Capitolo 3

59 6 1
                                    

DOPO UN MESE
Non volevo che Dylan mi rincorresse più ovunque mi spostarsi a scuola, cosa che faceva già da un mese, quindi decisi di andare a parlargli.
Quando lo vidi lo presi per un braccio e lo trascinai dentro un'aula vuota e iniziai a parlarci.
"Allora Dylan, basta stalkerarmi. Cosa vuoi?" Chiesi bruscamente.
"Volevo solo parlarti" rispose con aria tutta innocente.
"Bhe ora che sei qui parla...ti ascolto" dissi cercando di calmarmi.
Detto questo prese coraggio, disse:"Senti io non so nulla di te. Non so chi sei, che passato hai, chi sono i tuoi genitori, che cosa vorresti essere tu o qualunque altra cosa su di te. L'unica cosa che so è che non puoi continuare così...mi stai facendo esplodere la testa" disse per poi continuare "Prima ti perdi nei miei occhi all'aeroporto, poi ci rincontrano a scuola e passiamo una stupenda giornata insieme e poi mi ignori così? Come se niente fosse? Come se non sentissi questo legame che abbiamo creato? Non ho fatto altro che pensare a te in questo mese, a quel tuo sguardo di delusione guardandomi con quelle troiette che ci sono in sta cazzo di scuola. Volevo dirti anche che non me ne frega una beata minchia di quelle ragazze li. So che non ci conosciamo e che prima di dirti tutto questo avrei dovuto conoscerti di più ma non ne potevo più. Non mi hai lasciato il tempo di spiegarti quello che era successo, non mi hai lasciato il tempo di dirti perché quelle mi giravano intorno e mi hai ignorato per tutto questo tempo. Sento che tra noi potrebbe succedere qualcosa se tu mi concedessi l'occasione di farmi conoscere e di raccontarti la mia vita..." finì così, andandosene fuori dalla stanza.
Quelle parole mi lasciarono senza fiato. Erano le stesse parole che aveva usato il mio ex per farmi fare quella fine ma qualcosa di diverso da allora c'era: questa volta non mi sarei lasciata coinvolgere e avrei lottato contro Dylan.

A CASA
Quando arrivai a casa andai dritta in camera mia facendo solo un cenno alle persone che erano in casa, senza rendermi conto di chi fossero.
Appena entrai nella mia camera presi le cuffie che avevo comprato da poco e le attaccai all'Ipod alzando la musica a tutto volume e ascoltando canzoni da discoteca ma nemmeno quelle mi distrassero. I miei unici pensieri erano la faccia di Dylan quando pronunciò quelle parole e la scena di Christian che mi tradiva così.

Flashback
Christian mi stava portando in un vicolo vuoto e buio e io avevo paura, tanta paura.
Lui aveva 18 anni e io 15. Mi fidavo ciecamente di lui.
Quando entrammo nel vicolo vidi le luci dei fari di una macchina.
"Christian ho paura, torniamo indietro" dissi con voce tremolante.
"No amore adesso saliamo in macchina e vedrai che passa tutto" disse dandomi un piccolo bacio sulle labbra. Io lo seguii esitando.
Quando arrivammo alla macchina vidi uscire un uomo con un passamontagna sulla faccia e feci per scappare ma questo, essendo minimo 2 metri di altezza mi prese a forza e mi mise qualcosa in faccia e mi fece salire in macchina. Poi tutto nero. Mi risvegliai in una stanza vuota e buia con Christian difronte che mi diceva senza emozioni:"Amore ti prego perdonami, ma se non avessero preso te avrebbero preso me". Poi un colpo forte in testa e il buio.
Mi risvegliai in un ospedale attaccata a mille macchine che mi aiutavano a stare in vita. Poi scoprii che quelle persone mi avevano violentata e drogata per colpa di quel cazzo di ex che giocava d'azzardo.
Fine flashback

Mi addormentai con una lacrima che scendeva dai miei occhi.

"Chiara sveglia, è pronta la cena!! È da 20 minuti che ti chiamo. Scendi" sentii urlare mia madre.
"Non ho molta fame mamma, mangiate senza di me" urlai di risposta.
Detto questo presi uno zaino e ci misi una torcia, delle scarpe e dei vestiti di ricambio, le chiavi di casa e il telefono. Lo presi e lo buttai giù dalla finestra per poi calarmi giù anche io.
Dylan mi aveva lasciato il suo indirizzo di casa, probabilmente quando mi seguiva a scuola mi aveva lasciato nell'astuccio un foglietto.
Andai nella sua via e iniziai a tirare sassolini in una finestra sperando che fosse quella della sua camera. Dopo due minuti un ragazzo a petto nudo con un fisico bestiale si sporse dalla finestra, lo riconobbi subito e quando mi vide gli spuntò spuntò un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Lo vidi uscire dalla stanza e lo sentii andare ad aprire la porta della sua villetta. Quando mi aprì la porta mi vide riluttante e mi disse:"Non preoccuparti, vivo da solo. I miei genitori non ci sono".
A quel punto entrai e mi condusse in camera sua. Non capivo perché avesse tutte quelle stanze vuote se viveva da solo. Ma non era importante, ero lì per un motivo specifico.
Così presi coraggio e dissi:"Dylan scusa ma dovevo parlarti, faccia a faccia"
Così iniziai a parlare...

Spazio autrice
Scusate per l'attesa ma ero in montagna. Spero che vi piaccia e che non lo trovate noioso.
Grazie. Ciauu♥

L'amore rende tutto miglioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora