L'aereo toccò terra e mi scosse facendomi fare quasi un salto mentre mi ero in dormiveglia ascoltando la musica. Arrivammo alla pista d'atterraggio dell'aeroporto di Torino,posai le cuffie e scendemmo dall'aereo. Eravamo l'unico aereo che atterrava a quell'ora. Sentivo già l'ansia dentro di me che mi tartassava
"Sei pronto,Valerio?" - mi disse Mia mentre teneva per mano il suo trolley
"Si..."- dissi io sospirando.
Era una giornata abbastanza soleggiata con quel caldo sopportabile che si faceva sentire,poi ero vestito tutto elegante.
Giungemmo all'entrata dell'aeroporto e non appena le porte in automatico si aprirono successe l'incredibile. Fui assalito da una folla di tifosi juventini marcati dalle loro maglie bianconere. Urlavano il mio nome,mi dedicavano cori e striscioni e spingevano per qualche foto o autografo.
Rimasi sbalordito,anche Mia e David lo furono e mi guardarono. Le guardie del corpo trattenevano a stento quella folla. Non mi aspettavo tutto questo benvenuto,eppure sarei stato uno dei tanti alla Juve.
Io timidamente salutai i tifosi avvicinandomi un po a loro. Un tifoso,sui 16 anni circa,prese una sciarpa della Juve e velocemente me la mise al collo. Oddio,una sciarpa della Juve... non potevo mica togliermela in segno di disprezzo? Avrei fatto una figuraccia...quindi la tenni.
Mi si avvicinarono anche un gruppo di giornalisti con i microfoni pronti,fra di essi uno di loro si fece avanti e mi chiese: "Vogliamo sentire le prime parole di Di Biase in bianconero. Ti aspettavi tutto quest'accoglienza???"
Io con quella poca voce che avevo in gola visto anche il caldo,timidamente risposi: "Si,sono molto felice. Essere alla Juve è il sogno di tutti,è una grandissima piazza con tifosi fantastici".
"Cosa pensi che diranno i tifosi del Napoli quando andrete al San Paolo?Ti aspetti fischi o applausi?"- mi chiese una giornalista tutta vestita elegante.
"Non lo so...posso solo dire a loro che porterò sempre Napoli e il Napoli nel cuore perchè mi hanno cresciuto"- le dissi con un sorrisetto.
Mi staccai dai giornalisti e mi indirizzai verso i tifosi,che come i dannati nell'Inferno circondavano Dante,allo stesso modo facevano con me.
Firmai quanto più autografi possibili,feci selfie,foto.
"Sei davvero carino"- mi disse una ragazza di facendomi un occhiolino.
Aridaje,ci manca solo che le donne mi venissero appresso.
"Grazie anche tu..."- le dissi quasi imbarazzato e fuggendo via.
Fra la folla c'era il mio agente ad aspettarmi che mi tirò da quella morsa e mi condusse con se. Mia e David che si erano messi un po in disparte mi seguirono.
Uscimmo dall'aeroporto di Torino dove c'era una macchina ad aspettarci.
Caricammo e i bagagli e salimmo.
"Benvenuti a Torino"- disse il mio agente con un sorriso a 32 denti." Hai visto che sei accoglienza? Hai visto questa ondata di tifosi? Sono tutti per te,ci sono tante aspettative su di te,non li deludere."- mi disse l'agente guardandomi profondamente negli occhi.
"Lo so benissimo,ma non voglio troppa pressione.Lasciatemi giocare"- risposi io mentre
"Valerio,stai tranquillo. E' normale che i media e i tifosi siano su di te" -disse Mia prendendomi per mano. Le sorrisi
"Anche perchè quasi nessuno spende una cifra enorme per un portiere"- mi disse David mentre guardava dal finestrino i negozi di Torino
"Lo so benissimo"-gli dissi guardandolo. Poi mi affacciai al finestrino e curioso chiesi all'agente: "Dove stiamo andando?"
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La solitudine dei numeri uno
DiversosValerio è un calciatore di 19 anni che deve vivere difficoltà riguardanti la sua omosessualità in un palcoscenico come quello sportivo dove gli atleti sono visti come simboli di virilità. Ha paura di dirlo agli altri e teme la loro reazione ma tutto...