•Capitolo XXV

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parte seconda

Dal Nulla

Pare che l'essere delle cose abbia per suo
proprio ed unico obiettivo il morire.

Non potendo morire quel che non era, perciò dal nulla scaturirono le cose che sono.

Giacomo Leopardi, Operette morali

* * *

Una pressione comprime il mio petto, ma è troppo debole per farmi aprire gli occhi. Troppo debole perché il mio cuore ricominci a battere.

La prima domanda che mi viene in mente è se sono morta, ma l'escludo quasi subito, visto che sento ancora dolore.

La pressione sul petto aumenta e sono costretta a immettere aria nei miei polmoni; li sento in fiamme. Inizio a tossire convulsamente per poi sbarrare gli occhi, trafitti dalla luce. Stringo i denti per il dolore allucinante al collo; non so in che condizioni sia ridotto, ma sono certa che è cosparso di ustioni, forse abraso in alcuni punti.

Derek mi stringe tra le sue braccia finché quasi non mi fa male. - Tu... - sussurra, sollevato, - prova un'altra volta a fare una cosa del genere e giuro che te la faccio pagare - Come se fosse colpa mia... Nonostante tutto, mi ritrovo a sorridere.

Noto che almeno un quarto dei suoi capelli si sono schiariti.

Qualcuno grida; mi divincolo dalla sua stretta e alzo il viso: di fronte a me vedo un vero e proprio scontro. I nostri regni sono divisi in due schieramenti, in cui i combattenti sono posizionati in ordine crescente di forza: i più forti, quelli di stirpe più illustre, sono in prima fila, pronti a combattere una battaglia inutile. Sgrano gli occhi. - Che diavolo sta succedendo? - domando osservando Derek, che all'istante serra la mascella.

Mi prende inaspettatamente per le spalle, indurendo il suo sguardo. - Ascolta. Ora tu andrai di là e combatterai contro di me, chiaro? - Apro la bocca per ribattere ma lui mi precede: - No, ascolta e basta; le cose sono andate così: io ho cercato di ucciderti ma tu miracolosamente sei scappata. Chiaro il concetto? Non devi dirlo ad anima viva, Abigail, o sono fottuto. Siamo fottuti - mormora. - Giurami che combatterai contro di me Abigail, qualunque cosa accada.

- Me lo chiedi anche? Il Re dei noxious che salva la Regina, assurdo - sbotto.

Lui sorride lievemente. - Bene. Buona fortuna Regina - sussurra infine al mio orecchio.

Annuisco ma prima che mi alzi appoggia le mani sul mio collo. Il suo tocco è delicato e gelato e questo mi fa sussultare. Il dolore è immediatamente sparito.

Mi smaterializzo dalla parte opposta, nel mio regno, mentre lo vedo in lontananza alzarsi da terra.

Appena tocco terra un'ondata di afa mi avvolge; o almeno, credo sia caldo, visto che poco prima ero in mezzo alla neve, abituata a quella temperatura.

Le mie gambe sono intorpidite, sono ancora bagnata, il mio trucco è sciolto e mi sento stremata. Quella dannata collana ha prosciugato buona parte delle mie energie.

Ho giusto il tempo di rialzarmi da terra che vengo travolta da una rarissima Alya in lacrime. - Oh Ab... mio Dio, stai bene... - singhiozza sulla mia spalla, annacquandomi l'unico lembo di vestito che si era appena asciugato. I suoi occhioni viola sono cerchiati di rosso.

- Sto bene - tento di ribattere. - Derek...

- Sì, lo so - mi precede. Il suo sguardo si inietta di rabbia. - Io lo uccido a mani nude! Sapevo che era un bastardo! - Mi mordo l'interno della guancia per evitare di ribattere; odio che dica simili cose di lui quando in realtà mi ha salvato, ma non posso aprire bocca. Gliel'ho promesso. - Abigail... - continua, abbassando lo sguardo, - è Jenny la traditrice, mi dispiace.

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