{Cap.18}

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"Dai, è arrivato il momento della tua fine. Sono contento di averti incontrato. Ops, non è vero." l'amore in persona -.- e poi non aveva detto che mi lasciava qualche minuto?
Sta per uccidermi,ma qualcosa o qualcuno mi salva.
È papà! E.. Gabriele? Quando li vedo un sentimento di felicità mi si accende.
"Occupati di lei. Prima curala, appena finito andatevene. Chiaro?" Istruisce mio padre.
"Sissignore." conferma Gabriele per poi iniziare a guarire la mia grave ferita.
"Tu stai bene?" domando con fatica.
"Sì. Grazie a te, tuo padre mi ha curato in tempo."
"Mi fa piacere." e sorrido.
"Senti io.."
"Non ti preoccupare. Ti posso capire se non ti fidi più di me." una lacrima scende.
"No non voglio dire quello. Dovevo fidarmi di te. In senso non ho mai smesso di amarti. Solo che non sopportavo l'idea di.. Perderti. E così.. Beh.. Hai capito." dichiara rosso in faccia.
Sono sorpresa anche io se per questo.
"Sono felice, ma parliamone dopo che non è il momento." mi metto a ridere ovviamente arrossendo.
"Più di così non posso fare." dice terminando la guarigione incompleta.
"Non ti preoccupare. Finisco io l'opera." ricuperando alcune delle mie energie ci riesco.
"Ora che stai bene, andiamo."
"No aspetta e mio padre? Non voglio andarmene senza di lui." mi giro verso la loro parte, ma la scena che vedo non mi piace affatto.
Mio padre cade a terra ferito al petto, non direttamente al cuore ma vicino.
"Papà!" urlo correndo verso di lui seguita da Gabriele.
"Papà!" urlo di nuovo.
Gli stringo la mano e lui fa lo stesso.
"Resisti ti prego!" urlo piangente.
"Ti abbiamo sempre voluto bene. Non dimenticarlo mai, è la cosa più importante. Ti voglio tanto bene, piccola mia." dice per poi terminare l'ultimo respiro.
"Papà!!" urlo disperata.
No non è possibile! Papà! No! Non voglio! Apri gli occhi ti prego! Non lasciarmi! Non voglio rimanere di nuovo sola!
"Laura.." Inizia Gabriele.
"Tu brutto bastardo che non sei altro. Hai ucciso una persona importante nella mia vita e per questo te la farò pagare. Non mi importa se sei mio fratello.. Ti squarcerò il cuore dal petto!" dico alzandomi in piedi.
Sono fuori di me, non ragiono più.
La rabbia, il rancore, il dolore hanno il controllo su tutto e delle fiamme circondano il mio corpo.
Una specie di trasformazione in super sayan. (Ahahaha)
"Laura! No! Controllati! Finirai per distruggere tutto!" urla Gabriele.
"Non preoccuparti di me. Pensa a mio padre piuttosto." dico fredda.
"Che scena patetica. Sai tuo padre continuava a ripetere che sei speciale e che non dovevi morire. Ma sai una cosa? È solo un essere vivente patetico e non merita di vivere. Ho fatto un favore all'umanità fidati." afferma mio fratello.
"Tu stai attento a quello che dici, perché adesso ti sistemo."
In un attimo sono davanti a lui e gli sferro mille attacchi. Pugni, calci, gomitate ecc. Lo so non sono molto elegante, ma va beh.
Anche quando cade a terra non smetto di picchiarlo. Non riesco a fermarmi.
"Laura basta!" urla da dietro Gabriele.
Non riesco a fermarmi.
"Ricordati cosa è successo al nostro bosco in giardino! Non commettere lo stesso errore!" mi giro verso di lui e lo vedo seriamente preoccupato per me.
"Io.." dico calmandomi e con le lacrime che bagnavano di nuovo il mio viso.
"Brava. Basta così." dice avvicinandosi per abbracciarmi.
Riesco finalmente a calmarmi, ma il dolore si fa sentire.
Tra le braccia di Gabriele mi sento tranquilla e al sicuro. E anche voluta bene.
"L'ho ucciso?" dico tra le lacrime.
"No tranquilla. È solo svenuto." dice accarezzandomi la testa.
"Però.. È morto. Mio padre è morto." Dico sconvolta. Non ci credo ancora.
"Vai da lui. Io mi occupo di tuo fratello." annuisco.
Gabriele teletrasporta mio fratello alla prigione dove erano tutti gli altri.
Io ero vicino al corpo di mio padre.
Il suo corpo è freddo.

"Sai.. Mi ha detto per la prima e l'ultima volta che mi voleva bene." dico con voce docile all'unica persona vivente presente.
Non è giusto. Perché è successo?
Mi ha salvato. Mi ha soccorso. Si è sacrificato. Perché non ho potuto essere in grado di essere come loro?
Ci eravamo avvicinati nell'ultimo periodo, ma se ne andato un'altra volta.
Odio questo modo di fare. Entrare poi uscire, per poi entrare di nuovo e uscire. Non sono un aeroporto. Mi lascia un grande senso di vuoto.
"Papà.." dico in un sussurro.
"Ti prego. Apri gli occhi."
"E dimmi ancora una volta che mi vuoi bene."
"Voglio sentire la tua irritante voce che mi rimproverava o mi consolava. Perché ora ne ho davvero bisogno."
"Ti prego."
Niente da fare.
Ci si sente inutili.. Quando vedi una persona soffrire e vuoi aiutarla, ma non puoi fare altro che assistere alla sua lenta morte.

"Laura.." Gabriele non può capirmi, nessuno può.
"Io sono sola. Non c'è più nessuno."
dal mio tono di voce si può capire la mia depressione.
"Ti sbagli ci sono io. Te lo prometto, non uscirò più dalla tua vita." dice abbracciandomi.
"Chiunque fa parte della mia vita, se ne va. E fa male."
"Shh basta. Non dire così."
Vorrei piangere, solo piangere.
"Andiamo a casa dai."
"Vorrei restare a casa degli Shui. Ora che non c'è più nessuno."
"E io cosa ho detto? Non so se si era capito, ma io ho intenzione di mantenere la prima promessa che ti ho fatto." dice sorridendo.
Suppongo che il malinteso creato si sia risolto, ma anche se questo mi dovrebbe rendere felice, la perdita che ho avuto oggi è troppo grande e spero lui la possa colmare.

L'amore non è un elemento Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora