11.

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Nei giorni seguenti, tutto scorre veloce e confuso. Ogni volta che provo ad avere una minima interazione con Taehyung, lui sembra quasi... sfuggente. Lo vedo solo di sfuggita: una porta che si chiude proprio mentre arrivo, il suono dei suoi passi che si allontana quando entro in una stanza.

All'inizio penso sia una coincidenza, ma poi capisco che, per qualche motivo, sta cercando di evitarmi. C'è sempre stato distacco tra noi, lo ammetto, ma questo è diverso. È come se stesse facendo di tutto per mantenere una distanza che non aveva mai sentito il bisogno di creare prima.

Proprio quando la pressione di questa situazione inizia a diventare opprimente, sento un colpo secco alla porta. Alzo lo sguardo, e lì, appoggiato allo stipite, c'è Taehyung.

Lo osservo, e i miei occhi si soffermano su ogni dettaglio. Il suo viso è tirato, con le labbra strette in una linea seria e le sopracciglia leggermente abbassate, come se stesse riflettendo su qualcosa di importante. La sua pelle, pallida contro il bordo della porta, sembra ancora più chiara in contrasto con i capelli neri che gli ricadono morbidi sulla fronte.

Ma la cosa che cattura davvero la mia attenzione è ciò che tiene in mano: una maglietta. La riconosco subito, è la mia, quella che aveva preso quella
mattina senza chiedere, quando era stato ferito.

«Ti dovevo restituire questa» dice semplicemente, porgendomi la maglietta. La sua voce è calma, ma ha una strana intensità che mi fa rimanere in silenzio. Avvicino una mano per prenderla, e nel farlo le mie dita sfiorano le sue. È solo un attimo, ma abbastanza da farmi percepire una scossa che sembra attraversare l'aria tra noi. Il suo sguardo sfiora il mio per un istante, un momento di connessione che mi lascia senza fiato, ma poi, in un batter d'occhio, Taehyung ritrae la mano in fretta, come se volesse spezzare quell'attimo di contatto.

Fa per girarsi, ma qualcosa dentro di me scatta, e senza pensarci troppo dico.

«Perché mi eviti?» la domanda esce più forte di quanto avessi intenzione, e lo vedo fermarsi, quasi sorpreso dalla mia voce. Non risponde subito, rimane immobile per un attimo, poi alza lo sguardo e mi fissa direttamente negli occhi. C'è qualcosa nei suoi occhi, un'intensità che non mi aspettavo. Non è più distante, non più indifferente. Il suo sguardo è freddo, ma è come se stesse cercando di leggere ogni singola emozione che può cogliere da me.

«Non ti sto evitando» dice finalmente, la voce calda ma tagliente, come se ogni parola fosse misurata.

A quelle parole, non posso fare a meno di rispondere con un tono più secco. «A me sembra proprio l'opposto»

Taehyung mi guarda dritto negli occhi, ma non c'è traccia di emozione nel suo sguardo. È come se quelle parole non avessero alcun peso per lui. Non c'è rabbia, né difesa, solo una calma glaciale che mi fa sentire ancora più a disagio.

«Non mi interessa quello che pensi» dice, e c'è un gelo nella sua voce che congela ogni mio pensiero.

Sento le parole che mi si fermano in gola. È come se avessi appena sbattuto contro un muro invisibile, uno che non ha intenzione di abbattere. Sto per rispondere, ma prima che possa dire qualcosa, la porta della stanza si apre con un colpo secco. Taehyung sembra sorpreso e fa un passo indietro.

Mia mamma entra senza preavviso, con un sorriso a trentadue denti.
«Ei ragazzi, io e Min-Jun abbiamo pensato di staccare la spina questo week-end ed andare tutti e quattro in montagna» ci guarda con gli occhi luccicanti e le mani incrociate tra loro «Che ne dite?»

L'atmosfera che prima era tesa si dissolve come neve al sole. La mia mente si spegne per un attimo, facendo spazio alla sorpresa. La proposta di mia madre, così improvvisa, è un interruzione che non sapevo di desiderare, ma ora che è arrivata, sembra la soluzione a tutto.

Eclipse: Fratelli D'Ombra  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora