Capitolo 15

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Alice's pov

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Alice's pov

Ebbene sì ragazzi, ho avuto il coraggio di farlo.
Baciare Alex è stata una delle improvvisate più belle che abbia mai avuto.

Quel bacio per me ha significato un "grazie".
per tutto.

Dal suo primo sguardo, il suo primo sorriso, il suo "mi piaci", al suo "buonanotte piccola" di ieri sera.

E sento il cuore esplodermi dal petto.

La prossima meta sarà Lisbona.

Sono le 8:30 e mi sto dirigendo al piano terra per poter fare colazione.

Quando arrivo lo riconosco, è lì e i suoi bellissimi occhi riesco a riconoscerli tra mille persone.
Decido di fargli una sorpresa e mi avvicino abbracciandolo da dietro.

Lui inizialmente sussulta al contatto.

"Buongiorno" gli bacio dolcemente la guancia, anche se sono leggermente più bassa di lui.

Lui si volta e mi accarezza i capelli lasciandomi un dolce bacio sulla fronte e subito dopo sulle labbra.

Quanto amo le sue labbra!

"Buongiorno piccola, adoro il fatto di poterti baciare sulle labbra ogni volta che siamo insieme"
Io lo guardo con occhi sognanti.

"Ora puoi farlo sempre"

Gli lascio un bacio a stampo e così inizia la nostra lotta di baci.

"Sei" bacio "bellissima" altro bacio.

"Tu" bacio "sei" altro bacio "stupendo" altro e ultimo bacio.

"Hai dormito bene?" mi chiede lui appoggiando la fronte sulla mia, come se dovessimo confessarci parole che gli altri non possono assolutamente sapere.

"Dopo ieri sera, benissimo"
ammetto con un sorriso a trentadue denti.
"Beh posso dire lo stesso.
Scusami piccola ma adesso devo andare, magari ci vediamo durante la visita, ormai sappiamo che il destino è dalla nostra parte" ridacchia Alex.

"Magari...sicuramente avrò tanto da visitare, mia madre è molto rigorosa su Lisbona, non vedeva l'ora di arrivare" adesso sono io a ridacchiare.

Alex prima di andare mi da un ultimo bacio che stavolta prolunghiamo, non esageratamente però.

"Ciao" diciamo all'unisono prima di lasciarci.
Inizio a sentire un vuoto assurdo per la sua lontananza.

Potrei sembrare esagerata ma, è così che Alex mi fa sentire.

***

Lisbona è molto caratteristica, ha il suo fascino devo dare ragione a mia madre su questo.

Abbiamo visitato il monastero, la cattedrale, ma il posto che ha attirato di più la mia attenzione è la Torre de Belèm che sporge sul mare.

"Mamma devi assolutamente farmi una foto qui!"
Dico entusiasta a mia madre, appunto.

"Ok ok, mettiti bene...mhh...più a destra..."

"Dai mamma!"

C'è caldo per dio!

"Ok, perfetto! Sorridi..."
e scatta la foto, devo dire che non è venuta poi così male.

"Perfetto, grazie mille"

Il tempo all'improvviso cambia: se fino a cinque/dieci minuti fa c'era il sole e molto caldo, adesso percepisco un leggero cambio della temperatura e l'attenuarsi del sole a causa delle nuvole che si stanno avvicinando.

"Oh cazzo, non abbiamo l'ombrello" impreca mio padre all'arrivo di una goccia di pioggia, sintomo che stia iniziando a piovere.

"Alice, riusciresti a vedere se qui in zona ci sono ombrelli?"

"Sì, provo a vedere, voi riparatevi, torno subito".
Almeno, subito dovevo tornare.

Inizio ad incamminarmi nei negozi di souvenir ma prima che imbocchi la stradina, si scatena un fortissimo temporale con una pioggia incessante.

Non voglio arrivare zuppa e fradicia perciò decido di mettermi anch'io al riparo.

Dopo circa dieci minuti la pioggia si placa e mi fiondo nel primo negozio a comprare un ombrello.

Torno in men che non si dica nel posto in cui avevo lasciato loro ripararsi.

"Ombrello preso!" Esclamo porgendolo a mio padre.

"Uhm...lo osserva quando lo apre: "Sembra piccolo, ti spiace se ci ripariamo io e mamma? Adesso torniamo in nave" dice papà dispiaciuto, ma in realtà è colpa mia: dovevo accorgermene prima.

"Certo! Va benissimo".

Così ci dirigiamo al rientro.

Siamo davanti alla pedana che collega il porto alla nave, ma sento un tocco sul braccio e mi sento trascinare indietro.

Per un attimo ho un sussulto, ma quando lo vedo, tutta l'ansia passa.

"Ciao piccola" Alex mi bacia la fronte.

"Sei tutta fradicia, non avevi l'ombrello?"

"Beh sì, l'ho comprato, ma era troppo piccolo, quindi...ecco il risultato"
Lui ridacchia e mi tira con sé, lontano dalla nave.
"Alex cosa stai..."

"Shh"
Mi accarezza le guance.

"Cosa mi stai facendo, Alice?"

"Potrei farti la stessa domanda"

"Forse hai ragione, ci apparteniamo"

"L'ho detto fin dal primo momento, Alex"

"Ed io non l'ho mai negato, Alice"
continuiamo a provocarci fino a quando....

"Adesso piccola, lasciati baciare perché dio solo sa quanto tu sia bella per i miei occhi in questo momento".

E mi bacia, ma non come un ragazzino.
MI bacia vigorosamente, in modo erotico: mi sta divorando le labbra.

"Non riesco a fare a meno di baciarti"

"Ed io di sorridere in tua presenza".

La pioggia ricomincia a battere incessante sopra di noi e adesso, anche i capelli di Alex sono bagnati.

Ed è bellissimo, dio, stupendo.

Ma a noi non importa: continuiamo a baciarci e a stringerci fregandocene dei nostri vestiti appiccicati sulla nostra pelle.

Perché noi, andiamo contro tutto, insieme.

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