6. PICCOLE BUGIE

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[LUCY'S POV]

La lezione di letteratura era appena finita, così mi stavo dirigendo in tutta tranquillità agli armadietti, finché non mi imbattei in una piccola folla. Non mi interessavano molto le marachelle, così decisi di uscire in qualche modo dal bordello, ma quando riuscii a liberarmi notai immediatamente Derek parlare con Krista.

Non mi fermai e continuai per la mia strada, senza negare che i miei occhi caddero su di loro non appena Krista si avvinghiò al suo collo.
Anche se non erano fatti miei, pensavo che Krista fosse una gran pazza bugiarda e che quindi Derek non fosse realmente il suo ragazzo, e credevo anche che Derek fosse troppo in gamba per una tipa del genere. Evidentemente, mi sbagliavo.

Ah ma chi volevo prendere in giro, Krista piaceva a tutti, era maledettamente perfetta con quei suoi capelli biondi, le labbra carnose, lo sguardo che fulminava chiunque la guardasse. Perché a Derek non sarebbe dovuta piacere? Sapeva come prenderselo, e comunque se non fosse stata lei sarebbe stata un'altra bella barbie.
Ma cosa speravo? Che notasse una come me? Svegliati Lucy, tu sei bassa, goffa, ti vesti da far schifo ai barboni, non potrai mai piacere ad uno come Derek, nè a nessun'altro.

Posai i libri nell'armadietto e uscii fuori dal campus recandomi ai prati sul retro. L'aria era fresca e piacevole, ma non riuscivo a godermela. Dentro di me ero tormentata, e non capivo perché. Non mi era mai importato niente dei ragazzi, e non sapevo nemmeno cosa significasse averne uno dato che non ero mai stata in grado di fidanzarmi o quanto meno di uscire con qualcuno.

Però vedere quella scena di Derek abbracciato a Krista, mi aveva provocato un vuoto allo stomaco, una brutta sensazione.
Ma chi prendevo in giro, potevo mentire a chiunque ma non a me stessa, e la verità era che ormai sapevo cosa avessi, lui mi piaceva, e da morire, maledizione.

No, non potevo permettermi una cosa simile. Io ero io e non piacevo a nessuno, tanto meno a Derek che aveva una ragazza così perfetta e pensarlo mi avrebbe solo fatto del male.
Basta Lucy, distraiti, torna a pensare con lucidità.

Chiusi per un istante gli occhi lasciando che il sole mi scaldasse il viso pallido e che il vento mi cullasse, quando improvvisamente un'ombra fece la sua apparizione su di me. Nuvole di merda. Aprii gli occhi e capii che quella non era esattamente una nuvola e mi venne un colpo, di nuovo.
Davanti a me si presentò il viso sorridente di Adam intento a fissarmi.

«Oddio! Adam, mi hai spaventata.» mi alzai.

«Perdonami Lucy, arrivo sempre così silenziosamente, ma non volevo disturbarti.»

«Oh, tranquillo. Come mai qui?»

«Ero casualmente nei paraggi e ti ho vista qui, così ho pensato di venirti a salutare.» cominciò a fissarmi in modo ambiguo, non saprei definirlo esattamente, poggiando poi la sua mano sulla mia.

A quel punto non sapevo più che fare, non volevo quel contatto con lui, ma ero troppo stupida da non dirgli niente per paura di offenderlo.
Improvvisamente però, scorsi da lontano la figura esile di Cooper, e m'illuminai. Era il momento giusto per scappare via di lì.

«Ehm, i-io adesso devo proprio andare, c'è Cooper che mi sta aspettando. Ci si vede, ciao Adam.»

«A presto mia dea!» urlò mentre andavo via.

Non capivo cosa non andasse in quel ragazzo, fatto sta che ogni volta mi provocava uno strano presentimento.

«Ciao Cooper.»

«Hey Lucy, come stai? Hai una faccia.»

«È la faccia di tutti i giorni.»

«Non penso che tutti i giorni tu abbia la faccia di una che ha appena visto un fantasma.»

Lucinda Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora