Caspar - Forgiveness

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*Caspar*
Chiudo il telefono in faccia a Joe. Insomma, l'avevo risentito. Ho sentito la sue voce dopo un anno, e questa è stata la mia reazione. Chiudergli il telefono in faccia. Tutto l'amore che provo per lui, svanito, cosí, puf. Come se non fosse mai esistito. La rabbia l'ha affrontato, ci ha combattuto, e ha estirpato da me quell'amore, che mi sta tornando piano piano, insieme al rimpianto. Rimpianto di non aver detto che lo amo, di volerlo vedere, rimpianto di non aver pianto, sorriso, di essermi emozionato. Nulla. Mi aspettavo un'altra reazione, ma forse dopo un anno va bene cosí, un passo alla volta, infondo mi sono appena svegliato no? Ho una vita davanti per rimediare al casino che ho fatto, giusto?
Qualcuno bussa alla porta e un'infermiera entra. Ellis. Leggo il suo nome sul cartellino, ma qualcosa in me mi fa comprendere che la conoscevo, che magari è stata al mio fianco, per un po'.
"Ciao Caspar" mi saluta dolcemente.
"Come stai?" chiede.
"Ellis..." riesco solo a rispondere.
"Ti ricordi di me?" chiede incredula.
"Joe mi ha parlato di te, e qualcosa di te non mi è nuova... È come se ti conoscessi in qualche modo"
"Ti ho fatto compagnia quando Joe se n'è andato, stavo qui a monitorarti, ma piano piano mi sono affezionata a te, a Joe, e tifavo con tutte le forze che ti svegliassi" dice stringendomi la mano.
"Grazie" mi limito a dire. È l'unica cosa che va detta in questi frangenti.
"Allora?" incalza. "Non mi hai detto come stai" sorride.
"Bene, credo, mi sono appena svegliato e ho chiamato Joe e ho combinato un casino..." confesso tristemente.
"Mi spiace Cas, ma ci sarà tempo per rimediare, Joe ti ama ancora... Lo sento. Durante la sua permanenza qui ho capito che è dedito a te. Non ho mai visto un ragazzo cosí innamorato, giuro. Io credo che non dovresti lasciartelo scappare" conclude sorridendo.
"Forse hai ragione" ammetto.
Sposto lo sguardo sulla porta e mi accorgo che ho una piccola visitatrice.
"Tu devi essere Emily, vero?" le chiedo. Lei per tutta risposta mi lancia un timido sorriso.
"Come fai a sapere il suo nome?" domanda Ellis.
"Sarò pure stato in coma, ma sentivo parlare te e Joe, e mi ricordo della tua piccola Emily" le dico, rivolgendole un sorriso.
Emily sta in silenzio, ma piange.
"Hey, perché piangi?" le chiedo preoccupato. Lei scuote la testa.
"Vieni qui" dico aprendo le braccia.
Lei subito corre e mi stringe in un abbraccio. Ed è in quel momento che decide di parlarmi.
"È bello vederti sveglio Caspar, non sai quanto mi hai fatto preoccupare" pronuncia fra i singhiozzi.
"Mi sei mancato da morire, sono contenta di vederti" coclude ancora piangendo.
La stringo forte a me. In realtà sono stato cosí egoista da non pensare ai miei fan. A come avrebbero reagito al mio risveglio. Avevo scritto un semplice post "hey" sui social network. Non avrei mai pensato di essere cosí importante per qualcuno.
Accarezzo lentamenti i capelli della ragazza per calmarla. Non smette di singhiozzare, ed io la tengo ancora stretta fra le mie braccia.
"Hey Em, non piangere, sono qui adesso, sono qui per te. Sono sveglio, quelle lacrime devono essere di gioia, perché se non è cosí, fai piangere anche me" dico con la voce spezzata.
"Solo gioia Caspar, solo gioia" pronuncia la ragazza, che finalmente aveva smesso di inzupparmi la maglietta. Lascia la presa e si mette vicino alla mamma, asciugandosi accuratamente le lacrime.
"Allora, quando esci?" mi chiede Ellis raggiante.
"Spero presto" dico ridacchiando.
"Come? Non ti piace la nostra compagnia?" domanda l'infermiera stringendo a sé la figlia.
"Non è per quello" sorrido. "Vorrei solo riprendere la mia vita, sai com'è, i miei fan aspettano da due anni, e vorrei passare un po' di tempo con la mia famiglia, capite?"
Ellis e Emily si limitano ad annuire. Credo davvero che mi capiscano.
"Va bene signor Lee, la lasciamo riposare in pace, okay?" dice scerzando. "Ci vediamo dopo, ti faró sapere se domani ti dimettono o meno, spero di portarti buone notizie" dice prime di chiudersi la porta alle spalle. Emily mi saluta con un cenno della mano ed io ricambio. Mi fa tenerezza, come tutti i miei fan, è come se fosse la mia secondo famiglia, ed io li adoro.
Accendo il telefono e subito scopro che hanno organizzato un hashtag su twitter chiamato #WelcomeBackCasparLee. Mi sento amato, è per questo che li adoro, non mi lasciano mai, nel bene e nel male, sono sempre accanto a me. Come lo era Joe, che peró questa volta ha deciso di lasciarmi alle spalle. Ma lo capisco. Vorrei solo che fosse stato diverso. Tutto qui.

*dopo qualche ora*

Mi abbandono ad un sonno leggero e mi faccio trasportare da esso. Mi hanno tolto la flebo, e dormire è molto piú comodo adesso. Faccio un incubo distorto, vedo gente, parlo, piango, sono da solo in un tunnel buio, non riesco a muovermi, la gente mi passa accanto ma nessuno mi aiuta, come se fossi invisibile. Urlavo ma la voce non usciva, l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere. Che significa?
Alla fine mi sveglio, di soprassalto. Era un incubo terribile, ma per fortuna ora sono sveglio, vigile. Mi sono svegliato per l'incubo ma anche per i rumori che provengonl dal corridoio fuori dalla mia stanza. Mi andrebbe di fare una passeggiata, ma mi sento ancora debole per camminare tanto, e poi fuori si muore di caldo. Mi avvicino alla finestra, anche la mia Londra mi sembrava diversa, caldo afoso, in Inghilterra? Quando mai! Incredibile
ma è cosí. Osservo meglio quella scena e con mia immensa sorpresa vedo il sole, sorgere. Per quanto ho dormito? Guardo l'orologio appeso alla parete. Le 5:36.
Mi riavvicino al letto e mi ci siedo con le gambe incrociate, prendo il telefono ma prima che potessi sbloccarlo qualcuno mi chiama. Ellis.
"Ci sono visite Caspar, posso far entrare?"
Annuisco controvoglia. Non mi va di vedere nessuno, ma non mi dispiacerebbe vedere qualcuno dei miei amici.
Sento Emily salutare qualcuno con un "È stato bello vederti dal vivo, conoscerti, trattami bene Caspar, mi raccomando". Poi la porta si apre, lasciando entrare l'unica persona che in quel momento non mi aspettavo di vedere.
"Hey Cas"
"Hey Joe"

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