Il campionato finì. La Juve vinse lo scudetto all'ultima giornata battendo la Sampdoria 2-0 in casa approfittando del pareggio del Napoli...tutti sintonizzati con i cellulari,con le radio per sentire il risultato del Napoli visto che giocavano in contemporanea. Fu festa allo Stadium, la Juve aveva vinto un altro scudetto. Come di consueto facemmo la solita sfilata sul tappeto rosso dando la mano ai bambini che indossavano le maglie di ogni squadra fino a salire su un podio allestito in occasione per la premiazione. Vicino a esso c'erano delle bellissime donne che salutavano e sorridevano ai calciatori,che come dei morti di figa,si lasciavano stregare dal loro sguardo. Quando tutti salimmo sul podio,giunse anche l'allenatore che venne "picchiato" scherzosamente da tutti noi. Alex alzò la coppa in cielo,un altro trionfo...campioni di Italia
Avevo altri due anni di contratto con la Juve non sapevo che fare: restare o andarmene. Andai a Vinovo nella sede principale della Juve per prendere le mie cose,visto che sarei ritornato a Posillipo per le vacanze. Entrai nello spogliatoio dove c'erano tutti i miei compagni ma vidi uno spazio vuoto: era quello di Alex.
Allora io dubbioso domandai ai compagni: "Ma Alex? Già se n'è andato?? E non fate gli imbecilli è solo una domanda..."
Fra questi si alzò Diego e rispose: "Meglio se non lo sai..."
"No voglio saperlo,adesso"- risposi io
Diego fece un sospiro:"Alex se n'è andato,ha firmato col Torino.Giocherà lì"
Io rimasi colpito e a voce alta,quasi urlai: "Che cosa??? I giornali non hanno detto nulla,ma ha già firmato???"
"A te cosa importa?? Non eri tu quello che lo voleva dimenticare???"- chiese Diego mentre svuotava il cassetto con la sua roba
"Si ma poteva almeno avvisarmi"-dissi io in preda a tutte le furie"
"Ti piace,vero?? Ti è sempre piaciuto ma non volevi ammetterlo."- disse Diego
"Adesso dove si trova???"- chiesi io sorvolando l'argomento.
"Al Centro Sisport,dove si allena il Toro... firmerà in questi giorni...che vuoi fare?? Valerio ,evita stronzate davvero" -disse Diego guardandomi negli occhi mentre rivedevo i suoi illuminati dalla luce del sole che entrava da una finestra situata in alto.
"No,non voglio fare nulla...voglio solo salutarlo tutto qua...ti ha detto qualcosa?"- chiesi io mentre sistemavo la roba
"Si...di non dirtelo,ma visto che me l'hai chiesto tu..."- disse Diego serio
"Capito..nient'altro?"- chiesi io chiudendo la cerniera del borsone.
"No mi dispiace...E tu che farai?? Resterai qui??"- chiese Diego"Non lo so...deciderò strada facendo"- risposi io.
"Vabbè Valerio ...in bocca a lupo per tutto,spero un giorno ci rivedremo...ciao"- disse Diego salutandomi e dirigendosi verso l'uscita dello spogliatoio insieme agli altri miei compagni. "Presi la mia roba e chiamai un taxi che stava passando nelle vicinanze,lo caricai in auto e dissi al tassista: "Al Centro Sisport,grazie..."
Il tassista appena mi vide e sorrise dicendo: "Ma tu sei Di Biase???Il giocatore della Juventus?"
"Si sono io..."- dissi sorridendo
"E perchè vuole andare nel centro di allenamento del Torino??"- chiese il tassista"
"Informazioni riservate"-risposi io con un tono ironico ma allo stesso tempo come se volesse dire "Fatti i fatti tuoi e cammina"
"Agli ordini"-rispose il tassista.
Non ero certamente Ronaldo ne Messi tale da non potere andare in giro da solo,non avevo di certo paura dei tifosi...In pochi minuti arrivammo al Centro Sisport dove lo stemma del Toro ergeva da lontano,impotente. Ringraziai il tassista cercando anche di dargli dei soldi ma lui rifiutò dicendo: "Forza Juve". Io lo sorrisi e lo ringrazia. Si allontanò
Camminando un po,vidi Alex che stava parlando col suo procuratore fuori l'entrata della sede dell'allenamento. Mi nascosi dietro un albero che era nelle vicinanze (oddio mi sembrava una missione di spionaggio...)
Il procuratore si allontanò per via di una chiamata,così che Alex rimase solo. Io cercai di avvicinarmi quando improvvisamente vidi un corpuscolo che si diresse come una saetta verso i piedi di Alex.
