Chapter three

20 2 9
                                    

The Raven

Aprii lentamente agli occhi, mettendo a fuoco l'ambiente circostante. Il soffitto di legno, il rumore del fuoco scoppiettante nel camino... Soffici lenzuola che stavo stritolando tra le dita senza neanche rendermene conto. Mugolai appena, avvertendo una fitta alla coscia. Tirava. Lentamente lasciai andare le lenzuola e le scostai. Indossavo ancora la maglietta sgualcita ma non ero più sporca di sangue. Qualcuno mi aveva spogliata e ripulita. I miei capelli erano bagnati. Toccai la zona dietro la nuca e la tastai. Abbastanza umidi. Notai una fasciatura attorno alla gamba. Ero stata medicata... Tentai lentamente di tirarmi su, senza sforzare troppo la gamba.

"Non lo farei se fossi in te." Disse una voce profonda alla mia destra. Voltai di scatto la testa, sbarrando gli occhi. Un ragazzo era appoggiato con la spalla sullo stipite della porta. Sembrava rilassata la sua posa, aveva una caviglia dietro l'altra. I ciuffi castani ricadevano sul viso, quasi sugli occhi marroni mentre sul labbro inferiore spiccava un piercing. Era alto... Aveva un tatuaggio sulla mano. Non riuscii ad individuarlo bene, ma risaliva comprendo interamente il suo braccio destro. Sbattei le palpebre come in trance. Era bello. Non vedevo qualcuno di così bello da molto tempo ormai. Mi osservò silenziosamente, accigliato.

"Ce ne hai messo di tempo a svegliarti." Mormorò squadrandomi. "Ma almeno sei viva." Sospirò e si passò una mano tra le ciocche brune, staccandosi dalla porta.

Tentai di parlare ma la mia voce non uscì. Mi toccai i capelli bagnati. Lo indicai e indicai il mio corpo. Mi guardò alzando un sopracciglio. "Se ho capito bene vuoi sapere se ti ho toccata... No. È stato mio fratello a ripulirti. Io ti ho medicato le ferite." Spiegò semplicemente, i suoi occhi caldi ma spenti. Annuii riluttante, l'idea che uno sconosciuto mi toccasse... L'idea di rivivere quell'inferno... Mi venne un brivido.

"Hai perso molto sangue... Sei stata fortunata. Sei muta?" Mi chiese accennando un sorrisino. Non risposi.

"Non preoccuparti... Mio fratello riuscirà a farti esasperare e parlare" Ridacchiò. Doveva essere divertente... Supposi.

"Avrai fame immagino. Gli altri sono a caccia. " Fece una breve pausa. Caccia...?" Ma saranno di ritorno a breve. È quasi ora di cena." Disse avvicinandosi. Lo guardai confusa e d'istinto distolsi lo sguardo quando si abbassò di fronte a me.

"Dobbiamo asciugare questi capelli, dolcezza, non vorrai avere male alla cervicale?" Mi disse gentilmente accarezzandomi la guancia col pollice. Restai paralizzata, anche se quel gesto era privo di malizia o cattiveria. Mi toccò la cervicale con l'altra mano, le dita lunghe e gelide e pizzicò leggermente, facendomi sussultare. Incrociai il suo sguardo.

"Io non so cosa sia accaduto. Ma non ti faremo male, dolcezza. Almeno... Non troppo." Mormorò scostando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio. Non troppo... Rassicurante.

"Ora mi permetti di aiutarti?" Disse prendendomi le braccia con delicatezza. Tremai mentre mi alzò e mi prese in braccio delicatamente. Gemetti di dolore quando allacciò le mie gambe attorno ai suoi fianchi. D'istinto affondai le unghie nelle sue braccia.

"Okay okay hai gli artigli dolcezza, l'honotato" ridacchiò nervosamente e camminò fuori dalla stanza. Mi guardaiattorno, la casa sembrava un vero e proprio cottage, ma era molto grande. Lepareti erano sui toni del marrone, chiaro e scuro. Mi portò fino a quello cheera il bagno, dove  c'erano una vasca enorme, la tazza ed il lavandino. Notai delle macchie di sangue sul pavimento e incrociai il suo sguardo.

"Aveva una cosa da fare" Borbottò luiinfastidito, probabilmente parlando del fratello. Mi appoggiò con delicatezza sul lavandino, le mie gambe ai lati dei suoi fianchi. La posizione era intima.. Cercai di non impanicarmi, dopotutto non mi stava toccando in quel modo...

"Non agitarti, non ti farò nulla." Mi rassicurò massaggiandomi delicatamente la cute. Sbattei le palpebre, era un gesto così... Dolce. Piacevole. Chiusi gli occhi, le sue dita mi massaggiarono tutto il capo.

Mi portò i capelli biondi dietro le spalle e si chinò per prendere l'asciugacapelli dal mobile sotto di me. Chiusi le cosce per istinto. Si tirò su e lo attaccò alla spina vicino allo specchio. Mi aprii le gambe lentamente e iniziò ad asciugarli, sistemandosi di nuovo nella posizione di prima. L'aria calda passò tra le mie ciocche, assieme alle sue dita delicate. Lo guardai, era così concentrato. Mi tirò la testa indietro delicatamente e mosse il phon per le lunghezze. Inspirai il suo odore forte. Marlboro. Sigarette. Non era un odore sgradevole però. Ogni tanto mi guardò negli occhi, ma non per molto. Appena finito mi fece scendere dal lavandino e mi voltai per guardarmi allo specchio. C'era un livido sul mio naso, i miei occhi erano stanchi ed arrossati. Sempre sotto al mio occhio c'era anche un livido viola. Lui strinse le labbra fissandolo attraverso lo specchio.

"Ci vorranno un paio di giorni e ti riprenderai." Disse posando il phon.

"Io non sono bravo con i capelli, non so fare acconciature ma-" Si interruppe sentendo un rumore all'ingresso. Fece un sorrisetto.

"Sei una cazzo di bambina." Si sentì una voce maschile sbottare con irritazione.

"Basta!" Qualcun altro tuonò esasperato. Sisentirono sbuffi, risatine ed imprecazioni. Sbattei  le palpebre e fissai il ragazzo ancora dietro di me attraverso lo specchio.

"È l'ora di cena, biondina." Sorrise prendendo la spazzola e pettinando delicatamente i miei capelli. Sciolse i nodi con cura ed attenzione. E dopo aver posato spazzola e phon mi prese per il braccio, portandomi fuori dal bagno. Camminai lentamente e mi bloccai vedendo del sangue a terra.

"E che cazzo avevo appena ripulito, coglioni!" Sbottò il ragazzo accanto a me, aiutandomi a camminare e ad evitare le macchie. Solo muovere la gamba era doloroso.

Vidi una figura femminile correre in una stanza ridacchiando.

"GILLIAN!" urlò un ragazzo rincorrendola, sporcando il pavimento di terra e sangue. Guardai il ragazzo che mi sorreggeva, ormai esasperato.

Mi portò in quella che era una cucina, al centro c'era un grande tavolo di legno, con molte sedie, all'incirca sei. Una ragazza della mia età stava mangiando delle caramelle dondolandosi sulla sedia. Un ragazzo stava raccogliendo le caramelle cadute a terra e le stava buttando nel cestino. Appena lei se ne accorse si arrabbiò.

"RIPRENDILE!" Urlò arrabbiata.

"Non esiste proprio, le hai fatte cadere, ben ti sta!" Ribatté il ragazzo.

"Avete finito di fare i bambini?" Parlò il ragazzo che mi stava aiutando a sedermi su una sedia. I due voltarono le teste nella mia direzione. La ragazza mi squadrò con gli occhi socchiusi e sorrise in modo strano. Il ragazzo accanto a lei fece un sorrisetto. Erano... Inquietanti e molto simili.

"Mi piace." Dichiarò la ragazza posando le caramelle sul tavolo e battendo le mani come una bambina. Alzai un sopracciglio. Ma parlava di me?

Entrò un ragazzo alto, sporco di sangue e dai capellibiondo cenere. Lo fissai in silenzio mentre lui gettò nel lavandino un coltello incrostato di sangue. Quando si accorse di me sorrise.

"Ti sei svegliata, bene." Disse. Ovviamente rimasi in silenzio.

"Ancora non parla" Il ragazzo che mi aveva assistita mi lanciò un'occhiata.

"Andrà d'accordo con quello scorbutico di Kaden" Ribatté il ragazzo che stava ancora raccogliendo le caramelle. La ragazza si limitò a pizzicarlo sul braccio, facendolo sussultare. Lui fece per prendere una caramella e lei gli schiaffeggiò la mano, facendolo ritrarre immediatamente. Sbattei le palpebre scioccata.

"Non...farci troppo caso, sono sempre così." Mi rassicurò il ragazzo biondino, impegnato ad aprire il getto d'acqua del lavandino. Sentimmo dei rumori fuori dalla porta e dei versi simili a grugniti. Guardai tutti i presenti e poi i miei occhi si incastrarono con quelli che nel bosco avevo rivisto. Quelli che sembravano del corvo.

Angolo autrice

Un po' in ritardo ma ecco il capitolo. Insomma 6 fratelli, per ora ne abbiamo conosciuti solo 4. Sono...strani, soprattutto Gillian. Io sono di parte, ma Gillian purtroppo è un personaggio molto complicato da sviscerare, il suo carattere verrà rivelato a tempo debito, così come il suo passato. È matta? Probabilmente. Spero che però possiate apprezzarla nella sua follia. Magari avrete delle risposte nel prossimo capitolo per gli altri fratelli. Ci riaggiorniamo martedì 🤍

~ D
Ig: authord.c.rivers

The Russian River Falls Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora