è famosissima, mi farebbe piacere una visita privata della galleria e capire cosa ne pensi di alcune opere."

Afferra il bicchiere colmo di birra e lo inclina verso il mio, allora faccio lo stesso facendo scontrare i due calici.
"Chissà, magari un giorno esporrai uno dei miei quadri, oppure uno dei tuoi."
Lo fisso sorpresa per questa affermazione.
"Ricordo la tua bravura a lezione di disegno Violet, restavo minuti ad ammirarti mentre creavi, hai molto talento."
Abbasso lo sguardo imbarazzata.
"Non esagerare."

Il suo indice raggiunge il mio mento per catturare i miei occhi.
"Vorrei farti vedere i miei quadri e sarei onorato se tu mi permettessi di vedere i tuoi."

Accenno un sorriso, più che altro per cortesia, i suoi modi sono dolci ma non ho mai mostrato a nessuno i miei lavori, se non a Patty e Consuelo.
Mi scosto con garbo da quel piccolo contatto fra noi, ad un tratto mi sento a disagio e proprio in quell'istante il mio sguardo viene catapultato verso il bancone del bar.
Trattengo il fiato nell'incontrare due occhi gelidi che scavano la mia pelle trafiggendola, nonostante la distanza.

Aiden, seduto allo sgabello in pelle nera, poggiato con entrambi i gomiti e con la schiena al bancone, mi osserva, o meglio, ci osserva.
Non so come decifrare l'espressione sul suo volto.
Irritato? Seccato? Contrariato?
Magari sto immaginando tutto.

Però, quando lo vedo alzarsi e venire con passo deciso nella mia direzione, posso vedere perfettamente come serra la mandibola.
Will si volta verso Aiden, il suo sguardo è confuso, ovviamente, mentre quest'ultimo resta immobile davanti al nostro tavolo.
I suoi occhi?  Fissi su di me.

"Posso aiutarti?"
Il mio accompagnatore chiede con gentilezza.

" No, tu no, ma lei sì."
Aiden non rompe l'incastro fra i nostri occhi nemmeno mentre risponde a Will.
"Devo parlarti, in privato."
Sembra quasi ringhiare, i suoi muscoli sono tesi sotto il tessuto della camicia aderente, la postura rigida sembra dire che cerca di trattenersi.
Dal fare cosa?

"Violet, lo conosci?"
Solo dopo queste parole Aiden catapulta la sua attenzione da me a William, non ho il tempo di rispondere perché lo fa lui per me.
"Sì, mi conosce, anzi, ci conosciamo abbastanza bene in realtà, perché vedi, io e lei quattro sere fa abbiamo ..."
Mi alzo in piedi come se fossi stata punta da un insetto e allarmata, con voce forse stridula, mi intrometto nella conversazione per evitare il peggio.
"Lavorato, abbiamo lavorato."

L'angolo sinistro delle labbra sottili di Aiden si alza verso l'alto, si vede proprio che sta godendo della situazione.
"Aspetta, io ti conosco, tu sei Aiden Steward, il fotografo."
William gli porge la mano con entusiasmo, ma questa resta sospesa a mezz'aria.

Prevedo guai.

Prevedo guai

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