A volte nella vita capitano cose inaspettate, cose che cambiano completamente il tuo modo di vedere o di pensare. Sono avvenimenti che portano aria fresca di cui non sapevi neanche di aver bisogno. A volte però il vento cambia direzione, con la stessa rapidità con cui è arrivato. Anche le cose più semplici e banali, se vissute in una certa maniera e con un pizzico di fortuna possono diventare speciali e cambiarti.
Fin da piccola, avevo desiderato diventare un'educatrice, ma nei primi due anni delle superiori avevo trascorso l'inizio dell'estate a Torino. Quest'anno però ero riuscita ad informarmi nei tempi giusti e a partecipare quindi ai corsi pre-grest. Mi sentivo leggermente fuori posto in questi incontri, dove sembrava che tutti si conoscessero tra loro, mentre io avevo pochissime amiche, che si potevano contare sulle dita di una mano.
Ci dividevano in gruppi per farci ideare più attività e, puntualmente, non ero mai insieme con quelli che conoscevo. Per alcuni questo poteva essere un incentivo a socializzare, ma per me non lo era, non sono quel tipo di ragazza a cui bastano cinque minuti per far amicizia.
Sono una di quelle che sembra tanto timida dall'esterno perché non riesce a trovare mai argomenti di cui parlare con persone sconosciute. Al contrario succede invece quando io faccio parte di un gruppo da tempo e si inserisce un nuovo elemento: in questo caso infatti sono la prima a farmi avanti e a cercare di non far sentire quella persona un'intrusa, ma la benvenuta. Odiavo il mio carattere, odiavo questa mia timidezza che mia aveva fatto perdere un sacco di occasioni.
Gli incontri duravano tutto il pomeriggio e parte della sera, in cui si giocava prevalentemente a pallavolo. L'ultimo fu quello più significativo perché dopo aver preparato i vari materiali, ci avevano comunicato le varie squadre, contraddistinte da un colore diverso per ognuna, e vidi che ero nella ciurma di Capitan Uncino, negli arancioni.
Cominciai a scorrere per vedere se conoscevo qualcuno tra gli animatori presenti nella mia squadra e un nome mi saltò subito in mente 'Filippo Rossi'. Non sapevo che avrebbe frequentato il grest, o almeno non ci avevo mai pensato.
Lo avevo conosciuto in gita a Gardaland, la prima volta che ci parlai fu su un'attrazione in cui bisognava salire a coppie su un trenino e, dato che eravamo gli unici senza nessun compagno, eravamo saliti insieme. Data la mia timidezza, avevo preso al volo l'occasione di essere più estroversa e lui come mezzo per raggiungerla. La sera stessa la mia amica di stanza era super gasata di essere allo stesso piano in hotel con quelli di un anno più grande, così mi trascinò con lei. Mentre io avevo voglia di andare a letto ad un orario decente, dato che il giorno dopo ci saremmo dovute alzare alle 6, le altre evidentemente non sentivano questo bisogno. Dopo essere tornati da un locale in città, dato che erano riuscite ad attaccare bottone con quelli di quarta, mi trascinarono nella stanza dei maschi. Questo però non mi dispiaceva dato che c'era Filippo tra loro, che però non era stato preso di mira (per fortuna) dalle mie amiche. Passammo la serata a ridere e a intrufolarci di nascosto nella cucina dell'hotel a rubare la colazione del giorno dopo, per poi lanciarci marmellate, biscotti e frutta tra di noi. Il giorno dopo andò come pensavo e come speravo, i vari gruppi per visitare Gardaland erano rimasti sempre gli stessi. Questo voleva dire una sola cosa: stare di nuovo con Filippo. Quando eravamo insieme cercavo di conversare facendo domande sul programma della gita, ma la mia timidezza mi impediva di chiedergli altro. Non raccontai nulla alla mia migliore amica di quanto era accaduto in quei giorni, perché, dicendoglielo, avrei ammesso che mi interessava.
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Travel |H.S.|
Hayran KurguA volte nella vita capitano cose inaspettate, cose che cambiano completamente il tuo modo di vedere o di pensare. Sono avvenimenti che portano aria fresca di cui non sapevi neanche di aver bisogno. A volte però il vento cambia direzione, con la stes...