Capitolo 12

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È passata una settimana dal giorno in cui ho incontrato Shawn all'aeroporto, ma le cose tra me e lui non si sono sistemate, anzi, se è possibile, sono anche peggiorate. Ormai non ci salutiamo neanche più.

«Crys!» urla Mia appena mi vede, sorridendo e correndomi incontro.

«Buongiorno Mia.. Per quale motivo sei così eccitata?» le chiedo incuriosita.

«Non puoi capire Crys. Sabato prossimo, cioè esattamente tra 2 giorni, 12 ore e 24 minuti, ci sarà il ballo della scuola. Cosa ci può essere di più bello?» esclama saltellando.

«Wow Mia! Non vedo l'ora!» esclamo, battendo le mani «E dimmi, hai già trovato un accompagnatore?» le chiedo, facendo un sorrisetto.

«Beh, in realtà no. Ma sono sicura che appena la notizia si diffonderà, di pretendenti ne arriveranno moltissimi» dice Mia con aria convinta.

«Se lo dici tu...» rispondo io sogghignando.

«Comunque, tralasciando questo piccolo dettaglio, dovremo fare un sacco di preparativi... Ad esempio: trovare un vestito, un paio di scarpe, fare la manicure, andare dal parrucchiere, trovare un make-up adatto...»

«Calma Mia,» dico, prima che possa continuare «Non stiamo andando a chissà quale evento, in fondo è solo il ballo della scuola.»

«No Crys. Questa è un'occasione IMPORTANTISSIMA per entrambe» mi risponde, scandendo le ultime parole «tu avrai l'occasione di chiarire con Shawn e io potrei finalmente farmi notare da Martin, il ragazzo dell'ultimo anno.» dice Mia sognante.

«Va bene, va bene, ora però smettila di fantasticare e andiamoci a sedere che tra poco comincia la lezione.»

«Come vuoi capo!» mi risponde lei, mettendosi sull'attenti.

«A dopo soldato!» esclamo, incrociando le braccia.
Scoppiamo tutte e due a ridere, ma improvvisamente entra l'insegnante, richiamando tutti al proprio posto.

Mi allontano dal banco di Mia sorridendo tra me e me. Lei è sempre di buon umore, e questa è una qualità che le invidio. Io, a causa del mio temperamento, riesco a rabbuiarmi anche per le più piccole cose. Odio questo lato del mio carattere, ma purtroppo non posso cambiare, anche se ci provassi.

Mi siedo al mio posto, vicino a Shawn, ma come sempre lui non mi degna di uno sguardo. Ormai ci ho fatto l'abitudine, quindi sospiro e guardo la professoressa che intanto ha iniziato l'appello.
Dopo aver finito di chiamare ognuno di noi, rivolge lo sguardo verso la classe e dice: «Ragazzi, ho corretto i vostri progetti di scienze e devo dire che siete stati tutti molto bravi. Però ne ho scelti un paio che mi sono sembrati migliori, perché dovranno essere presentati ad un'altra classe, come progetto di fine anno.»

Il progetto di scienze. Quel giorno a casa di Shawn ovviamente non l'abbiamo terminato, ma qualche giorno dopo lui, mi ha rivolto la parola, una delle rare volte in cui l'ha fatto, per dirmi con tono freddo e distaccato e senza neanche guardarmi, che l'avrebbe finito lui, e che anzi l'aveva già completato. Io avevo semplicemente annuito e detto «Va bene, grazie.»

«Bene, i due progetti che ho scelto, sono quello di Smith ed Hemmings e quello di Mendes e Johnson. Dovrete incorporarli e creare un unico discorso, che poi presenterete a fine mese. Questo è tutto, cominciamo la lezione.»

Dovrò lavorare di nuovo con Shawn. Bene. Ora non possiamo aggirare il problema, dobbiamo per forza parlarci e collaborare. Per fortuna lo faremo con altre persone. E poi Brigit e Luke sono simpatici, quindi sono certa che andrà bene. O quasi.

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