Fogli Sparsi e Pensieri Volanti

Come me

Forse alla fine nessuno capirà le cose come me.
Anche provando a spiegarle, è inutile. Allora perché continuare a farlo?

È che nessuno capirebbe. Nessuno ha mai capito, nessuno capirà.

Non vado sempre bene. I miei giorni sì non sono nemmeno veramente dei giorni sì, sono solo dei giorni no in cui è più facile sorridere.

So di non essere bella, lo so meglio di tutti.
Per anni ho visto le ragazze andare dietro ai ragazzi e i ragazzi andare dietro alle ragazze, ma nessuno andava dietro a me.
Ogni volta che un ragazzo mi diceva che fossi carina era uno scherzo, un gioco. Perché non lo sono mai veramente?

So di parlare troppo. Me lo dicono i miei genitori, i miei zii, mia sorella e perfino mia nonna, che è sempre buona con tutti. È così da quando sono piccola: ogni volta che inizio a raccontare qualcosa tutti dicono "Noo" e immergono la testa tra le mani.
Ed è da quando sono piccola che rido, perché fa ridere, perché serve a ricordarmi non me la devo prendere, non me la devo prendere.

Me la prendo per tutto e per niente. Per un saluto mancato, una volta in cui ti ho sentito dire il mio nome mentre non parlavi con me, un'occhiataccia, un cambio di tono. Me la prendo, me la prendo con me, perché se qualcosa è cambiato è colpa mia, me la prendo con te che ti arrendi così.

Nessuno mi capisce perché nessuno c'era.

Nessuno c'era quando dovevo elencare ogni mattina almeno 3 ragioni per cui valesse la pena alzarsi, nessuno c'era la sera quando realizzavo che forse non ne valesse la pena per nessuna di quelle ragioni.

Nessuno c'era quando i pantaloni stretti avevano ripreso a starmi, nessuno era lì  a reggermi quando mi girava la testa e la nausea era così forte da rendere mangiare impossibile.

Nessuno ha mai guardato oltre la maschera, eppure mi sembrava di essere così nuda sotto gli occhi di tutti.