Corri

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Bruna terra sui piedi,

occhio smarrito nei cieli

mentre dall'ombra evadi

fuggendo dallo scorrere dei fiumi

dal riflesso alle spalle degli abeti



Straziato corpo, nel verde non ti siedi

è questo il destino a cui ti diedi?

l'azzurro che ti segue negli specchi,

quanto, fra dita di sangue, possiedi?



Affannante respiro, non sei forse

gracidante erba, natura che non dorme;

il riecheggio delle schegge perse

nell'est del colle, nell'oro che sorge

il barlume che recide la tua sorte

è questo quanto la vita ti porge?



Lacerato petto, zampillante d'animo

che d'angoscia ne intrecci l'abito

brandelli dispersi nel pianto arido

di quel nome di cui ti fai debito



E non sarà mai scontato, non nel cielo

che riflette l'argento sull'asfodelo

dove le smorfie morenti non avranno velo

le dita nel grilletto, lacrimando chino

lottando contro un fato mai lieto


Bruciante gemito,

traballi d'un tremito

ansimante uomo, tu corri

dall'ombra di te stesso.

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