Capitolo 10

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Federico


"Sei ancora tu

Purtroppo l'unica, ancora tu,

l'incorreggibile, ma lasciarti

non è possibile"

(Ancora tu – Lucio Battisti)

«Allora? Vieni a pranzo con noi?» mi ripete un collega mentre ripongo alcune scartoffie nella mia ventiquattr'ore.

«Sì, certo. Vi raggiungo subito» mi tolgo il camice e lascio la clinica per la pausa pranzo insieme a due dei miei colleghi e a Claudio, mio migliore amico e confidente.

Raggiungiamo un piccolo ristorantino nei pressi della spiaggia e dato che è una splendida giornata, optiamo per il terrazzino sul lato del mare.

Il pranzo a base di pesce scorre piacevolissimo e non facciamo altro che parlare di lavoro o di qualche paziente strano che abbiamo avuto la sfortuna di incontrare.

«Solo a te capitano le pazienti più belle e disponibili» osserva Fabio sgomitandomi seduto accanto a me.

«Ma quando vedono lui, anche le fidanzate e le sposate diventano disponibili» interviene Caudio seduto difronte a me.

«Il vantaggio di essere belli» aggiunge il collega seduto al suo fianco.

«E' inutile parlare. Lo sapete che con le mie pazienti non lego alcun tipo di rapporto» ribatto bevendo un sorso d'acqua.

«Già. Tuo suocero vede tutto quello che succede in clinica» ammicca Claudio «Ma dimmi un po'...» continua «Com'era quella ballerina di sabato scorso?»

«A letto nulla di strabiliante. Urlava così tanto che mi ha fatto venire un mal di testa atroce, e poi troppo appiccicosa. Non avevo nemmeno finito che già voleva rivedermi. Ho dovuto inventare la scusa che non ero del posto e che sarei dovuto ripartire l'indomani stesso» rido e ordiniamo una coppa di frutta.

«Ma come cavolo fai a nascondere tutto a Eva, porca vacca, tra poche settimane c'è il vostro fidanzamento» dice incredulo Fabio.

«Bisogna saper mentire e avere una buona memoria» mi vanto.

«Sei pessimo. La tua fortuna è che Eva ha perso completamente la testa per te e stai certo che ti perdonerebbe anche tutti questi tradimenti semmai un giorno venisse a saperli» analizza Claudio.

«Scusa ma perché stai con lei se ami una vita così libera?» chiede il collega seduto al suo fianco.

«Facile!» interviene ancora Claudio «Il dottore qui seduto è stato nominato come successore del nostro capo quel giorno che deciderà di andare in pensione»

«Erediterai tutta la clinica?» Fabio sembra sbalordito.

«Sì. Eva non vuole e non può occuparsene dato che si occupa di tutt'altra cosa e così la sua scelta è caduta su di me» dico fiero.

«Come credi che l'abbia ottenuto il posto da primario, stupido? Il nostro caro direttore ha una venerazione per Federico altrimenti col cavolo che questa testa vuota aveva un posto così decente» aggiunge Claudio lanciandomi un'occhiata divertita.

«Grazie» dico fingendomi offeso.

«Non fingerti offeso perché lo sai che se non era per tuo suocero, ora come ora, saresti stato un semplice dottore che rispettava i turni più stancanti con uno stipendio minimo»

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