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La festa era ormai finita, e tra la confusione di ragazzi che se ne andavano e il rumore lontano della musica che sfumava, di Taehyung non c'era più traccia. Non che mi aspettassi altro. Ci eravamo lasciati in un modo piuttosto strano, e lui era completamente scomparso. Ma l'ultima frase detta da Taehyung rimbombava nella testa come un martello pneumatico, evitai di pensarci, mentre mi dirigevo verso casa con Jimin.

Arrivato nei pressi di casa, la sorpresa fu trovarlo già lì, fermo davanti alla porta come se nulla fosse.
Alzo un sopracciglio, cercando di nascondere il leggero effetto dell'alcol che ancora mi ronzava in testa.
«Il tuo fratellino ti aspetta» mi dice jimin sogghignando, alzo gli occhi al cielo e lo saluto.
Mi dirigo verso il vialetto di casa e senza dire una parola, entriamo insieme in casa.

Il salotto era buio, illuminato solo dalla luce della TV accesa. Mia madre e Min-jun, erano crollati sul divano, con un film che andava avanti senza spettatori.
Mia madre si sveglia al nostro ingresso, stropicciandosi gli occhi.
Appena vede me e Taehyung, sorride. «Oh, siete già tornati. Com'è andata la serata?»

Taehyung la precedette con un sorriso educato. «È stata una bella serata. Ho conosciuto gli amici di Jungkook, erano... interessanti.»

Lo guardai per un momento, cercando di capire se mi stesse prendendo in giro o se fosse serio. Mia madre sembrava sollevata. «Sono contenta che vi siate divertiti.» Il tono era dolce e soddisfatto, come se la sua missione fosse compiuta.

Provai a non far trapelare quanto fossi ancora brillo, e con un tono incerto dico: «Sì, tutto bene, mamma. Taehyung è... un tipo interessante.» Non so perché l'ho detto, ma l'alcol mi ha reso sarcastico, e le parole uscirono prima che potessi controllarle.

Mia madre, per fortuna, non ci fece caso. Ci augurò la buonanotte e si ritirò in camera con Min-jun.
Io, invece, mi infilai a letto, ma il letto sembrava girare troppo per prendere sonno. Mi girai e rigirai, sentendo lo stomaco vuoto e la testa pesante.

Decido di alzarmi per cercare qualcosa da mangiare, magari avrebbe aiutato. Camminai piano verso la cucina, sperando di camminare il più dritto possibile e di non svegliare nessuno .

Quando apro la porta del frigorifero la luce mi colpisce all'improvviso, infilo la testa nel frigo cercando qualcosa di veloce, che potesse aggiustare lo schifo a cui mi ero ridotto.

Sento un rumore di biscotti sgranocchiati, mi giro subito un spaventato, non sono abituato a tutte queste persone in casa.

Taehyung è lì, parzialmente illuminato dalla luce del frigorifero, appoggiato al bancone con un biscotto in mano. Il rumore del morso spezza il silenzio della cucina, e i suoi occhi si alzano su di me, quasi come se mi stesse aspettando.

Rimango fermo un secondo, «Apparirai sempre così all'improvviso?»gli chiedo, cercando di suonare più sobrio di quanto in realtà non fossi.

Taehyung alza un sopracciglio, come se la mia domanda fosse la cosa più ridicola che avesse mai sentito. «Forse» rispose con un mezzo sorriso, mordendo un altro pezzo di biscotto. «Non ti piace essere sorpreso, eh?»

Scossi la testa, cercando di non far vedere che mi dava fastidio la sua nonchalance. «No, direi di no.»

«Beh, ti ci abituerai» replica, con una calma irritante, fissandomi mentre masticava lentamente, quasi provocatoriamente. Era come se non ci fosse mai fretta con lui, come se avesse tutto il tempo del mondo per metterti a disagio.

«C'è altro a cui dovrei abituarmi, per riuscire a vivere sereni?» chiedo, appoggiandomi al bancone di fronte a lui. Il mal di testa iniziava a farsi sentire, e l'effetto dell'alcol non stava aiutando. Ero irritato e confuso, e quel suo atteggiamento misterioso non faceva che peggiorare le cose.

«A me» disse semplicemente, lasciando cadere quella frase nell'aria come se fosse ovvia. «Purtroppo non andrò da nessuna parte. Quindi tanto vale che ti abitui.»

«Chissà se tu ti sei abituato a te stesso» questa frase mi uscì di getto, fu l'unico pensiero che il cervello creò in quel momento.

Taehyung mi fissa per un attimo, sorpreso dalla mia risposta. Poi un sorriso sottile si forma sulle sue labbra, ma questa volta sembrava più sincero, quasi divertito. «Touché,» mormora, scuotendo leggermente la testa. «Ma tranquillo, ci sono abituato. Sono un esperto nel sopportarmi.»

«Beato te, non ti conosco nemmeno e già non ti sopporto» rispondo, appoggiandomi al bancone con una mano mentre cercavo di nascondere la confusione che mi aveva causato quella piccola scintilla di umanità che avevo appena intravisto in lui.

Taehyung alza le spalle, come se fosse la cosa più naturale del mondo. «Non è difficile, basta ignorare le parti che non ti piacciono.»

«Sembra facile» ribatto sarcastico. «Ma se lo fai troppo, rischi di non capire nemmeno chi sei.»

Lui mi osserva per un momento, il suo sorriso sparisce, lasciando spazio a un'espressione più seria. «Forse è proprio quello che voglio» dice piano, il tono della sua voce suona stranamente vulnerabile. Poi torna a masticare il biscotto, come se quella confessione non fosse mai stata detta.

Lo guardo perplesso da quel cambio improvviso. Non capisco se vuole sfidarmi o se, per un attimo, mi aveva lasciato vedere qualcosa di più profondo. Mi gratto la nuca, cercando di distogliere la mia mente da tutto questo e di concentrarmi su qualcos'altro.

Ma con la stessa silenziosa naturalezza con cui era apparso, Taehyung si allonta, lasciandomi lì, in piedi nella penombra della cucina, il frigo ancora aperto e le briciole di biscotti sparse sul bancone.

Eclipse: Fratelli D'Ombra  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora