Prologo

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Luce...
La sua nuova vita era fatta solo di luce, Hermione Jane Granger si sentiva viva e in pace quando ricevette il 2 maggio 1999 la lettera per la riammissione all'ultimo anno di Hogworts. In un solo anno la preside Mc Granitt aveva riassemblato la scuola, il corpo docenti e l'anima dell'antico istituto di magia che ospitava da generazioni i più grandi maghi della storia. Il primo di settembre si sarebbero riaperti i cancelli di Hogwarts per chiunque,tra studenti e studentesse di tutto il mondo magico. Dopo la caduta di Voldemort era stata dura ricominciare senza guardarsi sempre dietro le spalle o impugnare la bacchetta ad ogni minimo rumore. Hermione non avendo ancora ritrovato i suoi genitori si era stabilita alla Tana con tutta la famiglia Weasley. Inoltre dopo la morte del Signore Oscuro, Molly invitó Harry a rimanere da loro per un po'. Cosi tutti si ritrovarono lì a convivere in quell'anno di transito, insieme, a combattere le proprio ombre. Tutti i componenti della famiglia Weasley da quando Fred non c'era più, avevano un aria malinconica e nostaligica. George non rideva mai e non aveva osato fare più nessuno scherzo, senza il gemello non poteva. Molly cercava di sorridere sempre, ma Hermione sapeva che la sera si rintanava in cucina a piangere. Ginny e Ron stavano leggermente meglio, erano allegri quasi sempre ma a volte si vedeva che si perdevano nei loro pensieri e i loro occhi iniziavano a farsi lucidi. Harry cercava di consolare la rossa con tutto l'amore che aveva. Provava un grandissimo senso di colpa verso tutti i morti che aveva causato la guerra. Erano caduti per lui. Cosi cercava di aiutare chi ne avesse bisogno. Hermione, tendeva a essere forte, doveva esserlo, le tenebre erano scomparse, bisognava riniziare. A volte però durante la notte sognava scene di orribile tortura e di corpi accasciati a terra esangui. Si svegliava terrorizzata e gridava, piangendo, finchè Harry, Ron e Ginny non venivano ad abbracciarla forte.

Hogwarts li avrebbe guariti da quelle ferite, avrebbe colmato la loro anima che stentava a rialzarsi.
Una nuova possibilitá per essere felici.

Nello stesso momento, a kilometri di distanza Draco Malfoy, ex mangiamorte, stava pronunciando a se stesso quell'ultima identica frase. La scuola di maghi avrebbe riaperto le porte anche a lui. L'aveva tradita e ripudiata ma Hogwarts gli avrebbe donato un ultima e sola chance. Lui che aveva sempre vissuto nell'oscuritá, nascosto come un'ombra dal nome della sua famiglia, era scappato con sua madre Narcissa e suo padre Lucius poco prima della caduta di Voldemort, ma dopo aveva deciso di rimanere solo. Fuggire nella solitudine in cui non avrebbe creato problemi. In cui non avrebbe dovuto mantenere la maschera da ragazzo freddo e indifferente a tutto. Si era stabilito in una casa nel mondo babbano a Londra, mischiato tra la folla cercava una vita senza più magia, senza più purosangue e mezzosangue, senza più obblighi, doveri e pregiudizi. Un'esistenza da babbano, lui era solo uno conosciuto vestito di nero. L'unica sua amica era la propria moto con cui girava di notte per le strade della capitale inglese. Solitudine e sofferenza lo seguivano come cerberi che corrono dietro al corpo di un uomo caduto nell'ade. Era solo, e il suo marchio nero bruciava, sembrava come se il serpente che vi era impresso nella pelle di Draco striciasse pian piano nella sua anima e la avvelenasse. Si sentiva vuoto, ma forse era il giusto prezzo da pagare per non essere stato degno di fare veramente la cosa giusta. Aveva perso tutto e tutti. La lettera da Hogwarts, fu per lui come una secchiata d'acqua fredda sulla testa, dopo tutto ciò che aveva fatto, la preside Mc Granitt gli permetteva di ritornare? Non era possibile! Ci penso per molte ore, alla fine però concluse che la scuola avrebbe potuto divagare la nebbia nel suo cuore, l'avrebbe potuto guarire. Una nuova possibilitá per essere felici.

Solo nei suoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora