27- Zera

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"Sono fiera di te Maaka"

Mi girai verso la voce, tanto famigliare quanto nostalgica, ed ecco che la vidi:
Un grosso drago color nero pece e scritte tribali bianche era davanti a me, pareva sorridere dolcemente.

La bocca parló istintivamente, la voce tremava dall'emozione.
"M..amma...?" Chiesi con voce sottile.
Il drago allargó ancora di più il sorriso, facendomi sgranare gli occhi.
"É da tanto che ti aspetto maaka" disse con voce tremante.

Non avevo mai visto un drago.
Era maestosamente grande, non pareva peró cattivo come veniva descritto.
Era terribilmente dolce.

Una calda lacrima scese lungo il mio viso. Strinsi nervosamente l'orlo della mia maglia.
"Anche io aspettavo questo momento mamma. Da tanto."
Mi coprì gli occhi con le mani, sfregandomeli fino a farmi male, sperando che non fosse solo un sogno.
Poi le feci cadere pesantemente sui miei fianchi e mi rilassai quando vidi che non lo era.

Il grande drago era ancora lì, che non smetteva di sorridere e guardarmi con i suoi grossi occhioni.
"Mamma dove siamo?"
Lei alzó la sua zampa e la allungó verso di me.
Poi, con la sua grossa unghia, sfiorò il mio petto.
"Quì dentro"
"Mamma, i-io non capisco. Non capisco niente, non capisco cosa sta succedendo, e come io possa essere una... una Dragon Slayer"
Mi avvicinai a lei.
"Non so niente di te, come e perché mi hai lasciato sola, non so nemmeno come ti chiami" sussurrai mentre non smettevo di piangere.

Il grande drago sospiró, poi mi guardó dritto negli occhi, mentre i suoi sembravano dilatarsi sempre di più.
"Il mio nome é Zera. Molto tempo fa ero un umano come te.
Vivevo in un villaggio tranquillo, mio padre era il master di una gilda importante, nonostante ci trovassimo in un isola abitata da solo i componenti della gilda.
Un giorno, due di loro morirono, lasciando orfana la loro figlia.
Mio padre decise di tenerla, in cambio che lei si occupasse di mantebere pulita la gilda. Tutti la trattavano male, persino io.
Il suo nome era Mavis. Mavis Vermillion. Era una bambina che non si abbatteva di niente, persino di cose che una persona comune non riuscirebbe a sopportare.
La invidiavo a quei tempi. Invidiavo il suo modo di essere ottimista, di sorridere sempre e comunque. Per questo la trattavo sempre così male.
Un giorno peró tutto cambió."
Il drago dalle squame nere prese un profondo respiro, come se il ricordo di quei giorni riaprisse vecchie ferite.

"La gilda venne attaccata, non si sapeva come queste persone riuscirono a trovare l'isola.
Uccisero tutti gli abitanti, anche io ero sul punto di morte.
L'ultima cosa che vidi, fu mavis che mi abbracció e mi rassicuró che sarebbe andato tutto bene.

Mi sentivo così stupida quel giorno. Quel maledetto giorno, lei era lì, che continuava a consolarmi nonostante pochi giorni prima la trattavo male.
Mi addormentai.
Pensavo di essere morta, ma poi riaprii gli occhi.
Sentivo uno strano sentimento di vuoto dentro di me.
Mi guardai intorno, la stanza era vuota, a parte il letto su cui ero sdraiata.
Mi alzai, senza alcun ricordo di quello che era successo poco prima.
Mi rigirai verso il letto e persi un battito quando vidi il mio corpo ancora posato sul letto.
Mi guardai istintivamente le mani e tutto il corpo. Tutto a posto.
Poi mi ricordai dell'attacco, di Mavis.
Provai a toccare il mio corpo che sembrava privo di vita, ci riuscì.
Non capivo cosa fossi, ma poi mavis arrivó.
Più velocemente possibile presi il mio corpo e lo nascosi sotto al letto.
"Zera, ti sei svegliata finalmente!" Disse lei abbracciandomi.
Riuscivo a toccare persino il corpo di mavis.
"Sai, sei rimasta addormentata per ben un anno, nel frattempo io ho studiato tanto e ho imparato una magia!" Detto questo di fianco a lei comparì una piccola fata.
"Certo é un illusione, ma sembra così vera! Inoltre puoi toccarla" disse accarezzandola.

Lì capì tutto. Ero solo un illusione creata da Mavis, probabilmente il suo potere si era risvegliato dalla rabbia che aveva provato quando chiusi gli occhi quel giorno, e involontariamente mi creó.
Era tutto chiaro, ero solo una sua illusione.
Nonostante questo... non glielo voletti dire, perché non volevo lasciarla sola in quella stupida isola.
Lei mi aveva trattato con gentilezza nonostante tutto il male che le avessi provocato. Dovevo ricambiare il favore.
Gli anni passarono e giunsero nell'isola tre ragazzi, che più tardi scoprimmo fossero mercanti di tesori.

I Sospiri Del Mio Cuore ✿ NaluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora