Gone.

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N/A

Hey! Siamo arrivati a 13K con la prima parte, e non so come ringraziarvi. L'unico modo che mi viene in mente è un capitolo "speciale", che ne direste di un'intervista ai personaggi (se si, lasciate le vostre domande nei commenti) o cose del genere? Proponetemi anche delle altre idee, se ne avete, e fatemelo sapere!
Nel frattempo vi mando un bacione xx

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Will you miss me when I'm gone?

*Caspar*

Smetto di gridare. Non tornerà indietro, no, non di certo per me.
Forse tutto questo l'ha fatto per compassione, per il mio risveglio, per pena. Non prova più nulla per me. Devo accettarlo, è andato avanti, e non so nemmeno perché la cosa mi sorprenda cosí tanto; sono stato in coma per due anni, ovvio che ha continuato a vivere, ed io non faccio parte della sua nuova vita.
Dovrei cominciarne un'altra anche io, sarebbe meglio per entrambi: lui non avrebbe questa idea su di me, ed io soffrirei di meno...
Davvero? Riuscirei davvero a soffrire meno?
Non penso. Credo che se un amore è realmente vero, ti rimanga sotto pelle come un tatuaggio. Sta a noi capire se quel marchio, quell'inchiostro, è un errore che non riusciamo a cancellare, o se è il migliore della nostra vita.
E Joe, bhé Joe, è decisamente l'errore più bello che potessi desiderare.
Ma forse, e dico forse, non siamo cosí destinati a stare insieme come pensavo.
Mi ha dimenticato facilmente, è partito e ha ricominciato a vivere.
La devo smettere. Ha fatto la cosa giusta.

*Joe*

Mi manca. Tanto, troppo. Vorrei stringerlo ancora, tenergli la mano per altri pochi secondi, sentire il suo profumo un'altra volta. È troppo da chiedere?
Non è colpa mia, sono un eterno innamorato, sono ammaliato dall'amore, e forse scelgo sempre male.
Tranne Caspar, lui è stata la mia scelta migliore, non me ne pento e pentiró mai.
Ho bisogno di lui, adesso.
Ma come faccio? Barbara mi aspetta a casa, e cosa direbbe se io sentissi che la mia vera casa è ovunque sia Caspar? Per quanto sia vero, non posso dirglielo, non posso fare questo a Barbara, le voglio troppo bene ed è stata la mia roccia durante il coma di Cas. Non voglio perderla, ma nello stesso tempo non voglio perdere neanche lui, come fare?
In amore vince la scelta, giusta o sbagliata che sia, no?
Se va male, s'impara a non commettere lo stesso errore (A/N non sempre, ve lo dice un'esperta) e se va bene, quello è solo l'inizio di una chissà quanto lunga storia.
Ed ora qui mi sorge una domanda spontanea:
Chi scegliere?

*Caspar*

Mi alzo da terra e raggiungo il divano con difficoltà. Il bel divano crema dove io e Joe ci accucciavamo per guardare i film, ma chi voglio prendere in giro, questo resterà solo un ricordo, uno dei piú belli. Bello come Joe, quel mio piccolo angelo. Mi manca troppo, dovrei smetterla di pensarci. È finita, basta. Devo voltare pagina.

*Joe*
Dovrei smetterla di crucciarmi, Caspar merita meglio di me, cosí starà meglio.
Forse ci metterà un po' di tempo per dimenticarmi, ma ce la farà, smettera di starci male, e volterà pagina.
Ce la si fa sempre. Si riesce a guarire da un amore cosí sfortunato, lo dice un esperto.
Prendo il telefono: voglio scrivere a Caspar. L'immagine del suo pianto mi ritorna in mente di continuo ed ogni volta mi lacera il cuore. Non merita di soffrire cosí tanto.

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Atterro dolcemente e mi dirigo al ritiro bagagli. Lí mi aspetta Barbara, la mia ragazza, la quale mi abbraccia e mi riempe di baci, che io non sento di ricambiare.

"Ben tornato, amore" pronuncia con un sorriso smagliante.
"Grazie mille, sono piuttosto stanco" mento, per giustificare la mia reazione.
"Tranquillo, ci penso io a te" pronuncia, sempre sorridente.
"Grazie B." dico dolcemente.

*Caspar*
Sono sprofondato in una crisi di pianto dalla quale non riesco a riprendermi. È incredibile quanto io sia bipolare: passo da stati di profonda gioia a profonda tristezza, dall'euforia alla rabbia, dal riso al pianto. Sono peggio di un gemelli.
Ho bisogno di lui, di rivederlo, non posso resistere cosí. Mi sono svegliato con la voglia di vederlo, ed ora? È già finito tutto? Tutto il dolore che ho provato quando non potevo rispondergli, quando lo sentivo piangere, quando suonava per me.
No, non può essere finita. Non è giusto.

24 ore dopo

*Joe*
Mi sveglio dal sonno un po' inquieto, come se dovessere succedere un disastro da un momento all'altro.

E la mia sensazione non si sarebbe rivelata più esatta.

Mi stiracchio cercando di divincolarmi dall'abbraccio di Barbara, è proprio bella quando dorme.
Un po' mi è mancata.
Preparo la colazione e dopo poco la mia ragazza mi raggiunge in cucina, con solo una mia camicia bianca addosso, molto provocante.
"Adesso ti metti anche a cucinare? Vedo che viaggiare ti ha fatto bene" dice con voce squillante.
"Oh si, molto" asserisco.
"Tutto bene?" mi chiede preoccupata.
"Jet leg" pronuncio, socchiudendo gli occhi.
Barbara mi lascia stare e tiro un sospiro di sollievo.
Continuo tranquillamente a fare i pacakes ma qualcosa mi interrompe.
Il campanello.
"Vado io, tanto sarà Oli" urla Barbara, avviandosi alla porta.
Ma non era lui.
"Chi è amore?" pronuncio correndo alla porta.

*Caspar*
Non mi sono preparato un discorso, mi lascerò guidare dal cuore, le parole verranno da sole. Almeno spero.
Arrivo davanti al campanello e suono, la mia sorpresa è evidente quando mi apre una bellissima ragazza con una camicia di Joe addosso. La camicia che gli avevo regalato io, tra l'atro.
"Chi è amore?" chiede una voce dall'interno, che mi è molto familiare.
Joe apre la porta e rimane pietrificato dalla mia vista.
"Ca-Caspar, che bella sorpresa, che ci fai qui?" chiede deglutendo a fatica.
Si mette davanti alla ragazza per ricevere un contatto visivo, visto che i miei occhi non si erano mai spostati dalla camicia della donna.
"N-Non lo so neanche io, guarda mi dispiace, non è nulla, scusate il disturbo" dico, non molto convinto e con voce spezzata. Giro i tacchi e comincio ad andarmene a passi veloci.
Joe sbatte la porta e mi insegue.
"CAS, CASPAR FERMATI!" mi urla da lontano; ed io, quasi incantato ed abbagliato dalla sua voce, mi fermo, come un animale ben istruito ed ammaestrato.
Mi raggiunge correndo, si ferma e riprende fiato.
"Ora dimmi la vera risposta" pronuncia, ancora col fiatone.
"Sono uno stupido, ecco la mia risposta, sono stato uno sciocco" dico secco e a sguardo basso.
Faccio per girarmi e andarmene, ma Joe mi blocca.
"Cas, ti prego, non fare cosí" dice sussurrando.
Mi giro lentamente, lo guardo, gli sorrido e me ne vado; questa volta peró lui non mi segue. Continua ad urlare il mio nome in lontananza.
Questa volta c'è lui dall'altra parte della porta.

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