"Papà,eccoti"- disse quel bambino che poteva avere sui 3 anni.
A quelle parole gelai... Alex aveva un figlio??' Non me l'aveva mai detto... Il mondo mi crollò addosso
"Ehi campione...papà sta per firmare al Toro,la squadra che ti piace tanto..sei felice?"- disse prendendo in braccio quel bambino e dandogli un bacio sulla guancia.
Quanto era carino e dolce...come lo è stato con me quella volta in cui ero a casa sua. Aveva scelto il Toro,seppure consapevole del rigetto degli juventini, solo ed esclusivamente per amore del figlio.
Questa scena venne rovinata dall'arrivo di Elena che a passi lenti raggiunse entrambi. Notai subito una cosa: il pancione. Elena aspettava un altro bambino...Alex sarebbe diventato padre per la seconda volta. A questo punto non riuscii a trattenere le lacrime mentre Alex baciava Elena e anche il suo pancione
Il bambino si avvicinò al pancione e chiese :"Mamma, io diventerò bravo come papà?"
"Ma certo,figliolo...un grande giocatore come papà"- rispose sorridendo e dando un bacio al bambino.
"Adesso andate in macchina che dopo andiamo a prenderci un bel gelato,ma prima papà deve sbrigare delle cose,ok??"- disse Alex abbassandosi in modo da vedere il bambino negli occhi, il quale tutto felice si diresse insieme alla madre verso la macchina.
A questo punto entrai in scena,Alex vide la mia presenza e si girò...fece un sospiro e un'aria sdegnata.
"Diego te l'ha detto,vero??? Che stronzo,sapevo che non dovevo fidarmi di lui"- disse Alex dirigendosi verso di me
"Tanto prima o poi sarei venuto a saperlo.."-risposi io ancora colpito dalle lacrime-" e così hai messo su famiglia? Ma che bravo..."
"Senti Valerio ,smettila ok?? Oramai ho una nuova vita,il tuo amore per me è stato solo un'avventura. Sei un ragazzo speciale,ma non posso avere una relazione con un altro uomo,rovinerei la mia carriera calcistica."- disse Alex-" io ed Elena a breve ci sposeremo"
"Ah auguri... e quindi a te importa solo del calcio ma non del tuo cuore?? Sicuramente farai la fine di tutti quelli uomini sposati che andranno a cercare in chat altri uomini...ti auguro questa fine"- dissi in un misto fra rabbia e lacrime
"Adesso smettila,amo Elena più di chiunque altro,più di te"- disse Alex
A queste parole non ci vidi più e diedi uno schiaffo ad Alex senza curarmi del fatto che la moglie e il figlio l'avrebbero visto.
Alex come risposa mi prese le braccia e mi sbattè su un muro nella vicinanze. Sentivo il suo profumo, guardavo i suoi occhi stupendi...
"Le tue labbra sono stupende...carnose e morbide. Spero troverai un altro uomo che ti faccia perdere la testa e che ti tratti come un principe.." Poi togliendomi dalla visione del figlio e della moglie mi portò in un angolo dove mi diede un bacio sul collo. Io impazzii e gli toccai i capelli.
"Lo so che ti sono sempre piaciuti i baci sul collo"- disse Alex mentre continuavaStavo riprovando le stesse sensazioni di quando io e lui facemmo l'amore ma poi mi ritornò in mente la voce del figlio e mi staccai: "Hai una famiglia adesso,sicuramente la tua bellissima moglie non vuole un altro incomodo...e poi il bambino che porta in grembo!!! Alex da te non me l'aspettavo...a differenza tua io ammetto la mia omosessualità e non ho paura di certo dei giornali o dei tifosi. Ti auguro tutto il meglio ma sappi che non sarai mai felice e sopratutto non sarai mai te stesso nonostante tu abbia una famiglia attorno che ti vuole bene. Continua a nascondere,a fingere agli occhi dei tuoi compagni,continua a dire a loro che la mia e la tua era solo una trovata pubblicitaria tanto so che lo pensi davvero... Le bugie hanno le gambe corte,io te le spaccherei invece. Corri dalla tua famiglia adesso "
A queste parole Alex rimase colpito e non disse nulla e allontanandosi disse: "Cresci bambino,cresci"
Man mano che si allontanai diedi un pugno al muro senza provare alcun dolore dalla rabbia. Decisi di tornare a casa,basta avevo staccato la spina con Torino.
Richiamai un altro taxi per accompagnarmi alla stazione di Torino,questa volta il tassista non mi riconobbe,meglio così volevo evitare attenzioni. Il taxi si fermò all'aeroporto scesi e presi il primo volo per Posillipo con i biglietti che avevo nel borsone.
L'aereo arrivò alle 13, aspettai mezz'ora lì ripensando a ciò che avevo detto ad Alex. L'aereo arrivò e io salii. Il viaggio fu molto lungo,tant'è che mi addormentai lungo tutto il tragitto arrivando a Capodichino alle 16. Ad aspettarci c'era mio padre ad aspettarmi appena mi vide mi salutò e mi diede una pacca sulla spalla.
"E la Juve ha vinto lo scudetto...lo sai che mi dispiace ma allo stesso tempo sono orgogliosissimo di te. A Posillipo non l'hanno presa proprio bene... in particolare Zio Ciro"
Ah,Zio Ciro. Stratifosissimo del Napoli che ad ogni sconfitta rompeva tutti il servizio da 12 della moglie,mia zia. Lui viveva il Napoli 24 ore su 24. Ripensando a quella scena buffa,riuscii a sorridere nonostante tutto ciò che era successo. Arrivai a Posillipo verso le 17:30 non vedevo l'ora di riabbracciare la mia famiglia e Mia.
Arrivato a casa posai il borsone,non avevo più forze ero stanchissimo. Appena entrai Mia corse ad abbracciarmi
"Siamo i campioni d'Italia"- disse Mia tutta contenta
"Si lo so,lo so..."- dissi io accennando un sorriso anche se ero stanco morto
"Indovina un po...aspetto un maschietto!!"- disse Mia toccandosi la panciaNonostante fossi stanco trovai le energie per gioire ed abbracciarla.
"Voglio che sia un guerriero,un vero uomo,gentilissimo dal cuore buono...per questo motivo lo chiamerò come te,Valerio "
A queste parole diedi un bacio sulla fronte a Mia: "Ti voglio bene,Mia"
"Anche io... Valerio !!!E ti dico già che sarai il suo padrino"- disse sorridendomi
"Wewe,vatti a vestire che tra poco si cena susu."- disse mia madre dopo avermi salutato.
Stavo dirigendomi sopra quando Mia mi prese la mano e disse: " E con Alex?? Com'è finita?"
Io allora mi fermai sulle scale e le dissi: "Vieni con me sopra"
Io e Mia salimmo le scale e ci dirigemmo in camera,ci sedemmo sul letto: "Si è sposato,ha già un figlio e ne aspetta un altro..."
Mia rimase incredula: "Allora non è gay?? Fingeva?"
"No,è bisessuale. Non so come faccia ad avere una moglie nonostante gli piacciono anche i maschi,davvero non lo so.
"Gli hai parlato??"- disse Mia sempre più curiosa
"Si..ma è stato inutile,non capisce un cazzo"- dissi io.
"Che ci vuoi fare...non aveva le palle per amarti e aveva paura dei pregiudizi e degli altri. Meglio così non hai bisogno di un codardo al tuo fianco ma di un vero uomo..."- disse Mia accarezzandomi. Poi battè le mani e disse: "Dai su lavati e vestiti che tra poco si cena,ti aspetto"
Mia aprì la porta e scese giù facendomi rimanere solo. Mi sdraiai sul letto e ripensai a tutto.
Sembrava ieri quando il Mister mi disse che mi voleva la Juve. A Torino sono diventato uomo,ho capito chi sono io e cosa voglio. Ho fatto le mie esperienze,sia che esse siano negative ma anche positive e ho capito che devo stare alla larga dagli stronzi e dai codardi. Poi mi girai verso il muro dove avevo appeso la medaglia ricevuta durante la premiazione. Almeno avevo contribuito a far vincere lo scudetto alla Juve ma comunque ero rimasto solo,d'altronde è questo che spetta ai numeri uno,perchè io non sono secondo a nessuno... neanche in squadra."Spero questo racconto vi sia piaciuto,ho sempre sognato di scrivere una storia omosessuale nel calcio visto che è la mia più grande passione. E' stato il mio primo libro e quindi non è stato un granchè ma ho cercato di mettercela tutta. Grazie a tutti voi per essere arrivati fin qui e per averlo letto tutto,spero di continuare a scrivere altro (tempo permettendo ahahha). Un abbraccio :)
STAI LEGGENDO
La solitudine dei numeri uno
DiversosValerio è un calciatore di 19 anni che deve vivere difficoltà riguardanti la sua omosessualità in un palcoscenico come quello sportivo dove gli atleti sono visti come simboli di virilità. Ha paura di dirlo agli altri e teme la loro reazione ma tutto...