Capitolo 17. Revolverate in pieno volto.

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Mi voltai lo allungai davanti gli occhi di Harry. Sorrise pacato, mostrandomi le fossette più amate d'Inghilterra. Allacciai le dita dietro al suo collo, mi misi in punta di piedi e spalancai la bocca.
"Non sono incinta, cazzo." gridai, saltando da un piedi all'altro.
Harry rise buttando indietro la testa, mentre continuavo a cambiare piede ancheggiando. I suoi ricci mi solleticarono le mani saldamente aggrappate a lui.
"Non siamo incinti" gridò, come se avesse appena realizzato.
Imitò il mio ballo della vittoria e incollati l'uno all'altra saltavamo in circolo urlando al soffitto bianco.
"Non siamo incinti.".
"Incinti", questa piccola testa cazzo riesce a dire la cosa giusta nel momento più brutto. No aspetta, non è brutto, io- non- sono - incinta.
Si, potrò bere come un alcolista anonimo, drogarmi come una zucchina e scopare come un riccio. Sì, potrò farlo, perché non c'è nessun poppante nella mia pancia a cui dare l'esempio. Cazzo, grazie Dio, Satana, Voldemort, Homer Simpson. Grazie a tutti voi lassù nell'alto dei cieli.
Non dovrò sfornare dalla mia vagina, sformandola completamente, nessun bambino di quattro kili. Sì cazzo.
Incollai le mie labbra alle sue, la mia lingua cercò frettolosamente la sua, la sua saliva mi inebriava come se avessi appena fatto un tiro di cocaina. La testa mi girò di nuovo, aprì lentamente gli occhi e sorrisi mordendomi il labbro.
"Che c'è?" gli chiesi.
"Sai, forse un po' mi dispiace, ormai mi ero già autoconvinto che sarei stato un ragazzo padre di una bambina con degli enormi occhi azzurri. Mi mancherà Darcy." ammise incurvando appena le labbra. Ditemi che si è fatto un acido prima di venire qui .
"Ma vaffanculo Harry. Ti rendi conto che non dovrai preoccuparti di nessun lattante, di nessun frignone che non ti fa trombare la notte, di nessuna pappetta all'ora dell'aperitivo. Potremo sbronzarci e fare sesso tutti giorni tutto il giorno, amore." gli ricordai passandomi la lingua sulle labbra arrossate.
Parve convincersi e sorrise a trentadue denti.
"Non siamo incinti." gridammo contemporaneamente riprendendo a saltare come grilli per il piccolo bagno di servizio del piano terra.
"Allora?" chiese qualcuno dietro la porta.
Feci scattare la serratura senza fermare il ballo del non siamo incinti.
"Allora?" chiese di nuovo Zayn con le mani fra la cresta.
"Non siamo incinti" gridammo per la ventiquattresima volta.
Malik tirò un sospiro di sollievo e ci sorrise alzando le spalle.
"Vieni qui Osama" lo incitai prendendogli la mano e trascinandolo nel nostro cerchio della felicità. Ci ritrovammo a saltare tutti assieme gridando il motto del giorno e trascinandoci stretti spalla contro spalla verso il salotto. Quattro occhi sbarrati attendevano il finale del nostro piccolo horror. "Insomma è negativo?" chiese Liam vedendoci ancheggiare ad un ritmo immaginario.
"Non siamo incinti." dicemmo a tre voci.
Louis sollevò la testa e ringraziò il suo dio, mi lanciai su di lui e lo stinsi forte.
"Indovina?" chiesi.
"Cosa?" domandò corrugando le sopracciglia.
"Non sono incinta, cazzo." dissi strizzando gli occhi e sorridendo raggiante.
Stampai un bacio a Niall e Liam che ricambiarono affettuosi.
"Certo però una piccola peste che mi chiamasse zio, mi sarebbe piaciuto." bisbigliò l'irlandese prima di lasciarmi.
Alzai un dito medio in risposta e mi lanciai su mio fratello comodamente seduto sulla solita poltrona. Mi accoccolai sul suo petto e sospirai.
"Sono davvero fortunata ad averti nella mia vita, senza di te non so come farei Scotty. Sei la mia famiglia" sussurrai per non farmi sentire dagli altri, alle prese con una bottiglia di vino bianco.
"Ti voglio bene psicopatica." disse immergendo il viso delicato fra i miei capelli neri.
Sorrisi fra me e me. Cazzo ora è tutto perfetto, a parte il fatto che non parlo con la mia migliore amica da quando l'ho scoperta a gemere seduta sul pene di mio fratello e che mia madre se ne fotta altamente di me, per il resto amo la mia vita.
"Hey Scotty, non dire niente a Sum, non ci parlo da quando ti ho scoperto con tutte le palle dentro di lei, voglio chiarirci prima di festeggiare." aggiunsi prima di buttarmi a pesce fra le braccia di Harry.
Lui annui alzandosi. "Io vado, ora che mia sorella non è gravida, io vado a lasciare Rory." ci informò sorridente.
"Scotty" lo chiami alle prese con il cappotto.
"Sì?"
"Ricordati digli chiari e tondo : Mi dispiace sei una ragazza fantastica, ma... ma no tu sei una puttana con evidenti disturbi alimentari e una pompinara scarsa, sciacqua dalle palle troione." lo consigliai convinta.
Lui sollevò gli occhi contrariato fra le risate generali. "D'accordo, vado." sentenziò aprendo la porta. "Scotty." lo richiamami."digli di ficcarsi quelle perle su per il culo, grazie." riuscì a strappargli una risata .
Lo vidi stringere le mani sul pomello pronto ad uscire e portare a termine la sua fottuta missione. "Scotty." urlai di nuovo.
La sua testa spuntò dalla porta. "Dimmi, che altro c'è rompi coglioni?" chiese divertito.
"Sei il mio fratello preferito, ricordatelo." miagolai alzando le dita medie.
"Anche tu sei la mia sorella preferita." replicò imitando i mie gesti affatto impliciti e chiuse la porta alle sua spalle. Louis mi guardò per un attimo.
"Avete altre fratelli?" chiese curioso.
"Ma chi?"
"Tu B."
"Io? No, solo Scotty." .
Rispose ridendo di gusto. "Allora, rimanete a pranzo?" chiesi voltandomi verso Harry stretto al mio fianco. Li vidi annuire.
"Alle due dobbiamo registrare un'intervista alla radio." li rimproverò Liam.
"Neanche se faccio i maccheroni al formaggio?" lo provocai tirando fuori il labbro inferiore.
"Ti prego, muoio di fame." Lo implorò Niall mettendosi in ginocchio con mani conserte. "D'accordo." Acconsentì scuotendo la testa. Mi diressi velocemente in cucina mettendo a bollire l'acqua sui fornelli. Indaffarata, solo dopo qualche secondo mi accorsi della presenza ingombrante alle mie spalle, avvertì le sue mani sul mio sedere. Assecondai il suo gioco e mi incollai al suo corpo caldo. Inclinai la testa lasciando la sua bocca giocare con il mio collo. Inarcai la schiena e sentì il suo sesso spingere fra le mie fossette di venere. Mi voltai con un sopracciglio alzato.
"La principessa Sofia vuole uscire a giocare?" chiesi osservando l'erezione visibile dai jeans stretti.
Ma per quale cazzo di motivo, si infila a forza quei pantaloni così stretti, lascialo respirare il mio piccolo amico, certo piccolo, non proprio. Fanculo, me lo vorrei sbattere qui sul bancone della mia cucina.
"Sì, che vuole. Vuole giocare per ora." ruggì affondando la lingua nella mia gola.
"E che aspetti?" chiesi sulle sue labbra provocatoriamente.
Le sue mani aderirono al mio sedere e con un una mossa celere mi sollevò da terra. Agganciai le gambe attorno ai suoi fianchi stretti e le dita fra i suoi ricci disordinati. Odorai il suo collo, il profumo di liquirizia invase le narici in pochi secondi. Le sue mani stringevano la presa e lasciai guidarmi dagli ormoni. Morsi poco delicatamente il lobo del suo orecchio e lo sentì ridacchiare e poi gemere quando la mia lingua umida passò al suo interno. Un colpo di tosse non ci avrebbe di certo interrotto, lo volevo troppo. Lasciai la testa indietro quando prese a mordermi il collo.
Un nuovo colpo di tosse mi costrinse ad aprire gli occhi. "Che c'è Louis?" chiesi mentre Harry incurante passava i denti sulle mie clavicole facendomi sospirare.
"Due cose: uno, volevamo apparecchiare dove sono le posate? Due: posso unirmi a voi?" domandò sfoggiando la sua adorabile espressione da cerbiatto.
"Io non ho nulla in contraio." lo provocai strizzandogli l'occhio.
Harry lasciò finalmente la presa dalle chiappe e mi guardò in cagnesco. "Ad apparecchiare, pervertito." ribeccai fingendo indignazione.
Non si può proprio scherzare oggi, insomma abbiamo sfiorato una gravidanza indesiderata, dovremmo festeggiare con un orgia. No, magari mi accontento di una sbronza.
Risi assieme a Louis, gli indicai i cassetti giusti e li avvisai che mi sarai andata a vestire.

"Devi proprio, a me piaci in mutande." precisò Niall alle prese con una tovaglia macchiata.
"Il capitano vuole che mi vesta, finge di non ricordarsi che ho improvvisato uno spogliarello davanti a tutti voi per il suo diciannovesimo compleanno." apostrofai Harry che fu costretto a incurvare quelle labbra carnose.
Scesi poco dopo con i miei soliti jeans e una felpa di oscura provenienza. Ripassai la pasta nella padella e la servì.
Mi sento un po'Biancaneve, cioè una Biancaneve stracciona, sessualmente deviata e con cinque nani affamati alla tavola. Peccato che i nani in questioni siano adolescenti arrapati con addominali da sbalzo ormonale e più famosi della povera Madonna ormai ultracinquantenne, con rughe e botox anche sul culo e con troietta come figlia. Cazzo, faccio davvero ridere, dovrei essere una fottuta comica non un'aspirante avvocato, ho sbagliato tutto. Chissà se esiste una scuola per talenti come il mio, cazzo andrei lontano.
"A che pensi B?"
"Ai cazzi. No, cioè che dovrei buttarmi sul teatro." Rrsposi scuotendo la testa mentre Zayn rischiava di mandare su per la trachea un maccherone.
A fine pasto, Niall aveva divorato l'intera padella, Liam si era offerto di lavare i piatti nonostante avessi premurato di lasciarli fare a Scotty al suo rientro, Lou e Harry erano incollati agli iphone pubblicando stronzate su Twitter e io ero appoggiata alla finestra assieme al pakistano fumandoci una sigaretta.
"Come sta Sum?" mi chiese improvvisamente, scuotendomi dai mille pensieri sulla scuola per clown.
"Non la sento da un po', veramente da quando ho scoperto che si è scopata mio fratello per un mese senza dirmi niente." confessai scuotendo la testa.
"Mi sento usato, sai." ammise fissandomi.
Scrutai i suoi occhi nocciola e inarcai le sopracciglia. "Tu? Usato? Ma non sei fidanzato con una cazzo di cantante adolescente come voi?" chiesi indicando i quattro fenomeni da baraccone alle nostre spalle. Rise buttando fuori il fumo. "Sì, ma io e Sum siamo andati a letto insieme e è stato da paura. Poi sarà il fatto che è la prima ragazza con cui scopo senza pretese, cioè senza la necessità che la richiami, o senza sensi di colpa perché poi appena escono dalla mia camera ho già scordato il loro nome. A lei non frega un cazzo di me e per questo mi piace" rifletté fra se e se.
" Io sono esattamente come te Zayn. Ma, fidati di me, ho imparato un po' a conoscerti e Summer non è la persona giusta per te, non è una ragazza che reggerebbe i vostri ritmi, la continua competizione, non riuscirebbe a capirlo il vostro mondo, non che io ci riesca, io me ne sbatto e basta, ma lei non ci riuscirebbe. Fidati è andata meglio così. Fossi in te però penserei bene se questa Perrie è la ragazza che fa per te. Io non ci scommetterei" dissi lasciando il fumo espandersi nei polmoni e risalire dalle bocca.

Diciassette modi per uccidere uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora