Capitolo 1

17.2K 555 28
                                    

Stefania


"Perché la vita è un brivido che vola via...

È tutto un equilibrio sopra la follia"

(Sally – Vasco Rossi)

Chi pensa che l'amore ci completa deve avere dei seri problemi psicologici. L'amore non è tutto nella vita, l'amore ci logora, ci invecchia e ci soffoca. Non è come lo descrivono nei film, nelle fiabe o nei libri, è completamente diverso. Io lo definisco come un fastidioso sassolino nella scarpa, come una fastidiosa etichetta sul retro del colletto di una maglia o come i fastidiosi slip che finiscono continuamente tra i glutei. Proprio per questo, non ho mai intrapreso una relazione seria in tutti e ventuno anni della mia vita. Non voglio finire come mio padre: solo e disperato, o come mia madre: irresponsabile e usata.

Mi godo la mia vita come meglio posso. Non ambisco al matrimonio, alla famiglia o al diventare madre. Io voglio essere libera e indipendente, una grande donna di successo, laurearmi rendendo soddisfatto mio padre che è l'unica ragione della mia vita e dedicarmi in tutto e per tutto alla carriera.

La fresca brezza notturna mi scompiglia leggermente i capelli facendomi venire la pelle d'oca. Mi stringo tra le braccia tenendo stretto il mio panino incartato appena fatto da una di quelle paninoteche ambulanti che ho trovato fuori dalla discoteca. Mi rimprovero di non aver preso la giacca prima di uscire ma il punto è che avevo così tanta fretta di andare via che quasi temevo di poter morire soffocata in quell'ambiente saturo di alcol e sudore.

Cammino lungo il marciapiede, seguendo il perimetro del locale, alla ricerca di un posto tranquillo dove posso mangiare in santa pace. Sento già l'hamburger contornato di patatine, pomodori, insalata, ketchup e maionese che urla il mio nome implorandomi di mangiarlo subito. Ma ovunque mi giro, vedo ragazzi ubriachi che vomitano, ragazzi drogati mezzi svenuti e coppie che limonano indecentemente e, a dire il vero, non vorrei mangiare il mio panino in mezzo a questo stomachevole spettacolo. Quindi abbasso lo sguardo e continuo dritta per la mia strada. Il ticchettio dei miei tacchi maledettamente troppo alti, si confonde con la musica ovattata che pompa all'interno del locale. Riconosco il pezzo famoso che ha appena lanciato il dj e lo canticchio per non dover sentire il brontolio del mio stomaco che diventa sempre più forte. Sono quasi arrivata al parcheggio quando finalmente scorgo il muretto perfettamente cementato che lo divide dalla strada. Mi ci siedo sopra facendo un piccolo saltello dato che è abbastanza alto, mi sfilo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e lo appoggio sul ripiano cementato e comincio a scartare il mio panino dalla carta stagnola. L'odore di questi ingredienti ricchi di proteine, carboidrati, grassi, calorie e chi più ne ha più ne metta, mi invade le narici facendomi venire l'acquolina in bocca. Inizio a mangiare con gusto strappando morsi quasi più grandi della mia bocca e muovo leggermente il busto e le spalle a ritmo della musica che si sente in lontananza, intonando, tra un boccone e l'altro, qualche parola di un inglese buffamente inventate da me.

«Mmh... ha tutta l'aria di essere appetitoso» Qualcuno interrompe il mio ingurgitare beata e spensierata.

Mi volto di scatto verso questa voce e vedo un ragazzo poco distante da me, appoggiato con il sedere contro il muretto che fuma e mi guarda divertito. Possibile che non mi sia accorta della sua presenza prima di sedermi?

«Cos'è? Vuoi scroccarmene un pezzo?» Rispondo scontrosa. Quando si tratta di cibo non sono per niente generosa, soprattutto quando sono molto ma molto affamata.

«Oh, no, no. Continua pure a mangiare»

«Bene, perché non avrei diviso con te il mio panino» aggiungo con la bocca piena e comincio ad avere sete. Cavolo! Non ho preso nulla da bere.

Comincio da te (IN LIBRERIA!) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora