Chapter one

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The Raven

Faceva freddo. Riuscivo a malapena a tenere aperti gli occhi al di sotto della benda. Cercai di non battere i denti per non ricevere un altro ceffone. Avevo male ovunque, soprattutto in mezzo alle cosce. Sentivo il sangue secco e incrostato addosso, le labbra screpolate ed i polsi indolenziti per via delle corde. Cercai di non sussultare mentre il van si muoveva. Sentii Johan ed i suoi amichetti ridacchiare allegramente tra loro, come se io non ci fossi nemmeno. Ma forse questo ero: un fantasma, senza casa e senza nome. O meglio: avevo un nome ma non lo avevano mai usato per chiamarmi. L'unica cosa che mi identificava ai loro occhi era un tatuaggio all'altezza delle costole. Il numero con il quale ogni ragazza veniva marchiata dai trafficanti di esseri umani. Stavo silenziosamente contando i minuti, cercando di non far capire che fossi cosciente.

"È un peccato però..." Commentò Ty, uno degli scagnozzi di Johan, ignari del fatto che stessi origliando.

"Non vale nulla con quelle cicatrici orrende che si ritrova." Rispose Johan freddamente. Strinsi i denti. Che stronzo. Come se le cicatrici fossero colpa mia e non sua e dei suoi amichetti malati che abusavano di me e delle altre ragazze regolarmente.

"Beh potremmo tenercela per noi..." Suggerì l'altro suo amico, Russell, facendomi rabbrividire. Mi venne da vomitare.

"Non esiste. Se fosse anche un minimo di valorel'avrei tenuta. Ma ha causato troppi problemi quella piccola sgualdrina."Disse Johan innervosito. Era vero. Ero tutt'altro che servizievole con i clienti che volevano comprarmi e questo aveva comportato che ricevessi numerose punizioni da parte di Johan stesso. Il mio aguzzino e rapitore.

"Quanto manca?" Disse una voce femminile. La compagna di Johan, Kara. Quando lei si aggirava per la casa faceva sempre finta di non vedere. Non le faceva schifo vedere il suo compagno violentare delle ragazzine? A quanto pareva no.

"Pochi minuti." Rispose lui freddamente e sentendo il click di un accendino e la puzza di fumo pensai che si fosse acceso una sigaretta. Oltre all'alcool e alla merda che si iniettava regolarmente, anche le sue sigarette avevano un odore disgustoso. Tutto di quell'uomo faceva schifo dentro e fuori. Mi inumidii le labbra secche e il mio cuore si fermò quando il van si fermò. Centoventi minuti. All'incirca due ore da quando eravamo partiti, escludendo le varie soste. Sussultai non appena uno di loro mi afferrò di peso, trascinandomi fuori dal furgone con violenza. Non opposi resistenza.

"Cammina." Ty disse strattonandomi. Faceva male camminare a piedi nudi sul terreno, soprattutto sulle gambe ancora tremolanti. Avevo ancora la benda sugli occhi. C'era una leggera brezza e sentii le foglie sotto ai piedi. Un... Bosco. Annusai l'aria: odore di pino.

"Toglile la benda." Disse Kara. Ty me la strappò con violenza dal viso. Non c'era molta luce, era nuvoloso... Forse a breve avrebbe piovuto. Sbattei le palpebre continuando a camminare nonostante il dolore. Il bosco era fitto, c'erano solo alberi... Ma in lontananza sentivo il rumore del mare. Forse c'era anche un faro nelle vicinanze. Ci fermammo dopo pochi minuti, Ty mi spinse violentemente a sedere sul terriccio e portai le ginocchia al petto in silenzio.

"Una sola parola e ti spezzo il collo."Johan mi trucidò con lo sguardo. Guardai altrove rimanendo zitta. In realtà nonparlavo da poco più di un mese, a malapena mangiavo. Sembravo tutto fuorché un essere umano. Ma forse questo non lo ero più da tempo. Guardai con orrore i due scagnozzi scavare una buca nel terriccio. Mi si ghiacciò il sangue nelle vene. Loro sapevano... Sapevano quanto odiassi gli spazi stretti. E nel tempo questa paura me l'avevano fatta rivivere in ogni modo possibile e immaginabile. Chiusi gli occhi, affondando le unghie nella carne delle cosce. L'idea di essere seppellita viva mi faceva mancare il respiro, i miei occhi si riempirono di lacrime. Non piansi. Non emisi un suono. Ricordai le urla. Le mie urla di dolore. Non riuscivo a dire una sola parola e questo loro lo sapevano, erano uno dei tanti motivi del perché non servivo più evidentemente. La mia voce era come bloccata, come se fosse stata strappata. Ma questo non mi aveva fermata dal ribellarmi costantemente. Kara mi lanciò un'occhiata e sbuffò sonoramente guardandosi le unghie rosse. Iniziò a battere nervosamente un piede sul terriccio.

"Ci vuole molto?" Chiese spazientita.

"Non mi rompere il cazzo." Rispose brusco Johan continuando a fumare e a dare ordini ai due coglioni.

Mi guardai intorno. Eravamo circondati dal nulla se non da alberi... Un sussurro nel mio cervello mi fece quasi sussultare.

'Scappa.' Sapevo che mi avrebbero presa e ammazzata sesolo mi fossi alzata. Erano ancora impegnati a scavare la buca i due stronzi,mentre Kara aveva iniziato a discutere con Johan animatamente. Non mi stavanoguardando. Era la mia occasione. Sarei morta provandoci perlomeno. Non mi sareiarresa. Mi avevano tolto tutto. Quando non hai niente da perdere e il tuo unico obiettivo è sopravvivere, la paura ti annebbia la vista, bloccandoti ilrespiro, pompando il sangue sempre più velocemente. Può essere un ostacolo per sopravvivere ma è anche ciò che ti ricorda che sei vivo, che sei reale.Lentamente contai fino a 10 nella mia testa. Mi alzai sulle ginocchia traballanti, non sarei durata molto nella corsa ma avrei sfruttato ogni secondo al meglio, anche solo per nascondermi. Feci un passo indietro, un altro ancora ma le foglie fecero rumore. Cazzo. Si voltarono tutti di scatto nella mia direzione e neanche mi concessi il tempo di vedere le loro facce. Sfrecciai via come una furia, consapevole che avessi i diavoli alle calcagna, nel vero senso della parola. Sentii Johan urlare vari insulti, mentre Ty e Russell mi rincorrevano. Faceva male anche solo respirare ma corsi a perdi fiato, i piedi martoriati sotto al terriccio. Evitai rocce appuntite, addirittura dei vetri. Il sudore invase ogni fibra del mio corpo ma non potevo fermarmi. Mi nascosi dietro un albero, tappandomi la bocca e riprendendo fiato dolorosamente. Lacrime scendevano lungo le mie guance, la paura mi stava divorando e logorando. Mi guardai attorno cercando di restare lucida, nonostante stessi per vomitare il cuore e gli organi. Uno sparo nell'aria mi fece immobilizzare.

"Avanti biondina, torna qui e forse non ti faremo un buco in quella testolina da idiota che ti ritrovi." Disse con voce meschina Russell. Non mi mossi. Altro sparo nell'aria, trattenni a malapena un singhiozzo.

"Giuro che se la prendo..." Nemmeno finii di ascoltare la frase che ripresi a correre. Sparavano alle mie spalle alla cieca, per un pelo non finii col cervello spiaccicato al suolo. Arrivai davanti ad un albero gigantesco e saltai, aggrappandomi al tronco e salendo velocemente, nascondendomi tra i rami spessi, prima che mi vedessero. Mi tappai nuovamente la bocca, cercando di non ansimare. Notai un corvo poggiato poco più sopra di me. Mi fissava accigliato. Vidi il mio riflesso nelle sue iridi scure come la notte, vidi le mie lacrime. Vidi solo debolezza. Schifo. Vergogna. Sarei sopravvissuta? Il corvo gracchiò, prima di prendere il volo. Mi aggrappai con forza al tronco, restando in silenzio quando i due coglioni si avvicinarono all'albero. "È solo uno stupido uccellaccio. Se non troviamo quella sgualdrina, Johan ci ucciderà." Sbottò Ty, sparando in aria e facendomi sussultare. Un ramo si spezzò e mi immobilizzai. Lentamente alzarono lo sguardo e sorrisero in modo gelido, vedendomi.

"Eccoti qua." Disse prima di sparare in aria. Urlai saltando giù dal ramo e aggrappandomi disperatamente ad un altro albero, le mie unghie graffiarono il legno così forte che uscì il sangue. Strinsi i denti, issandomi in fretta e nascondendomi tra le foglie e i rami.

"Puttana del cazzo!" Urlò Russell quando gli lanciai delle pigne addosso con forza. Sparò nella mia direzione e saltai giù, su dei rami più bassi. Saltai di nuovo, atterrando sulle ginocchia e riprendendo la mia corsa spericolata. Un proiettile mi colpì proprio alla gamba, facendomi urlare dal dolore. Caddi a terra e il sangue sgorgò velocemente dalla ferita. Strisciai via, piangendo e lasciando una scia di sangue sulle foglie, mentre i miei due aguzzini si avvicinavano infuriati.

Angolo autrice

Ehilà! Dopo tantissimo sono tornata con una nuova storia. L'inizio è già molto movimentato. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate🤍

IG: authord.c.rivers

~ D.

The Russian River Falls Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora