Capitolo 19.Tortura n° 2:defibrillatore su petto nudo.

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"Quale cazzo di problema hai pezzo di merda?" gridai asciugandomi con la giacca il poco sangue che mi macchiava il mento. "Se pensi che te la darò così facilmente hai capito male, non ti lascerò toccarmi neanche con uno schifosissimo dito, merda ma cosa cazzo ti passa per quella sfera che hai apposto della testa?" urlai di nuovo costringendo il mio corpo a mettersi una posizione eretta.
Le gambe si erano velocemente tramutate in pesanti massi di pietra, la schiena sembrava essersi liberata della spina dorsale e la vista se ne era andate a puttane da un pezzo, era un miracolo essere riuscita a mirare dritta nelle palle. Possibile che in questo cazzo di fottutissimo quartiere non ci sia un cazzo di nessuno in giro? Sono sul retro di un pub di merda e nessuno esce a fumare, da quando in qua gli inglesi sono diventati ecologisti puliti contro il tabacco? Con calma ora striscio contro questa lurida parete, scavalco con uno slancio da acrobata circense il secchione dell' immondizia e corro filata verso la macchina di Robert. Oh, Robert giuro che ti spacco il culo, sempre che non l'abbia già fatto il tipo che ti stai scopando in macchina , mentre un barman deviato, stupratore seriale sin da tenera età, tenta malamente un principio di violenza . Amico, seriamente, insomma ti ho dato un calcio nelle palle da strafatta, sono qui spiaccicata contro i mattoni da dieci minuti buoni, ho riordinato le idee, forse mi accendo anche una sigaretta e tu sei li che imprechi ancora con le mani fra le gambe. Gli uomini di oggi fanno davvero schifo, davvero , Dio solo sa cosa cazzo mi hai fatto bere, il quantitativo di droga nel mio sangue sarà pari a quello di Mike Jagger ai tempi d'oro e tanto sono riuscita a metterti al tappeto, sei patetico.
"Sei un patetico cazzo lesso, lasciatelo dire." sbiasciai, la mia mascella non rispondeva ai comandi ,io dicevo di chiudersi e lei si apriva come una fornace.
Mastro Lindo parve ritornare in se, bestemmio ancora un volta chiunque quella sera si stesse godendo lo spettacolo, lasciandomi nella merda, e si mise in piedi avvicinandomi pericolosamente. Cristo, ti sei fatto il bagno nel dopo barba? Tossii e arricciai il naso, i miei occhi semi chiusi volevano guardare altrove, ma mi imposi non spostare lo sguardo di un millimetro. Ero decisamente troppo per lui, ero sessualmente esperta, avevo perso la verginità praticamente in fasce e il sesso con Harry era da seri ed esperti parapezzisti, non mi sarei di certo lasciata turbare da un segaiolo senza l'ombra di un capello e l'alito pesante.
Harry, chissà dove cazzo sarà? Probabilmente incastrato fra le lenzuola, nudo come un verme, la bocca aperta e bava sul cuscino. Di certo non farà un salvataggio degno di Edward Cullen, non spunterà fuori su una volvo nuova di zecca, non ringhierà come un maiale in preda ad un orgasmo e non mi confesserà di leggere la mente davanti ad una coca cola. Pazienza, vorrà dire che me la caverò da sola.
Il suo brutto muso era appiccicato al mio, le sue mani ruvide mi sfregavano le guance arrossate.
"Mi piaci, hai delle belle tette, dovresti farle veder di più." suggerì saggiamente.
"Ci penserò la prossima volta, se magari togli queste mani del cazzo dalla mia fottuta faccia," ringhiai a denti stretti mentre la morsa si faceva più forte.
Avvertì due dita allargarmi il collo della t-shirt. Fai come se fossero tue, tranquillo.Uno strappo netto mi congelò il petto.
"Cazzo, ma chi pensi di essere Hulk? " gridai, abbassando lo sguardo e notando uno squarcio netto da lato a lato.
Il mio reggiseno viola spuntava prepotentemente fra i lembi di quella che una volta era la t-shirt preferita di Harry. Alla grande, oltre ad essere violentata stasera, dovrò anche ricomprare la maglia a quel coglione del mio ragazzo. Bella serata, bella serata di merda.
"Stasera mi è andata di lusso, bella, gran tette, un po' stronza, ma c'è rimedio a quello, vedrai che dopo stasera non farai più la stronza." bisbigliò attrappandomi la bocca con il palmo di una mano mentre l'altra frugava nel reggiseno.
Sentivo gli occhi pesanti, sapevo che avrei perso i sensi di lì a poco, e chissà dove mi sarei risvegliata, ma se proprio le cose dovevano andare così gli avrei lasciato il segno . Socchiusi le labbra e di scatto addentai la pelle che trovai a portata di bocca. Un urlo mi perforò i timpani, senza staccare la presa dalla sua mano , sollevai un ginocchio e lo piantai di nuovo sulle sue palle. Lo vedevo chinarsi, le ginocchia cedergli, e continuai a colpirlo dove capitava. Inguine testicoli, lo sentivo gridare di dolore e ad ogni grugnito sorridevo soddisfatta. Sapevo che tutte quelle risse a scuola sarebbero servite un giorno, tutte le lotte greco romane improvvisate nel salotto di casa con Scotty avevano forgiato una fottuta stronza. L'effetto del roofis sembrava inebriarmi, e quando cadde a terra tenendosi le palle lo presi a calci nello stomaco, avevo sempre voluto farlo a qualcuno, chi meglio di lui?
Una voce familiare in lontananza mi distrasse un attimo, sollevai il volto e trovai Harry paonazzo a un passo da me, la bocca aperta era di un bianco cadaverico, gli occhi erano arrossati e le mani strette in un pugno.Non si sarà mica incazzato così tanto per la sua maglia dei Ramones? Lo vidi avvicinarsi con passo spedito, lo bloccai sollevando il braccio.
"Me la cavo da sola, guarda questo pezzo di merda, che volevi fare è? Non sei più così cattivo ora? Devi- portare- rispetto- non - devi - più- toccare- una- donna- in -vita- tua-schifoso-" mugolai alternando le parole a calci in pieno sterno.
Riconobbi le mani di Harry sulla mia spalla. Mi voltai e lo trovai sorridente, trattenere a stento le risate. Divertente un cazzo, Styles.
"Andiamo a casa" disse accarezzandomi i capelli.
"Si andiamo." risposi affaticata.
"Solo un attimo." Gli piantai la scarpa in pieno volto e forzai appena. Sollevai il piede vendendo contorcersi. " Andiamo." mi voltai verso il mio Edward Cullen.
No, io sono il mio Edward Cullen. Feci qualche passo cercando di rimanere in equilibrio e mi accorsi di essere sola, mi voltai e feci in tempo a vedere solo Harry sputare in faccia al barman e raggiungermi afferrandomi la mana. Mi porse il suo cappotto, lo infilai e osservai la maglia lacerata salendo in macchina e allacciando la cintura.
"Eri incazzato per la maglia?" chiesi sorridendo.
"Ero incazzato perché sei uscita con un drogato che ti scopavi, perché sei strafatta anche stasera e perché quella merda stava per stuprarti." ringhiò stringendo le mani attorno al volante. Calmati Wolverine.
"Mi dispiace per la maglia, ma Rob fidati è gay fino al midollo, e te lo giuro non mi sono fatta nulla, per una sera che decido di non prendere niente uno cazzone mi mette del roofis nel bicchiere, ora dimmi che strano scherzo del destino è questo?" sollevai gli occhi al cielo lasciando la testa affondare nel comodo sedile in pelle.
Riconobbi la risata di Harry e mi costrinsi ad aprire gli occhi, ormai non riuscivo più a combattere la vodka e allucinogeno che scorrevano pericolosamente veloci fra i miei globuli rossi.
"Sei indistruttibile, amore mio. Come ti senti?" mi chiese accarezzandomi la coscia.
"Fatta come un zucchina, ma fatta in senso brutto, non mi sento più il corpo, non ho la più pallida idea se mi stai accarezzando i capelli o il braccio o il culo, non ne ho idea Harry. Me la dai una seconda possibilità? Giuro che non insulterò nessun barman e non ingerirò mai più inconsciamente la droga dello stupro. Poi insomma una seconda possibilità si da a tutti, certo tranne Hitler, Stalin, o l'orso fragoloso di Toy Story. Quando torniamo a casa posso vedere Toy story con Liam?" farneticai, chiudendo gli occhi e lasciando il buio immergermi fino alla testa.
Ascoltai la sua risata ancora una volta, e non seppi dopo quanto tempo le sue braccia mi sollevarono di peso. Aprì appena un occhio, vidi il sole alzarsi, i tre gradini della villetta di Hyde park e Louis aprirci la porta preoccupato. Non riuscì a capire cosa disse Harry ma poi le sue mani mi lasciarono a quelle calde e scure di Zayn. Sentì il mio corpo aderire a una superfice fredda e soffice, miagolai qualcosa, volevo ringraziare ma la bocca non rispondeva ai miei comandi. Sentì qualcuno sollevarmi la schiena, altre mani sfilarmi i residui di quella che qualche ora prima era una maglia e un indumento caldo e profumato di tabacco e miele avvolgermi, così scivolai nuovamente fra i cuscini e il buio mi assorbì per la seconda volta.
"Ma l'hanno picchiata? Ha il labbro spaccato e un occhio nero." sussurrò la voce graffiata di Osama
"Harry è andato a prendere Scotty, ci spiegherà lui penso." bisbigliò in risposta qualcuno che mi posò una pesante coperta addosso.
Buio. Stelle. Liquirizia. Verde . Labbra. Harry.

Diciassette modi per uccidere uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora