The Raven
Mentre Eliot aiutava Gillian a chiudere il cappotto, Drake aiutò me a farlo. Fortunatamente avevo bene o male la stessa taglia di Gillian, quindi mi aveva prestato i suoi vestiti. Ero solo un po' più alta di lei, mi aveva prestato uno dei suoi cappotti più... Sobri. Era caldo, marroncino e lungo fino al ginocchio. Poi indossavo degli stivali lunghi fino a metà coscia e dei leggings neri. Sotto al cappotto avevo una semplice maglietta attillata e nera. Il cappotto di Gillian era invece sul rosa. Io avevo lasciato i capelli sciolti, lei li aveva stretti in due trecce alla francese che le avevo fatto io. Negli anni ero diventata brava a farle, più e più volte, nonostante ora le odiassi su di me. Mi ricordavano tante cose che non volevo ricordare. Drake mi sorrise e mi mise un cappello in testa per tenermi calda. Kaden ci stava fissando, le sue iridi gelide. Era gennaio e faceva davvero molto freddo. Zeke stava scrivendo qualcosa sul cellulare mentre Tristan alle sue spalle guardava interessato. Quando Zeke se ne accorse con la coda dell'occhio lo ripose nella tasca ignorando il sorrisetto di Tristan. Eliot fu il primo ad uscire per andare in macchina ed accendere il riscaldamento, seguito da Tristan che continuava a provocare Zeke. Gillian li seguì correndo emozionata, rimanemmo io Drake e Kaden. Drake si sistemò i capelli e prese la cintura per il mio cappotto, avvicinandosi. Kaden gliela strappò di mano.
"Vai." Disse freddamente. Drake roteò gliocchi al cielo e uscì. Deglutii quando Kaden si abbassò per fare passare la cintura nelle fibbie del cappotto, stringendola sulla mia vita esile. Strinse forte e mi mancò il fiato. Guardò le mie labbra e i miei occhi sbarrati. Fece un sorrisetto allentandola abbastanza da permettermi di respirare e la chiuse. Il tutto guardandomi negli occhi.
"Stasera fa' la brava, piccola Raven. Non ho voglia di ammazzare nessuno." Mormorò con voce seria. Sbattei le palpebre scioccata. Sentivo caldo, troppo, soprattutto in mezzo alle cosce. Raven... Mi aveva chiamata corvo. Di nuovo. Lo fissai imbambolata non sapendo come reagire. Le sue mani erano ancora sulla mia vita.
'Che intendi' gesticolai con le dita. Ma non rispose. Mi prese la mano e mi portò fuori, chiudendo la porta a chiave. La sua stretta era forte. Mi portò fino alla macchina, per poi lasciare bruscamente la mia mano, come se scottasse e salire davanti accanto ad Eliot. Io salii dietro con gli altri.
"Accendi la musica?" Tristan chiese facendo capolino vicino ad Eliot.
"Basta che non litigate." Rispose alzando ilvolume della radio e guidando per una stradina buia che non avevo mai nemmeno guardato. Alla radio partì "I was made for loving you" dei Kiss e i fratelli immediatamente iniziarono a cantare. Sorrisi vedendo Tristan e Gilliancantare a squarciagola, Drake ridere accanto a me, Eliot che batteva la coscia a tempo, Zeke che suonava una chitarra immaginaria e persino Kaden che sembrava felice. Stava sorridendo. Un sorriso mozzafiato. Incrociò il mio sguardo dallospecchietto retrovisore. Il suo sguardo si fece più intenso. Mi risvegliai dalmio trance quando Gillian allacciò il braccio attorno al mio collo continuandoa cantare. Risi sbracciandomi con loro, mentre gli alberi scorrevano accanto alfinestrino, mentre il vento ululava con noi, mentre il mio cuore battevafortissimo. Non ricordavo più cosa significasse avere una casa, ero con loro datroppo poco tempo per definirli tale... Ma l'amore che avevano l'uno per l'altro, quell'amore che in parte era indirizzato anche a me... Mi faceva sentire parte di qualcosa. C'èra qualcosa di oscuro in queste persone, nelle loro anime, qualcosa che però risiedeva anche nella mia. Qualcosa mi diceva che non era un caso che mi avessero trovata e salvata. Kaden si accese una sigaretta e chiuse gli occhi, aspirando il fumo. Continuai a fissarlo e a sorridere. Però stavolta lui non mi guardò,il suo sguardo era perso a guardare la vegetazione.
"Ti dà fastidio il fumo?" Chiese Zeke accendendosi una sigaretta e fissandomi. Scossi la testa.
"Fumi?" Mi chiese Tristan facendo un tiro dalla sigaretta di Zeke. Di nuovo scossi la testa.
"A me non lo permettono gli stronzi" borbottò Gillian infastidita.
"Gillian." Drake l'ammoní freddamente, facendola sbuffare.
"E comunque volevo stare io vicino al finestrino" Disse lei incrociando le braccia.
"No perché sporchi i vetri disegnandoci sopra e non ho intenzione di pulirli di nuovo" Tristan rispose continuando a fumare e lei gli fece il terzo dito.
Man mano che la strada era in discesa, la vegetazione si faceva meno fitta. I fratelli Westwood vivevano letteralmente isolati dal mondo, non riuscivo a capire nemmeno come potessero avere il wi-fi. Da quel che avevo capito, Zeke era una sorta di hacker, quindi evidentemente l'aveva installato lui in qualche modo. Un telefono cominciò a squillare rompendo il silenzio. Era di Eliot. Lui continuò a guidare e sospirò.
"Kaden vedi chi è" Disse semplicemente tirando la marcia e concentrandosi sulla strada. Kaden lo guardò alzando un sopracciglio. Prese il telefono e guardò lo schermo. "Numero anonimo." Disse semplicemente annoiato. Un muscolo nella mascella di Eliot guizzò quando la indurì, stringendo i denti ed il volante più forte. Kaden aveva un luccichio strano negli occhi. Gillian giocherellava con la sua cintura, Drake si torturava il labbro inferiore con l'indice ed il pollice, Zeke continuava a stare sul cellulare mentre Tristan fissava Eliot con un sorrisino.
"Qualcuno-" Tristan venne interrotto bruscamente.
"No." Eliot prese il cellulare e attaccò, spegnendolo. Era molto... Infastidito. Tristan fece per dire qualcosa ma si fermò e rimase zitto. Iniziammo ad intravedere le luci dei lampioni e così ci addentrammo nella cittadina di Cooper Landing.
Angolo autrice
Questo e i capitoli successivi sono stati particolarmente intensi e belli da scrivere. Stiamo nel vivo della storia ormai.🤍 A presto, spero vi piaccia.~ D
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The Russian River Falls
ChickLitFallire ma tentare. È questo quello che crede Amelie quando i trafficanti di esseri umani, che la tengono prigioniera da cinque anni, la portano nel bosco per ammazzarla, per far in modo che il mondo si dimentichi di lei. Tuttavia le cose non vanno...